Ieri Giuseppe Marotta, dg bianconero, è tornato sulle polemiche post-Derby d'Italia e, non senza veleno, ha spiegato come in Serie A manchi "la cultura della sconfitta", ma esista solo "la cultura dell'alibi", rivendicando - senza entrare nel dettaglio - episodi a sfavore della Juve e definendo "inesistenti" i casi da moviola in favore dell'Inter. "Mi sento in imbarazzo", ha detto Marotta. Una lezione che, però, giunge da chi anche nel recente passato ha attaccato, anche piuttosto duramente, proprio gli arbitri. "Contro il Bayern Monaco per un gol annullato a Morata («Errore che incide pesantemente: speriamo che il calcio italiano venga protetto, speriamo a livello internazionale di farci tutelare») oppure contro il Genoa, gara del 2013 finita pari e dopo la quale - essendoci la lotta-scudetto contro il Napoli - citò l’arbitro Guida di Torre Annunziata parlando «non di malafede ma di difficoltà, perché come è consigliabile che un arbitro di Novara non vada ad arbitrare la Juventus ecco che al 94’ un arbitro della provincia di Napoli si è trovato in difficoltà» - ricorda la Gazzetta dello Sport -. E quando, nelle sue frasi di ieri pre-Crotone, Marotta ragiona sugli episodi «a sfavore che esistono» si riferisce soprattutto alla punizione annullata a Pjanic contro il Milan e a un rigore non dato a Firenze".

Sezione: Focus / Data: Gio 09 febbraio 2017 alle 08:30 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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