La grande sorpresa emersa dalle prime due partite della gestione di Roberto Mancini è l'utilizzo del modulo 4-3-3, invece del classico 4-3-1-2 a cui aveva abituato i tifosi nerazzurri nella sua prima esperienza a Milano. Questo modulo, nonostante l'Inter sia imbattuta, ha lasciato più di qualche dubbio sul punto di vista del gioco e ha messo in difficoltà prima Kovacic poi Icardi.

Nelle prime due uscite, infatti, sia il croato che l'argentino, per non parlare di Hernanes sacrificato sulla destra, hanno fatto davvero fatica a inserirsi nel gioco evidenziando come nessuno sia un esterno di ruolo. Nella storia recente dell'Inter, però, questa non è la prima volta che un allenatore nerazzurro costringa un giocatore ad adattarsi a un ruolo non suo per evidenziare delle carenze nella rosa. Il riferimento è alla prima stagione di José Mourinho, quando lo Special One voleva portare con sé a Milano anche il 4-3-3 che lo aveva accompagnato sul tetto d'Europa con i Dragoes e si era visto anche a Londra con il Chelsea.

In quella finestra di mercato il duo Branca-Oriali si adoperò per portare a Milano l'esterno che al momento mancava all'Inter, dato che proprio Mancini utilizzava il suddetto rombo a centrocampo. Mou si era ritrovato in rosa Amantino Mancini dalla Roma, ma rimaneva un vuoto sull'altra fascia con il campionato alle porte: Mourinho allora, per convincere la dirigenza ad accelerare per il suo pupillo Ricardo Quaresma (al centro di un tira e molla estenuante con il Porto), adottò la strategia di schierare Adriano come ala sinistra in un tridente sperimentale formato dall'Imperatore appunto, Ibrahimovic e Mancini. Era il 30 agosto 2008. Il primo settembre venne ufficializzato l'acquisto del Trivela, salvo poi essere accantonato, insieme al 4-3-3, dopo il derby d'andata perso 1-0 e giocato davvero male.

Roberto Mancini, in questo momento, sembra ripercorrere la strada dello Special One schierando giocatori adattati (e inadatti) in quel ruolo per dare un segnale alla dirigenza in vista del mercato di gennaio e, magari, dare un'accelerazione alle operazioni che potrebbero portare a Milano un esterno (Cerci? Konoplyanka? Bakkali?). Certo, i tempi sono cambiati e investire 24 milioni (18 + Pelè) su un giocatore come avvenne allora è impensabile. Però la sostanza e la strategia non cambiano: la necessità tecnico-tattica viene evidenziata dal nuovo allenatore con l'impiego di giocatori fuori luogo, un modo di comunicare più efficace delle parole. Ora non resta che attendere la risposta della dirigenza.

Sezione: In Primo Piano / Data: Sab 29 novembre 2014 alle 00:15
Autore: Gianluca Scudieri / Twitter: @JeNjiScu
vedi letture
Print