Era il 14 agosto 2002,  Stadio José Alvalade di Lisbona. Lo Sporting riceve l'Inter di Hector Cuper per l'andata del terzo turno preliminare di Champions League. A un certo punto dalla panchina entra un certo Cristiano Ronaldo: 17 anni, se ne dice un gran bene. E a marcarlo è Francesco Coco. "Cuper mi aveva messo in guardia da Quaresma. Nessuno conosceva Cristiano. In campo però fu lui a crearmi più problemi. Giocavo sulla fascia sinistra, dove andò a posizionarsi lui. Era forte fisicamente. Tenergli testa non fu facile", ricorda l'ex terzino nerazzurro alla Gazzetta dello Sport.

Che cosa vi aveva colpito di lui?
"Palla al piede provava a disorientarti con movimenti rapidi. Poi aveva una velocità di gambe pazzesca. Mi aveva impressionato l’esplosività. Giocava già con grande personalità, nonostante la scarsa esperienza".

A fine partita Ronaldo scambiò la maglietta con Di Biagio...
"All'inizio Gigi non la voleva. La accettò per mancanza di alternative: non poteva sapere chi sarebbe diventato Ronaldo. Ora se la tiene stretta come una reliquia. Io e miei ex compagni ci sentiamo privilegiati per aver assistito al suo debutto".

CR7 è costato 100 milioni...
"È un buon investimento sia tecnico che economico. Ha 33 anni, ma sembra averne 5 in meno ed è fisicamente integro. Ora la Juve ha gli occhi addosso: serviva sia a lei per consacrarsi in Europa che alla Serie A per rilanciarsi".

Il colpo Ronaldo mette i bianconeri ancora di più al top in Italia?
"Sì, l’acquisto di Ronaldo le dà qualcosa in più a livello mentale. Però ha preso anche altri ottimi giocatori come Emre Can e Cancelo. L’Inter si stava muovendo meglio di tutte sul mercato prima che la Juve piazzasse il colpo Ronaldo, che l’ha messa di nuovo in prima fila".

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Sezione: Rassegna / Data: Sab 21 luglio 2018 alle 10:55 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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