Tuttosport ospita oggi l'intervista a Fabrizio Ugo, cardiologo dello sport dell’Istituto di medicina dello sport di Torino Fmsi, riguardo a quanto accaduto lo scorso fine settimana a Evan Ndicka e anche a Mattia Giani, giocatore del Castelfiorentino colpito da arresto cardiaco e morto lunedì mattina. 

"Siamo davanti a due casi completamente diversi - dice - Nel primo si è vista una caduta a terra dopo un contatto fisico, ma non c’è stata perdita di coscienza. Il suo non è dunque avvicinabile a episodi come quelli di Morosini o Bovolenta. La causa dovrebbe essere quella di uno pneumotorace da trauma, un “collasso” del polmone che può anche capitare spontaneamente nei giovani tra i 15 e i 17 anni, in particolare se con fisici longilinei e magrolini".

"Di altra natura - prosegue - quanto capitato a Giani. Nel suo caso si è trattato di un arresto cardiaco e le circostanze hanno concorso al consumarsi del dramma. Cosa può fare la differenza in questi casi? L’arrivo con la giusta tempistica del defibrillatore, l’unico strumento che può salvare la vita. Deve però esserci qualcuno capace a usarlo, anche personale “laico” e non medico. Sono inoltre necessarie la presenza di un’ambulanza sul posto e, in ogni caso, di un medico su quella che viene chiamata. Nel caso di Giani pare che tutto questo sia mancato, così la giusta comunicazione con i soccorsi. Nel nostro Paese siamo ancora indietro circa la sensibilità sulla presenza e l’uso del defibrillatore".

Sezione: Rassegna / Data: Gio 18 aprile 2024 alle 13:10
Autore: Redazione FcInterNews.it / Twitter: @Fcinternewsit
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