Giornata di presentazione in casa Sampdoria per il nuovo responsabile dell'area tecnica Walter Sabatini, che dopo l'esperienza con Suning e l'Inter apre in blucerchiato un nuovo capitolo della sua carriera. Nel corso della conferenza stampa, il dirigente di Marsciano rivela quella che è la sua ambizione per i doriani: "L’utopia calcistica non vi deve allarmare, io coltivo l’ambizione di pensare di essere la Juventus, la Roma, l’Inter: non voglio considerare la Sampdoria subalterna a queste altre realtà. Io vivo di questo stato d’animo, di mettermi in discussione, di forgiare. Se non ho questo stimolo mi annoio, non potevo coltivare l’utopia alla Roma e all’Inter, che presupponevano una parità conclamata, qui invece posso coltivare e elaborare una strategia forte per essere sempre competitivi. Non è un discorso di oggi, ma spero di elaborarlo nei prossimi mesi e anni. Mi permetto di dire, assumendomi la responsabilità, che la sfida mi stimola, mi fa vivere meglio, ci credo". Sabatini spiega inoltre che determinante per la sua scelta è stata la presenza in panchina di Marco Giampaolo: "Io credo in lui, lo conosco quando era allenatore ombra al Giulianova. Penso che Giampaolo sia il valore aggiunto di questa società, è un demiurgo e sarà l’uomo che forgerà un modello di gioco e un’idea di quello che dovremmo essere. È eccezionale dal punto di vista metodologico, lo considero molto vicino alla perfezione: uno dei migliori di Europa. Domani ci incontreremo a Milano, assieme a Carlo Osti, e finalmente lavoreremo assieme". 

Inevitabile, arriva anche un passaggio sulla sua esperienza in nerazzurro. E nelle sue parole, c'è anche un malcelato risentimento per come è terminata l'avventura: "L’Inter è stata una feroce delusione, mi sono dimesso perché non mi sentivo in totale sintonia non tanto con l’ambiente, quanto con Suning. Ero stato assunto per costituire un network internazionale, poi sono cambiate alcune norme interne al governo cinese che si sono rimembrate nel calcio e questo progetto è andato in depressione. Mancando i presupposti, una mia permanenza sarebbe stata asfittica. Non vedevo che il mio modo di pensare e operare potesse coincidere con la proprietà cinese, non sentivo di potermi esprimere, non sentivo di poter portare a buon fine le operazioni. Sono stati generosi ad accettare le mie dimissioni, è un rammarico, nessuna rivendicazione. Quando mi calo in un’altra realtà, mi dimentico quello che ho alle spalle. La società ha fatto delle scelte tecniche che condivido". Ma ora, quale deve essere l'obiettivo della sua Samp? "L’Europa. Quando andai al Palermo lo dissi a Zamparini e non ci riuscii solo perché la Sampdoria me la strappò dalle mani con Delneri. Ora la Sampdoria deve restituirmi la Champions League".

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Sezione: In Primo Piano / Data: Lun 25 giugno 2018 alle 13:28 / Fonte: SampNews24.com
Autore: Christian Liotta / Twitter: @ChriLiotta396A
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