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Biabiany e Pandev, contributo pari a zero

di Fabio Costantino

Al Bentegodi di Verona Benitez decide di confermare il suo 4-2-3-1, grazie anche al rientro di Cambiasso a centrocampo. Sorprende che Santon venga posizionato a destra, mentre Zanetti giochi a sinistra, quando i due forse potrebbero rendere meglio a fasce invertite. Pandev agisce largo a sinistra, Biabiany a destra. I due vengono cercati spesso e sovente tentano tagli insidiosi in mezzo (nasce così l’azione del palo), ma l’imprecisione non li abbandona mai. Sneijder soffre la pressione di Marcolini e Constant, che pur agendo dietro le punte tende a coprire più che a costruire. Sotto di un gol, Benitez mantiene lo stesso assetto tattico fino al 40’, quando inverte le fasce di azione di Biabiany e Pandev, ma la sostanza non cambia. Nella ripresa, comunque, allargando meglio il gioco l’Inter sembra trarre giovamento ma negli ultimi metri, maga la fluidità è un concetto che non appartiene a questa squadra, più soggetta alla casualità che a un’idea di base chiara. L’ingresso di Nwankwo al posto di Cambiasso si limita a dare un po’ di freschezza alla mediana, togliendole però esperienza e tasso tecnico.

Il Chievo, dal canto suo, si limita a contenere e ripartire, e l’ingresso di Moscardelli al posto di Pellissier permette alla squadra di Pioli di salire più facilmente. Che Benitez sia disperato lo si capisce a metà ripresa, quando si vede costretto a richiamare l’impalpabile e confusionario Biabiany lanciando un altro esordiente, Alibec, che si piazza nella zona centrale dell’attacco, lasciando a Eto’o la fascia sinistra. A mettere fine a ogni alchimia tattica pensa poi Moscardelli, che fissa il punteggio sul 2-0 e chiude idealmente i conti.

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