Derby-time, ci siamo. Stasera Milano sfoggerà il miglior abito, quello delle grandi occasioni, per 'salutare' la 213esima gara rossonerazzurra e per applaudire il ritorno in sella di coach Mancini. Un arrivo da considerare manna dal cielo di questi tempi, per l'Inter come per l'intero calcio italiano. E non vorrei sentir dire che questo sarà un derby che stride per importanza rispetto alle gare del passato, non rispettando in qualche modo la tradizione della Scala del Calcio. Perché 'livello' e 'importanza' non vanno di pari passo, sono metri di giudizio distinti e separati. Quindi, spazio a Milan-Inter. Una gara sinonimo di spettacolo, indipendentemente da tutto.

Certo, probabilmente questa stracittadina non sarà il super classico dei tempi migliori a livello qualitativo, perché anche mi trovo d'accordo sul fatto che sono lontani anni luce i tempi in cui sul verde del 'Meazza' correva, parava, difendeva, segnava ed esultava gente come Ibrahimovic, Ronaldo, Julio Cesar, Maldini, Veron, Figo, Shevchenko e Pirlo (solo per citare alcuni tra i tantissimi campioni che hanno animato questa sfida speciale), ma credo sia assolutamente sbagliato mettere in dubbio l'importanza di un evento di questo tipo. Un derby era, rimane e rimarrà per sempre un derby, a prescindere dai protagonisti in campo e dal momento storico in cui viene giocato. E anche una potenziale lotta per il terzo posto ha sicuramente il proprio, grande e pesantissimo fascino.

L'attualità dice che il calcio italiano è in grave difficoltà, con grandi e palesi lacune che sono sotto gli occhi di tutti - inutile elencare e ribadire per l'ennesima volta i motivi che hanno portato a questo triste scenario - e giocoforza anche club storici come Milan e Inter ne stanno risentendo, ma in veste di 'ottimista' mi sento di 'completare' una frase del Mancio che ho notato e, dentro di me, sottolineato nel corso della conferenza pre-match ad Appiano Gentile: "Queste due società hanno sempre lottato per il massimo, in Italia come in Europa, e credo che l'attualità sia solamente un caso"... "Ma guai a mettere in dubbio l'importanza di una partita del genere", aggiungo io. Perché 'peso' e 'livello' sono due cose distinte e separate. Ribadisco. Ovvio, nessuno lo nega, anni fa gli attori protagonisti erano di ben altra caratura, perché si ammiravano vere e proprie star del football, ma come si può mettere in dubbio una partita del genere, anche se non si 'respira' l'aria dell'altissima quota in classifica?

Milan e Inter oggi sono di un 'pianeta' differente rispetto a Juventus e Roma, e forse anche al Napoli, e quindi la lotta per lo scudetto è senza dubbio un discorso utopico. Ma un derby che vale prestigio, entusiasmo e, soprattutto, slancio probabilmente decisivo in ottica 'terzo posto' oggi forse non vale come una coppa tricolore per queste due squadre? Trattasi di realismo. Nessuno può nascondere che due super potenze così debbano competere, sempre e comunque, per il top, ma è vietato parlare di campionato da vincere. Il vero, massimo obiettivo per Milan e Inter si chiama 'terzo posto Champions League'. Non ci sono più Dida e Julio Cesar, Maldini e Samuel, Nesta e Materazzi, Maicon e Cafu, Pirlo e Sneijder, Ibrahimovic ed Eto'o, Milito e Crespo, ma non per questo non devo ritenere altrettanto importante un face to face con i vari Ranocchia, Mexes, Dodò, De Sciglio, Muntari, M'Vila, Honda, Guarin, El Shaarawy, Icardi e Torres.

Perché l'importanza sposata al realismo deve rimanere sempre la stessa e, in attesa di tempi migliori, oggi questo è il massimo che la Milano del pallone può offrire. Derby 2004-2005, derby 2014-2015: cambiano gli interpreti, si abbassa notevolmente il livello. Ma il valore resta tale. E scusate se chiamo 'scudetto' un ipotetico terzo posto conquistato. Sarebbe oro colato per questa ThoInter che sta nascendo, oltre che per un Milan che certamente non sorride più della sponda nerazzurra. Un pass, quello europeo, che permetterebbe di tornare a giocare finalmente una Champions che dovrà essere al più presto piacevole abitudine e non gradita e 'bentornata' sorpresa, per un appeal che crescerebbe notevolmente e per quei famosi top players che sarebbero così ben disposti a vestire 'nuovamente' la maglia nerazzurra. Quella che fino a pochi anni fa era ambita, forse non da tutti, ma da tantissimi. Milan-Inter, tocca a voi. E fidatevi, l'importanza è sempre la stessa. Immensa.

Sezione: Editoriale / Data: Dom 23 novembre 2014 alle 00:01
Autore: Francesco Fontana / Twitter: @fontafrancesco1
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