Lo diciamo subito: lo Stjarnan faticherebbe a salvarsi nella nostra Serie B. Livello bassino per gli islandesi, simpatici mestieranti e poco altro. Aveva evidentemente illuso l'eliminazione di una squadra comunque dignitosa come il Lech Poznan: contro l'Inter la squadra di Sigmundsson ha mostrato tutti i propri limiti, sia all'andata che al ritorno. Fatta la doverosa premessa, non può certo passare inosservata la prestazione dei Mazzarri boys, bravi quantomeno a concretizzare la differenza sulla carta.

NULLA DI SCONTATO – Il calcio, si sa, è materia opinabile. E le sorprese non smettono mai di sbucare dall'angolo. Proprio il turno di playoff di questa EL, per esempio, ha confermato che davvero non esistono più avversari materasso. Chiedetelo al Lione, al Twente, all'Hull City o alla Real Sociedad, vittime illustri dello stesso turno eliminatorio di Inter e Torino. Insomma, nulla è mai scontato e, anche quando la differenza è abissale, si possono estrapolare indicazioni interessanti. L'anno scorso, di questi tempi, i nerazzurri affrontavano il Cittadella in Tim Cup, ma non tutto era filato così liscio. Stavolta l'Inter è apparsa matura, consapevole delle proprie qualità e, soprattutto, dei propri limiti. Con il piacere di giocare mai fine a sé stesso.

SUPER-KOVACIC – Il pubblico del Meazza ha potuto spellarsi le mani per le giocate e i gol (tre) di Mateo Kovacic, convinto e convincente come mai in passato. Sempre tenendo presente contro chi si stava giocando, va detto che il croato ha brillato per lucidità e un'insolita cattiveria agonistica, che l'ha portato anche a rincorrere l'avversario. In fondo, come ha spiegato lui stesso a fine gara, se l'anno scorso è stato ai margini nella prima parte di stagione un motivo c'era e va rintracciato nella difficoltà di apprendere nozioni tattiche, lui che tecnicamente è tra i migliori in Europa. Adesso sembra proprio che il bruco stia diventando farfalla sotto ogni punto di vista, anche caratteriale.

PRESENZA OFFENSIVA – Con la difesa a guardare per tutti i 90 minuti, il match con gli islandesi è stato senz'altro istruttivo per quanto riguarda le combinazioni offensive. Osvaldo, ad esempio, è sceso in campo per mostrare al popolo nerazzurro che non è affatto un derelitto come qualcuno ha dato a intendere in queste settimane. L'italo-argentino offre a Mazzarri una presenza offensiva di caratura importante, quella che mancava lo scorso anno, quando WM fu costretto a ripiegare su Palacio prima punta nell'emergenza più totale. Lui, il Trenza e Icardi assicurano al tecnico toscano una scelta equilibrata ed esplosiva indipendentemente dal tandem che di volta involta verrà schierato. Un deciso passo in avanti rispetto al recente passato.

QUELLO CHE MANCA – Da sottolineare anche la crescita di M'Vila, che deve conquistarsi un posto tra Kovacic, Hernanes e Medel. Il cileno, infatti, per caratteristiche e attualità sembra destinato a una maglia da titolare e così sarà il francese a dover sgomitare per una maglia. Un dolce problema per WM, che potrà decidere come meglio crede. E proprio le parole di Mazzarri hanno offerto l'assist a fine gara: ''Adesso è ufficiale che avremo anche l'impegno in Europa League, per cui è ovvio che servirà essere coperti con due uomini per ruolo'. Facendo due conti, e tralasciando la vicenda Rolando, quello che manca è il quarto attaccante. Lavezzi o chi per lui: uno arriverà e le caratteristiche saranno di seconda punta agile, rapida e in grado di ribaltare l'azione da difensiva a offensiva. Il cambio di passo del Pocho sarebbe l'ideale e andrebbe a completare un organico che ha tutto per competere ai vertici. Almeno in Italia. Perché in Europa, anche in quella della League, non sarà sempre Stjarnan.

Sezione: In Primo Piano / Data: Ven 29 agosto 2014 alle 08:29
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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