Lautaro Martinez è stato ospite di Che tempo che fa sulle frequenze di Nove dopo la conquista dello scudetto e della seconda stella. Per il capitano dell'Inter si tratta della prima volta in un talk show. "Questa è la prima volta per me, sono un po' agitato ma è un piacere - esordisce -. Thuram dice che sorrido poco? Anche Agustina me lo dice sempre".

RINNOVO - "Speriamo. Se sono la bandiera dell'Inter? Così si dice. Sono arrivato all'Inter e tutta la gente mi ha trattato in maniera speciale. Chi lavora nel club e anche i tifosi. Mi hanno aiutato e sono grato di tutto questo. Nel calcio non si sa mai cosa succede, però io sono sicuro che a Milano sto benissimo. Anche la mia famiglia. Ripeto, la mia volontà è quella di rinnovare con l'Inter".

LA SECONDA STELLA  - "Due anni fa siamo stati vicini alla seconda stella, quest'anno era il principale obiettivo. Abbiamo lavorato tantissimo e sofferto tantissimo, dopo tanto lavoro e tanti sacrifici ce l'abbiamo fatta. Scudetto vinto nel derby? Per noi era diventata una cosa importante, bella e speciale. Vincere la seconda stella così, contro il Milan e in casa del Milan, è speciale. Per noi è stata una cosa meravigliosa, incredibile, mai successa prima. Abbiamo approfittato di questo. Siamo entrati nella storia di questo grande club. Il giorno della partita siamo usciti per allenarci sotto la pioggia, siamo stati un'ora e mezza per curare tutti i dettagli. Dall'Argentina tutti si sono complimentati, abbiamo sofferto tanto quando ha vinto il Milan lo scudetto. Per noi è stato un giorno particolare, speciale, non lo dimenticheremo mai. L'esultanza sulla traversa? Volevo la stessa foto che ho fatto al Mondiale". 

IL SOPRANNOME - "Mi chiamano il Toro per la forza? Ho cambiato tanto il mio modo di giocare nel corso della mia carriera. Oggi gioco un po' con la squadra, poi a volte gioco centrale. Dipende".

LA FINALE DI CHAMPIONS PERSA - "L'anno scorso abbiamo fatto un cammino in Europa che per noi è stato fondamentale, arrivare in finale è sicuramente molto difficile. Ci sono squadre forti, importantissime. Non è assolutamente facile arrivare in finale. Abbiamo fatto ottime partite, a partire dal girone, e siamo arrivati lì. Il gol più importante? Quello contro il Milan in semifinale di Champions League, per tutto quello che rappresenta". 

IL RAPPORTO CON MILITO - "Quando ho esordito in Argentina con il Racing sono entrato al suo posto. E' una foto che rimane sempre nel cuore, lui è una persona che mi ha dato una grande mano. Avevo 17/18 anni, mi ha insegnato tanto".

LA NUMERO 10 - "Giocavo al Racing con quel numero, all'Inter era libero. Ho chiesto ad Ausilio se potevo prenderla. Mi hanno detto che ci avrebbero pensato, poi me l'hanno data".

MARADONA - "Non ho avuto la fortuna di conoscerlo". 

MESSI - "E' un amico e un compagno. Stiamo parlando di un giocatore che ha segnato un'epoca. La cosa più strana è vederlo in allenamento, sembra che giochi un altro sport. Si inventa cose che non hai mai visto prima. Lui è un animale di competizione, non vuole perdere mai".

I TROFEI VINTI - "Ora manca solo la Champions League". 

PAPA FRANCESCO - "Non l'ho mai incontrato, so che ama il calcio. E' il primo tifoso dell'Argentina. Vorrei incontrarlo con la mia famiglia". 

I PRIMI PASSI E LA FAMIGLIA - "A casa non mancava mai il pallone. Papà era un calciatore, è stato un professionista. Ha giocato anche in Serie B. Mi ha insegnato l'amore per questo sport e la disciplina. Mia nonna è stata una delle prime calciatrici di Bahia Blanca". 

THEO E NINA - "Mi hanno cambiato la vita, cercherò di insegnare loro i valori e farli crescere con umiltà e rispetto per tutto. Prima mi arrabbiavo per tutto, loro mi hanno cambiato l'esistenza. Si cambia per i figli. Guardi la vita da un'altra maniera. Sono interisti dalla nascita, hanno già le magliette. Cosa direi a loro tra 5 anni? Direi che all’inizio ero nervoso... che li amo tanto e che questa puntata è dedicata a loro".

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Sezione: In Primo Piano / Data: Dom 05 maggio 2024 alle 21:44
Autore: Raffaele Caruso
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