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Bene il tridente classico, ma solo dopo il vantaggio

di Fabio Costantino
Pandev, uno dei tre attaccanti scesi in campo ieri

Assente Milito, punta centrale per natura, e fuori causa i due trequartisti Sneijder e Stankovic, Mourinho è tornato al classico 4-3-3, con un attaccante in mezzo (Eto'o) e due esterni (Quaresma e Pandev), i quali spesso si sono scambiati la fascia di competenza. In mezzo, mediana tosta con un buon tasso tecnico. Il Livorno, invece, si è proposto senza la punta più forte, Lucarelli, con Danilevicius davanti a Di Gennaro, e tre difensori davanti a Rubinho. Schieramento che non è mutato neanche con l'innesto di Tavano al posto dell'ex Milan. L'Inter ha sofferto nella prima parte del primo tempo la compattezza del centrocampo livornese, a cinque, che andava a pressare i portatori di palla. In quest'ottica, l'assenza di playmaker ha pesato notevolmente. I nerazzurri hanno creato poco fino al gol del vantaggio di Eto'o, che ha in pratica cambiato la partita, perché ha costretto gli uomini di Cosmi ad avanzare il baricentro, lasciando un po' scoperta la retroguardia, spesso costretta al tre contro tre. Non è un caso se il match, per l'Inter, è diventato più facile, e le opportunità in contropiede sono aumentate. Dopo il 3-0 nella ripresa la partita è praticamente finita e neanche le sostituzioni hanno cambiato assetto strategico alla capolista. 


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