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Sara Bergomi a FcIN: "Che ricordi da piccola con i completi di papà. Icardi? La fascia comporta responsabilità"

di Redazione FcInterNews.it

Figlia dello storico capitano nerazzurro Giuseppe Bergomi, Sara è ormai una donna di 22 anni che si affaccia sul mondo del lavoro con un nome ingombrante e carisma da vendere. L'abbiamo incontrata per sapere un po' più di lei e di cosa ne pensa di quanto sta succedendo nel mondo Inter:

Ciao Sara, benvenuta. Di cosa ti occupi in questo momento?
"In questo momento sono al secondo anno di Università. Sto studiando Comunicazione presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano".

Figlia di un capitano D.O.C. come Giuseppe Bergomi, difficilmente però ti ricorderai di tuo papà in campo visto che si è ritirato quando avevi due anni. Qual è il tuo primo ricordo legato al mondo Inter e/o a San Siro?
"Forse il primo ricordo che ho legato al mondo Inter è quando da piccola mi piaceva indossare le vecchie magliette e pantaloncini di mio papà, che ovviamente erano di otto taglie più grandi".

Vai spesso allo stadio?
"Quando ero più piccola andavo spesso a San Siro per vedere l'Inter. Ora, essendo fidanzata con Gabriele (Gori, ndr) che gioca nel Livorno seguo più lui che l'Inter, devo essere sincera. In ogni caso seguo sempre l'Inter anche da casa".

“Lo Zio” ha mai cercato di avvicinarti al calcio giocato?
"No, non ha mai cercato di avvicinarmi a quel mondo. Mio fratello giocava da piccolo nell'Accademia Inter, ma poi anche lui ha smesso e ha deciso di dedicarsi al tennis".

Cosa ne pensi del caso Icardi? Se tuo padre fosse stato al posto di Mauro, come pensi avrebbe reagito?
"Preferisco non esprimermi sul caso Icardi, ma posso solamente dirti che essere il capitano di una squadra comporta moltissime responsabilità e bisogna essere in grado di gestirle nel migliore dei modi. Inoltre la fascia da capitano rappresenta la manifestazione del rispetto e della fiducia che i compagni hanno nei tuoi confronti".

Chiudiamo con una curiosità. Sei stata protagonista di un simpatico scherzo a tuo padre in collaborazione con 'Le Iene'. Ci racconti come è nato lo sketch e, se c’è, qualche dietro le quinte?
"Sono stata contattata da Sebastian Gazzarrini, un inviato de 'Le Iene', che si occupa della parte degli scherzi. Ci siamo incontrati a Mediaset per mettere giù qualche idea, pensando a quali cose avrebbero potuto far arrabbiare mio papà. Ti posso dire che è stata la cosa più complessa? Mio papà è una persona molto riservata e pacata, credo che non si sia mai scomposto in pubblico. Però dai, alla fine è venuto fuori uno scherzo divertente ugualmente. Una curiosità riguardo le riprese è che lo scherzo inizialmente doveva durare solo tre giorni, ma a mio papà si è rotto il telefono nel frattempo e quindi reperirlo è stato davvero complicato".

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Andrea Morabito


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