L’Inter che scende in campo nel primo tempo è la figura opposta di quella che torna sul rettangolo di gioco dopo l’intervallo. Almeno questo è quanto testimoniato dai numeri: statistiche alla mano, i nerazzurri presentano una discrepanza di rendimento tra prima e seconda frazione di gioco tanto clamorosa quanto evidente. Se in tutte le sfide di questo campionato si fosse giocato solo nel secondo tempo, la Beneamata sarebbe ora al terzo posto (in zona Champions, dunque) a quota 58 punti, 11 distanze dietro la Roma seconda e a 12 lunghezze dalla Juventus capolista. Tutte le altre squadre che al momento sono avanti in classifica rispetto ai nerazzurri (Napoli, Lazio, Atalanta, Milan e Fiorentina) occuperebbero posizioni inferiori. La classifica dei primi tempi, invece, si mantiene omogenea ai vertici in confronto a quella totale (Juventus prima, Roma seconda, Napoli terzo) ma cambia completamente nelle restanti posizioni: uno degli esempi più eclatanti è l’undicesimo posto del Crotone. Resterebbero in zona Europa League Atalanta e Lazio: insieme a loro ci sarebbe il Torino di Sinisa Mihajlovic. L’Inter, a 46 punti, stazionerebbe all’ottavo posto sotto l’Udinese ma sarebbe comunque davanti a Milan e Fiorentina (rispettivamente nona e decima in classifica).

Focalizzandosi sulla squadra nerazzurra, può essere messa in luce una grande differenza tra i due rendimenti: 25 i gol segnati nei primi quarantacinque minuti, 38 quelli siglati nella ripresa. Questo andamento, però, non si ripete sul fronte delle reti subite: 18 nel primo tempo, 24 nel secondo. Se tutte le partite fossero finite al momento dell’intervallo, l’Inter avrebbe ne vinte 11 , ne avrebbe pareggiate 13 e perse 9. Un profitto alquanto altalenante, a maggior ragione se confrontato a quello delle seconde frazioni: 16 vittorie, 10 pareggi e 7 ipotetiche sconfitte per il Biscione nei secondi tempi. La carenza di risultati (e talvolta anche di concentrazione) nei primi tempi è un difetto che l’Inter porta con sé sin dai tempi di Frank de Boer. Neanche con l’arrivo di Pioli la musica è cambiata: cali d’attenzione come quelli del derby di ritorno (a fine primo tempo 2-0 per i nerazzurri con rimonta rossonera allo scadere) possono considerarsi soltanto eccezioni.

In generale, l’Inter risulta molto più attenta, concentrata e prolifica sotto porta nella ripresa (spesso perché costretta a spingere per recuperare). Per fare un esempio, anche nella sfida di Crotone – forse la peggiore uscita stagionale di quest’anno da parte dei nerazzurri – la Beneamata nel secondo tempo ha “vinto” per 1-0 (gol di D’Ambrosio). Così come i meneghini (sempre basandosi sui dati dei secondi tempi) avrebbero pareggiato allo Juventus Stadium, vinto la sfida d’andata contro il Milan per 2-1 e strappato un pari all’Olimpico con la Roma. Ragionando sulle statistiche dei primi tempi, sarebbero arrivati una sconfitta casalinga contro il Chievo, un pareggio a San Siro con il Crotone e un clamoroso tonfo esterno in casa del Pescara. Il senno di poi conta nulla e nei risultati finali intervengono varianti sia del primo sia del secondo tempo, impossibile negarlo. Però questa valutazione a tavolino testimonia che l’Inter quest’anno abbia tenuto sempre alta la guardia nel secondo tempo, mentre nei primi 45 minuti è stata protagonista di numerose (e forse anche evitabili) defaiances, che pesano sul percorso stagionale della squadra di Pioli.

Andrea Pontone

Sezione: In Primo Piano / Data: Sab 29 aprile 2017 alle 22:57
Autore: Redazione FcInterNews.it
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