La scorsa mattina “sfogliando” alcuni siti calcistici mi è apparso un titolone sulla mia Inter: “Brozovic è già di troppo”. Al che, mi son detto: “Sarà mica successo qualcosa di irreparabile nell’ultima gara giocata contro il Carpi, nella quale il croato è partito titolare ed è stato sostituito solo al minuto 84 da Hernanes, ormai prossimo all’addio, in un remake stile Osvaldo allo Juventus Stadium?”

A quanto sembra, però, il centrocampista classe ’92 di Zagabria non ha in alcun modo discusso con Roberto Mancini, né durante la gara con il Carpi, né tantomeno dopo, quando è volato in Croazia per rispondere alla chiamata del tecnico della propria nazionale Niko Kovac. Brozovic però è di troppo. Perché il centrocampo dell’Inter conta ben 5 calciatori per 3 ruoli, sei se inseriamo nella rotazione anche Assane Gnoukouri. E allora il rischio di non trovare spazio nell’arco di questo campionato, chiuso da Felipe Melo, Geoffrey Kondogbia e Fredy Guarin, è davvero concreto per il croato.

Ok, la sosta del campionato per far spazio alle nazionali non dà molti spunti di cui discutere, ma a quanto sembra, in carenza di notizie torna in voga il classico #crisiinter. Una volta è la figuraccia in amichevole con il Lecco, in cui Santon ha giocato da libero di una difesa a 3 (tanto per rendere l’idea del modo in cui era stata preparata la gara dal Mancio), una volta è il mercato con l’Inter che, qualora non centrasse l’Europa andrebbe in default, una volta è il mal di pancia alla Ibra di Marcelo Brozovic.

Sembra quasi che si trovi particolarmente simpatico instillare nell’ambiente Inter un enzima impazzito che - nelle menti di chi scrive notizie come "Brozovic è già di troppo" - dovrebbe far saltare il banco. O, al di là della ricerca incessante della polemica, è forse semplicemente per mancanza di argomenti che si vanno a ipotizzare cose che rasentano la follia.

Perché Marcelo Brozovic è un giocatore importante per l’Inter di Mancini. È stato definito dal suo tecnico il migliore in campo nella prima uscita contro l’Atalanta e - vista la situazione deficitaria a centrocampo - Mancio ha scelto proprio lui come trequartista contro il Carpi, nonostante una caviglia gonfia e dolorante. I suoi movimenti, la sua intelligenza tattica sono importanti per l’Inter che, in assenza di piedi buoni, lotta in mezzo al campo.

Forse qualcuno si lascia trarre in inganno dall’andatura cadenzata di Brozo o dal suo dispiegamento di braccia quando, andato a vuoto l’inseguimento di un avversario, si lascia andare a una manciata di secondi di sconforto. Prima di ricominciare a correre e a rendersi utile alla squadra. Il più delle volte ciò che fa Brozovic non lo noti in campo. I suoi movimenti e le sue giocate rasentano la linea che divide il semplice dal banale, motivo per cui ci sarà ancora da lavorare. Quando l'ex Dinamo Zagabria riuscirà a diventare incisivo anche a fari spenti, ovvero anche nelle partite in cui i momenti di stizza superano quelli in cui è efficace, allora la trasformazione del prospetto arrivato appena sei mesi fa sarà avvenuta.

Ora non resta che vedere cosa ne farà Mancini: non è sicuramente un titolare nelle ipotizzate formazioni nerazzurre, che siano esse 4-3-3 o 4-2-3-1. Ma arriverà presto il momento in cui il tuttofare Brozovic, che non eccelle in nessuna specifica skill ma è bravo a fare di tutto un po’, si renderà utile, dimostrando di non essere di troppo. In nessun caso.

Sezione: Editoriale / Data: Sab 05 settembre 2015 alle 00:01
Autore: Lorenzo Peronaci / Twitter: @lorenzoperonaci
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