La bellezza che si veste di nerazzurro. L'Inter è automatismo psichico, un mosaico delle sicurezze (una dietro l'altra, molto spesso incatenate), una costruzione energica di bel gioco ed entusiasmo, un'autentica liberazione di bellezza nello spirito e nell'interpretazione. È stata realista e surrealista, razionale e impulsiva, cinica e composta, logica e pazza, calcolatrice e spregiudicata, immaginazione e realtà. È sempre bello esplorare l'espressione spontanea dei propri sogni e desideri. E' tempo di tracciare il profilo del futuro, che poi, in fin dei conti, s'intreccia e si allaccia con quello del presente. Un ritratto emerso nella qualità del centrocampo, l'implacabilità di Lautaro, la bravura di Sommer in costruzione, le uscite dei difensori che sparigliano le carte delle difese avversarie; tutte identità racchiuse nella diversificazione degli elementi del collettivo in base alla funzione che hanno o al compito che devono svolgere. Contro il Torino è il giorno della festa, ma i nerazzurri corrono con un climax ascendente, quasi collegando le connessioni del campo su quelle extra-campo.

UNO-DUE MICIDIALE. LA TARGA DEL SIMBOLO. L'espulsione granata muta l'inerzia dell'incontro. Anzi, non si può parlare di mutazione, ma di cambiamento naturale e fisiologico. Perché se c'è un uomo in più, il Biscione naviga nella tranquillità, in quella quiete costantemente proiettata sulla verticalità. Ci sono alcuni parametri prestabiliti, che equivalgono alla tattica, poi delle operazioni collegate per la buona riuscita delle singole situazioni. Gli eventi vanno cambiati e non aspettati: l'interazione tra ogni reparto è strettamente collegata. E il risultato finale consiste nella prestazione, dettata dalle interazioni analitiche tra i singoli e il gruppo. Questa è la potenza identitaria dell'Inter spiegata in termini sociologici. Un lavoro davvero magistrale di Inzaghi, che ha legiferato questo andamento, funzionante a prescindere dall'approccio avversario. Ed è la conquista più bella. Calhanoglu è uno degli uomini simbolo di questo tricolore e nella giornata di festa realizza un gol capolavoro dopo l'ennesima circolazione palla pregiata: un sinistro incrociato che muore nell'angolino, sintomo di precisione geometrica. Poi arriva il 16 su 16 dal dischetto. Infallibilità in regia.

CLIMAX FESTIVO. TRA CELEBRAZIONE E GESTIONE. I campioni annidano le loro certezze nel mantenimento dell'equilibrio. Il lavoro costante e continuo di chi sa che occorre continuare a migliorare per aprire un ciclo. Un concetto che in sociologia, nella Teoria dei Sistemi, Luhmhan ha denominato "differenziazione funzionale", la struttura portante del collettivo del Biscione. Si evidenziano tutte le identità racchiuse nella diversificazione degli elementi del collettivo in base alla funzione che hanno o al compito che devono svolgere. E anche Lautaro che lascia il penalty a Calhanoglu, è sintomo di sicurezze empatiche e strutturali che continuano a progredire in questo magnifico gruppo. Connessioni e contatti: interazioni reciproche nel duello con i granata. Una dispersione che attraversa le diversità. Al triplice fischio inizia un'altra partita, quella della festa magnifica. Che ha coinvolto tutti i tifosi nerazzurri. Smaniosi di festeggiare un giorno magnifico. La seconda stella è un traguardo brillante. Il cielo, sopra Milano, è ancora nerazzurro.

Sezione: In Primo Piano / Data: Lun 29 aprile 2024 alle 08:00
Autore: Niccolò Anfosso
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