L'arrivo di Xherdan Shaqiri, le prospettive finanziare della sua squadra in caso di mancata qualificazione alla Champions League e il progetto legato allo stadio nuovo; il futuro di Roberto Mancini. A queste e ad altre domande, prima di approdare in Italia, Erick Thohir, presidente dell'Inter, ha risposto ai microfoni di Goal.com Indonesia, in un'intervista che Goal.com Italia e Inter.it propongono:
Thohir, si dice che la mancata qualificazione alla prossima Champions League metterebbe a rischio la sopravvivenza stessa dell’Inter. E' vero?
"E’ interessante, tutto si basa sempre sul 'si dice'… Ricordiamoci che l’Inter è tuttora il decimo brand più forte al mondo, e i nostri ricavi viaggiano allo stesso ritmo. I nostri ricavi in caso di mancata partecipazione alla Champions League resterebbero intorno ai 180/200 milioni di €, in caso di qualificazione alla Champions aumenterebbero di circa 20/30 milioni. In sostanza, no Champions League, no problem per l’Inter. E anche la mancata qualificazione in Europa League non rappresenterebbe un problema. Ovviamente, essendo noi uno dei dieci brand più importanti del calcio globale, con una tifoseria ben consolidata, dobbiamo pensare in grande. Finire noni o decimi non è da Inter, gli obiettivi devono essere Europa League o Champions League".
La situazione finanziaria dell’Inter desta preoccupazioni?
"Stiamo seguendo le regole del Fair Play finanziario, vale a dire spendere in base a quanto ricaviamo. Non ci sono scorciatoie per costruire una squadra forte, è necessario avere un progetto a lungo termine. Quando ingaggiamo i giocatori, ci chiediamo innanzitutto se possono essere funzionali alle esigenze della squadra".
Quali sono gli obiettivi di Mancini?
"Lo abbiamo ingaggiato per tre anni e mezzo, e se lo vorrà prolungheremo. Non sono vere le voci su fantomatiche clausole. Vogliamo che la squadra abbia stabilità, perchè come dicevo prima costruire una squadra è un lavoro che richiede anni. Per questo abbiamo puntato su Mancini: condivide la nostra stessa visione, lo stesso desiderio di migliorare la squadra, anche se gli investimenti saranno per forza di cose legati al Fair Play Finanziario. Non farà il manager all’inglese, ogni trasferimento verrà concordato da lui con me e la dirigenza. Né io né Mancini prenderemo decisioni individualmente, ma lavoreremo insieme per decidere le mosse migliori per il bene dell’Inter, non sulla scia dell'emozione".
La posizione di Mancini sarebbe a rischio in caso di mancato obiettivo quest’anno?
"Come dicevo prima, il suo contratto è di tre anni e mezzo. Si sa che a volte nel calcio può essere necessario un cambio, come ad esempio abbiamo dovuto fare con Mazzarri. Non avevo alcun problema con lui: ha lavorato duro e ha dato il massimo per la squadra, ma la situazione era stagnante e i tifosi avevano iniziato a mettergli addosso pressione. Così non andava più bene. Abbiamo ingaggiato Mancini perchè crediamo possa fare molto bene, come ha dimostrato in queste prime partite. E’ un profilo che conosce l’Inter e il calcio italiano, ma ha allenato anche all’estero e per questo ha una visione universale ed esperta. Ecco perché lo abbiamo scelto".
E’ previsto un aumento delle responsabilità per Zanetti?
"Lo abbiamo messo sotto contratto per farlo lavorare con la dirigenza, fianco a fianco: ora è il nostro vicepresidente ed è fantastico poterlo coinvolgere nelle discussioni. Spero che possa aiutare l’Inter a diventare ancora più popolare nel mondo, è per noi una leggenda vivente. Ora è stato pure nominato Ambasciatore di Expo 2015, la dimostrazione che la sua figura non appartiene solo all’Inter, ma a tutta la città di Milano. E’ positivo poter lavorare con lui".
Come avete convinto Shaqiri a preferire voi al Liverpool?
"Vogliamo fare arrivare i migliori giocatori all’Inter. Sapevamo di avere poche ali e abbiamo comprato Podolski, un campione del mondo con esperienza al Bayern Monaco e all’Arsenal. Allo stesso tempo vogliamo una squadra giovane, di media intorno ai 26 anni. E stiamo lavorando per questo. Ci servono grandi giovani come Kovacic, Icardi e adesso anche Shaqiri. Sono i giocatori del nostro futuro. L’Inter è un grande club come lo è il Liverpool quindi nessuna sorpresa che Shaqiri abbia scelto noi: grande storia, tre Champions League e mai retrocessi in Serie B".
L’Inter ora ha Icardi, Shaqiri e Kovacic, tre tra i migliori Under-23 al mondo...
"Certo ora abbiamo Kovacic, Shaqiri e Icardi ma non solo: penso per esempio a Juan Jesus e Dodo. Eppoi la primavera con giocatori come Bonazzoli. La formula della mia Inter sarà lanciare giocatori delle giovanili, comprare le stelle del futuro e affiancare loro gente dalla sicura esperienza. Se arriveranno offerte per i nostri talenti le ascolteremo ma non siamo per niente obbligati ad accettarle. Sono importanti per il nostro presente e futuro. Kovacic e Shaqiri hanno contratti che scadono nel 2019. Ascolteremo, considereremo, decideremo".
Idee per il mercato di gennaio?
"Abbiamo un po’ di tempo da qua al 2 febbraio, c’è ancora tempo e in ogni caso abbiamo già fatto un po' di operazioni con buon anticipo. E’ diverso dallo scorso anno, quando prendemmo negli ultimi giorni Hernanes e D’Ambrosio. A ogni modo, da un lato ci sono le limitazioni del fair play finanziario, dall’altro le regole che dall’anno prossimo limiteranno a 25 il numero massimo di giocatori in rosa, e noi ora ne abbiamo 28. Dobbiamo farci trovare preparati. Ci guarderemo intorno per vedere se ci saranno altre opportunità, ma non voglio scendere nei dettagli; sarà anche una questione di opportunità e faremo di tutto per farci trovare pronti e magari trovare quei giocatori che possono completare la rosa".
L’Europa League è da considerarsi l’obiettivo primario del club per questa stagione?
"Per diventare i migliori, dobbiamo sempre puntare al meglio. L’Europa League è sicuramente una competizione molto dura, e noi vogliamo fare quanta più strada possibile, a cominciare dai sedicesimi contro il Celtic, e magari riuscire ad arrivare fino in fondo. L’ingaggio di Roberto Mancini è parte della strategia, perché è un allenatore di esperienza, lo stesso vale per i nuovi acquisti di queste settimane. Vogliamo sempre fare il meglio, non so dove riusciremo ad arrivare ma una cosa è certa, ci sentiamo in obbligo di cercare sempre il meglio".
Vedremo mai un ragazzo indonesiano con la maglia dell’Inter?
"Dipende soprattutto dal talento dei giocatori, non sono io a stabilire se un giocatore sia o non sia buono per noi. Ma chissà, magari presto spunterà un fenomeno indonesiano, chi può dirlo?".
Si può parlare di problemi finanziari per l'Inter in questa stagione?
"Molta gente ha tanta confusione in testa per quel che riguarda le regole del Fair Play Finanziario (FFP). Tutti i club europei devono seguire queste regole. È un po' come il salary cap negli USA ma con un funzionamento diverso. Questo è il modo in cui la UEFA si assicura che l'industria del calcio proceda secondo i piani, per evitare che club apparentemente in salute poi vadano in bancarotta. Il FFP impone ai club di spendere i soldi in maniera oculata a seconda degli introiti. E la stessa cosa è successa all'Inter, credo che non ci possano essere scorciatoie quando si costruisce una squadra, tuttavia dobbiamo avere un progetto a lungo termine. Quando si ingaggiano dei giocatori, dobbiamo assicurarci di prendere dei calciatori che abbiano i giusti requisiti per la squadra".
L'Inter cercherà un accordo di sponsorizzazione importante nel prossimo futuro così come hanno fatto Manchester United e PSG?
"È nei nostri piani, ecco perché abbiamo ingaggiato le migliori persone per occuparsene. Abbiamo voluto alcuni dei migliori dirigenti del Manchester United: Michael Bolingbroke come Amministratore Delegato, James White come Chief Digital Revenue, David Garth come Chief Stadium Revenue, oltre a Claire Lewis dalla Apple come direttore marketing e Dan Chard da AEG, uno dei migliori gruppi per l'intrattenimento. Questo dimostra che ci focalizziamo anche sull'aspetto imprenditoriale oltre che su quello sportivo. Abbiamo un grande allenatore come Roberto Mancini, allora perché non reclutare anche un grande Amministratore Delegato? Lo abbiamo fatto! È come per le due facce di una stessa moneta, ci dev'essere un equilibrio tra lo staff tecnico e la dirigenza. Se il Manchester United non riesce a entrare in Champions League, per loro può anche non essere un problema. A livello finanziario sono comunque messi bene, ecco perché continuano a ingaggiare giocatori importanti. Giocare in Champions League porta loro 50 milioni di euro di introiti, non 500. Per grandi club come Barcellona, Real Madrid e Manchester United, 50 milioni sono solo il 10 percento degli introiti totali. Quindi, non ci sono problemi se non riescono a qualificarsi per la Champions League. Ma a livello di immagine e calcistico, cosa succede se grandi squadre come il Manchester United o l'Inter non giocano in Champions League? I grandi giocatori ci penseranno due volte prima di firmare un contratto con squadre da decimo, nono o settimo posto in campionato".
E per quanto riguarda il progetto stadio? Crede che possa essere d'aiuto dal punto di vista finanziario?
"San Siro è uno dei migliori stadi al mondo, viene subito in mente a chiunque. Anche se non è detto che non ci possano essere altre location a Milano. Vedremo. Vogliamo sicuramente uno stadio per noi, ma abbiamo ancora un accordo con il Milan e il Comune. Dobbiamo coordinarci con il club rossonero su questo argomento. Volete rimanere o andare via? Se volete andarvene, quando? Così possiamo prepararci. Avere il nostro stadio ci darà molti vantaggi, potremo gestire la nostra struttura, i botteghini e le sponsorizzazioni. Potremo costruire un bel museo, migliorare i posti a sedere, la vendita dei biglietti e fare branding per le sponsorizzazioni. Allo stato attuale è difficile. Il Milan ha Fly Emirates come sponsor mentre noi abbiamo Pirelli e non possiamo usare il nostro sponsor in maniera permanente allo stadio perché comunque condividiamo quel terreno con loro. Colori diversi, rosso e blu. Rispettiamo i rapporti e gli accordi, ma dobbiamo superare questa situazione, qualunque sia la decisione".
Ci dica qualcosa in più sulla posizione dello stadio:
"Potrebbe essere a San Siro o da qualche altra parte. Abbiamo sentito più volte annunci che il Milan è intenzionato a lasciare San Siro e costruire un nuovo stadio. Ok, allora aspetteremo questo. Se dicessero di andare via entro i prossimi cinque anni, allora avremo la possibilità di organizzarci".
Mancini ha stilato la sua lista di obiettivi per il mercato?
"Sì, ma come ho già detto dipende dalle opportunità. Abbiamo visto la lista e alcuni obiettivi direi che li abbiamo già raggiunti!".
Ci saranno movimenti in uscita in questa sessione invernale?
"Dipende dalle situazioni: se ci dovesse essere l'interesse per qualcuno da parte di altri club, ascolteremmo la cosa. Ma poi accettare l'offerta o no è una nostra decisione. Dobbiamo guardare in faccia alla realtà e ricordarci che, come ho detto, dobbiamo avere una rosa di 25 giocatori e un'età media di 26.5 anni".
Quale tipo di offerta potrebbe portarla a vendere Kovacic e Icardi?
"Penso di aver già risposto. Vedremo ma come ho detto non siamo obbligati ad accettare le offerte! Sono elementi importanti per noi".
Avete inviato degli osservatori dell'Inter alla Coppa d'Asia?
"Sì, come li avevamo mandati anche l'estate scorsa in Brasile per la Coppa del Mondo e ottenuto qualche risultato. Certamente dobbiamo farlo in maniera continuativa, ma è ancora troppo presto per commentare possibili obiettivi".
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