"Milano, 23 aprile 2024, la notte della Seconda Stella interista. Al balcone si affacciano alcuni neocampioni d’Italia. Fra questi, Dumfries, Barella e Calhanoglu. Dai tifosi sottostanti parte un coro becero e volgare contro Theo Hernandez, espulso insieme con Dumfries per reciproche scorrettezze nel finale del derby. Barella prende il megafono, fa ampi cenni con le braccia, come per dire: piantatela! Stronca la gazzarra e lancia un altro coro, inneggiante a Dumfries". È il ricordo di un dettaglio, che dettaglio non è, della lunga notte del Duomo trascorsa da alcuni dei tifosi nerazzurri con il suo popolo nell'immediata post-conquista matematica dello scudetto, che Tuttosport mette per iscritto per non lasciare che proprio quel dettaglio venga ricordato. E come vi abbiamo raccontato anche noi di FcInterNews.it attraverso le nostre immagini (RIVEDI QUI), "i fan gli vanno dietro, quasi fosse il loro pifferaio magico, e le contumelie indirizzate al milanista cessano subito".

"Al tempo in cui festeggiare un trofeo insolentendo gli avversari sembrava essere l’urticante riflesso condizionato dei barbari, Barella è andato controcorrente, guadagnandosi rispetto e stima. E dimostrando che un altro calcio è possibile, dentro e fuori dagli stadi" ci tiene a sottolineare Xavier Jacobelli nel suo editoriale sulle pagine di TS, dove poi ricorda come "il viatico più lusinghiero e al tempo stesso più impegnativo" Nicolò lo aveva ricevuto dal mostro sacro del calcio italiano e pietra miliare della storia della Sardegna, Gigi Riva. E proprio "il comportamento tenuto nella notte del ventesimo scudetto sarebbe piaciuto senz’altro a Rombo di Tuono, archetipo della sarditudine anche nel calcio, intesa come orgoglio, determinazione, irriducibile volontà di non arrendersi e di battersi sempre sino all’ultimo. C’è di più. Barella che stoppa il coro anti Hernandez è la dimostrazione che si può e si deve intendere il confronto sportivo nel modo migliore". Un po' come un altro sardo, quantomeno per adozione, come Ranieri che lo scorso giugno 2023, a Bari, conquista la Serie A con il suo Cagliari al 94’ e va sotto la curva dei sostenitori del Casteddu, "zittendo i ritornelli derisori sugli avversari appena sconfitti e invitandoli, invece, ad applaudirli".

O come Klopp a Bergamo, lo scorso il 18 aprile, dopo l'eliminazione dall’Europa League per mano dell’Atalanta, andato ad applaudire, togliendo il cappello, i tifosi bergamaschi, o come la Roma che il 25 aprile 2024 torna a Udine per giocare gli ultimi minuti della partita con l’Udinese, sospesa a per il malore di Ndicka e andata a ringraziare la curva bianconera per la solidarietà e il sostegno ricevuti. 

"Ci sono momenti in cui il calcio riesce a riappropriarsi della propria identità collettiva, a seconda delle circostanze e degli uomini che sanno esserne protagonisti, riconoscendosi nei suoi valori fondanti. E si capisce perché questo sia il modo più efficace per cambiare l’aria che tira. A volte, basta un megafono per alzare la voce del rispetto. Barella l’ha dimostrato".

Sezione: Rassegna / Data: Dom 28 aprile 2024 alle 11:20
Autore: Egle Patanè
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