L’ultima volta era accaduto quattro anni fa, più o meno intorno a questo periodo temporale: era il 30 agosto 2010 quando gli assalti dell’Inter di Rafa Benitez andarono a sbattere contro la saracinesca alzata dal Bologna che riuscì a strappare un punto ai freschi campioni d’Italia e d’Europa. Quella fu la prima volta negli ultimi 26 anni che i nerazzurri non riuscirono a segnare un gol al debutto in campionato. Quattro anni dopo, la scena si ripete: mentre il tecnico iberico strappa la vittoria a Marassi in pieno recupero col suo Napoli, Walter Mazzarri esce raccogliendo solo un pari a reti bianche contro il Torino di Giampiero Ventura, bravo ad attanagliare la squadra nerazzurra in una partita tutto sommato tatticamente bloccata e con pochi acuti particolari. E con una sensazione: quella di un’Inter che, passata la sbornia del playoff di Europa League, ha mostrato di essere ancora una squadra con qualcosa da rifinire se davvero pensa di competere per i piani alti.
AMARO FLASH BACK – Walter Mazzarri ritorna nella Torino granata e lui e la sua Inter escono nuovamente con l’amaro in bocca, anche questa volta per via dell’opinabile metro arbitrale operato. Nemmeno nel peggiore degli incubi e dei pensieri maligni si poteva pensare che l’arbitro dell’incontro, Daniele Doveri, che già l’anno scorso arbitrò granata e nerazzurri all’Olimpico scatenando la rabbia dell’Inter con tanto di pubblico intervento di Marco Branca, potesse replicare una cotanta direzione arbitrale. Alla fine, però, ci è riuscito: dopo venti minuti, casca nella trappola di Fabio Quagliarella che accentua all’estremo il tocco di Nemanja Vidic assegnando un rigore che per fortuna Marcelo Larrondo calcia in bocca ad Handanovic neutralizzando eventuali effetti collaterali. Sembra poi avere un conto aperto con il serbo, il fischietto romano, al quale vuol far capire subito in che ambiente è arrivato, ben diverso da quello della Premier: l’apoteosi, dopo tanti contatti su Icardi perdonati e un possibile rigore non dato per fallo di Glik sull’argentino, arriva in pieno recupero: applauso del serbo che peraltro approva una decsione di Doveri e rosso immediato. Doveri-Vidic come Rizzoli-Sneijder nel famoso derby di Mou, magari nella forma no ma nella sostanza sì; come se un semplice gesto di battere le mani infastidisse i nostri fischietti, mentre invece, per esempio, essere mandati a quel paese fosse vissuto come un rafforzamento del proprio ego. Vai a capire…
DAMMI UN PUNTO D’APPOGGIO – Tornando ad esaminare quanto proposto dalla formazione nerazzurra, ieri sera in maglia bianca, il giudizio pare unanime: il cantiere non è chiuso, anzi probabilmente deve ancora arrivare il pilastro più importante per completare l’opera. Quanto visto ieri a Torino ha dato la prova empirica che scavalca mille teorie: l’attacco è carente. Mazzarri parte forse con le migliori intenzioni di questo mondo in rapporto ai disponibili, con Hernanes e Mateo Kovacic schierati sulla trequarti col compito di lanciare Mauro Icardi, ma alla fine l’attaccante rosarino non gode dei rifornimenti sperati, perché i due creativi hanno poco chiari i loro compiti e finiscono addirittura col pestarsi i piedi più di una volta. Il meglio, se proprio lo si vuole chiamare così, è arrivato quando a fianco di Maurito è arrivato il settimo cavalleggeri, nella persona di Pablo Daniel Osvaldo. Non era al meglio, l’italo-argentino, ma nello spazio avuto qualcosa ha provato a inventare; soprattutto, ha regalato a Icardi la possibilità di proporsi di più, visto che Simba ha anche l’effetto di calamitare le attenzioni dei difensori granata prima tutte a lui dedicate. Messaggio eloquente anche per queste ultime ore di mercato e per l’allenatore: serve quel punto d’appoggio, da trovare sul mercato per completare il mosaico e soprattutto da proporre stabilmente perché lasciare sempre un solo attaccante nelle fauci della difesa, oltre che prevedibile, diventa anche nocivo.
PROVE DA LEADER – Pochi giorni di lavoro col gruppo, dopo la lunga trattativa legata al suo arrivo, e poi in campo. E dal primo minuto. Dev’essere piaciuto parecchio Gary Medel a Walter Mazzarri, se ha deciso di schierarlo sin dall’inizio alla prima occasione utile, visto e considerato che il cileno non era stato inserito nella lista dei playoff di Europa League. Il Pitbull ha ripagato sostanzialmente bene la fiducia del tecnico: un primo tempo di rodaggio, magari con qualche sbavatura; poi una ripresa in crescendo, dove dopo l’uscita dal campo di un Yann M’Vila così così ha preso bene le redini del centrocampo prendendosi anche la licenza di spingersi in avanti. Magari il peccato è quello di essersi trovato davanti un Alessandro Gazzi particolarmente ispirato, che riesce anche a togliergli la gioia di un possibile gol al debutto con un intervento pulitissimo. Bei numeri sulla sponda granata anche per quel Sanchez Mino che come Medel aveva solo pochi allenamenti col gruppo alle spalle, in attesa della fatidica cittadinanza italiana, ma in campo ha fatto capire di avere qualità.
KEEP CALM – Questo sarà indubbiamente un lunedì dove tutte le attenzioni saranno rivolte al mercato: in cerca di quell’ultimo tassello che completerebbe una sessione estiva comunque positiva, dove però adesso ci sono da trasformare i buoni propositi estivi in una stagione convincente. Il primo passo non è stato sicuramente quello auspicato ma la stagione è ancora agli albori e ci saranno due settimane per rivedere tutto in vista del debutto interno col Sassuolo. Con un appunto finale: l’ultima volta che l’Inter ha affrontato una formazione di Giampiero Ventura alla prima di campionato è stato in Inter-Bari 1-1, gol di Samuel Eto’o e Kutuzov. La stagione era la 2009-2010: sappiamo tutti come andò a finire…
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