Non succede ma se succede.
E adesso prendeteci.
"Speranza scudetto? È difficile, ma non impossibile. Siamo forti e abbiamo fiducia".
Anche nel 2022 eravate a +10.
Fuori dall'Europa, stagione fallimentare.
Se il Milan vince l'Europa League, rende più amaro lo scudetto dell'Inter.
Real e City? Non siamo così distanti.
102 punti! C’è chi legge la storia.. e chi la scrive! It’s not for everyone...

Sono soltanto alcune delle frasi più celebri della stagione calcistica italiana 2023/24. La stessa stagione, ancora in corso ma ormai alle sue battute finali, costellata da vittorie inanellate una dietro l'altra, gara dopo gara, da quella che a rigor di numeri è stata l'unica e sola protagonista: l'Inter di Simone Inzaghi. Sì, perché fino a prova contraria (e ci tengono a sottolinearlo gli interisti, 'prescritti' e 'cartonati', rei in passato di aver commesso reati - non a caso - mai definiti tali da alcuna sentenza giudiziaria poiché finiti in prescrizione per - appunto - mancanza di prove: senza prove ogni accusa diventa infondata), nel percorso verso il Tricolore 2023/24, la squadra capitanata da Lautaro Martinez non ha mai avuto rivale. Neppure l'acclamatissima Juventus, la stessa squadra che il 21 gennaio si ritrovò straordinariamente a +1 dai nerazzurri e rimasta per qualche giorno prima in una classifica che non teneva conto di asterischi, varie ed eventuali. Neppure e soprattutto quella stessa Juventus che ad agosto era la prima candidata (per rosa, mancanza di coppe, allenatore ecc ecc ecc) al titolo, salvo ritrovarsi il 21 aprile a festeggiare una qualificazione all'Europa che conta come obiettivo stagionale. "Non succede ma se succede" era il grande mantra ripetuto a mo' di padrenostro dai bianconeri sparsi in giro per la Penisola. Un 5 maggio preannunciato che però ha trovato una cattiva stella (stella, non a caso) e dal "non succede ma se succede", diventato per un battito d'ali di farfalla "e adesso prendeteci" dalle tinte bianconere si è inevitabilmente passati al "scudetto difficile ma non impossibile. Siamo forti e abbiamo fiducia" leaoniano, adottato dal mondo rossonero che, esaltato dal secondo posto soffiato alla Juve, ha iniziato a sognare un fantasioso remake del 2022.

Se sognare è gratis, perché non farlo? Direbbe qualcuno. E chi siamo, d'altronde, noi per impedirlo? E via con i più disparati calcoli. Famosa in tal senso è la tabella, made on Twitter (o Youtube che sia), dai fantascientifici calcoli secondo i quali "IL SORPASSO" (grande e urlato) sarebbe stato possibile. Magari un'altra volta - Monza cit. E proprio i cugini biancorossi, primi della lista nella tabella del sorpasso, dal vicino U-Power Stadium hanno mandato in fumo i numeri zelantemente calcolati e finiti tragicamente in frantumi alla prima occasione utile. Ma per fortuna l'Europa c'è. E appurata - con il passare del tempo - l'infattibilità del sorpasso, i rossoneri si tuffano sapientemente nell'Europa, quella dall'importanza spesso snobbata ma improvvisamente riesumata all'occasione: se il Milan di Stefano Pioli, già insignita di un titolo (nientepopodimenoche dello Scudetto, mica la Coppetta Italia o la Supercoppa d'Arabia - cit) vince l'Europa League, Trofeo peraltro mai vinto nella storia del Diavolo, batte l'Inter di Inzaghi per numero e chilogrammi di Coppe e "se vinco quella cosa lì, se il Milan vince l'Europa League, rende più amaro lo scudetto dell'Inter". Previsione da mille e una notte che trova ulteriore caratura nell'eliminazione dalla Champions dell'Inter per mano dell'Atletico Madrid di Simeone, bravo a incasinare la vita ai vicecampioni d'Europa, caduti come polli al Metropolitano, al termine della lotteria dei rigori (costata cara anche al City, ma non diciamolo).

Ma la notte mille e uno arriva e si chiama Roma. La squadra capitolina all'andata quanto al ritorno riporta sulla terra gli europeisti e gli europeologi più convinti e cucù, anche l'Europa League non c'è più. Ma c'è un però (fa niente se dopo il 'ma' non si può aggiungere il 'però', c'è chi aggiunge stelle a scudetti giuridicamente calcolati e nessuno ne fa un dramma... Sicché tutto è lecito, a figurarse un 'ma però'): quel però si chiama derby di Milano. E per un puro scherzo di un destino che tenta il duetto con la storia l'Inter di Simone Inzaghi, che nello scorso turno di campionato ha fatto gridare al miracolo ridonando voce a chi l'aveva persa e riesumato chi giaceva nell'oltretomba, corre il rischio di tramortire una buona fetta di Italia calcistica conquistando matematicamente una stella in casa dei cugini, i rivali per antonomasia (in ballottaggio con la Juventus). Una combinazione storica che manda in crisi respiratorie metà del capoluogo meneghino e non solo, regalando altresì una dose di benevolenza e luce alla controparte. Archiviati difatti i vari "Non succede ma se succede. E adesso prendeteci. 'Speranza scudetto? È difficile, ma non impossibile. Siamo forti e abbiamo fiducia'. Anche nel 2022 eravate a +10. Fuori dall'Europa, stagione fallimentare. Se il Milan vince l'Europa League, rende più amaro lo scudetto dell'Inter. Real e City? Non siamo così distanti... e blablabla" l'Inter concede ai cugini ancora un ultimo baluardo nel quale rifugiarsi: "Se il Milan vince il derby...".

Già! Se il Milan vince il derby. Che succede?
La risposta è ahiloro banale, persino più insignificante delle tanto celebri citazioni di cui sopra. Se il Milan vincerà il derby... Avrà finalmente qualcosa da festeggiare: 3 insignificanti punti con cui consolarsi. Per qualche giorno... 
E mentre qualcuno s'interroga ancora sull'eventualità di... gli interisti intanto s'avviano a San Siro in modalità Nando Martellone di Boris. 

Sezione: Editoriale / Data: Dom 21 aprile 2024 alle 00:00
Autore: Egle Patanè
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