Nella frenata dell'Inter non c'è nulla di casuale. La Gazzetta dello Sport parla di "banco forse già saltato" e mette la proprietà sul banco degli imputati. "Le colpe di Suning sono pesanti fin dalla scorsa estate, con una strategia economica poco chiara in sede di mercato e quell’improvviso taglio al budget deciso a cantiere ancora apertissimo - si legge -. Ma l’errore decisivo è stato fatto a gennaio, quando si è deciso di ignorare il riemergere delle gravi lacune tecniche e di personalità di una rosa che in larga parte era già malamente naufragata nella scorsa stagione. Una austerity totale che ha di fatto cancellato la miracolosa partenza sul campo di Spalletti. Insomma, buttata alle ortiche la «seconda occasione» rappresentata appunto dal mercato invernale".

Naufragate tutte le trattative che avrebbero accontentato il tecnico, da Ramires-Teixeira a Pastore. E poco c'entra il FFP Uefa. "Il piano di Sabatini e Ausilio era quello di mettere in sicurezza la zona Champions e di rientrare subito con una cessione eccellente prima del 30 giugno, un sacrificio alla Icardi per intenderci", sottolinea la rosea.

In tutto ciò, evidenti le crepe a livello societario. Zhang Jindong manca da Milano da Inter-Juve del 18 settembre 2016 e la parte italiana della dirigenza non sembra avere la corretta autonomia: tutto deve passare dalla Cina, con l'evidente ritardo decisionale. In questo contesto, quindi, è facile comprendere l'ira di Spalletti, che in conferenza stampa non le manda a dire ai suoi dirigenti. E ormai anche i tifosi, che fin qui non hanni mai fatto mancare il loro massiccio apporto riempiendo San Siro e accompagnando la squadra in trasferta, cominciano a dubitare della bontà delle intenzioni della proprietà.

Sezione: In Primo Piano / Data: Lun 19 febbraio 2018 alle 08:30 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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