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Bologna-Inter - Donadoni blocca le fonti di gioco di un'Inter lenta

di Matteo Serra

Per l'insidiosa trasfermìta nel turno infrasettimanale di Bologna, Luciano Spalletti sceglie l'usato sicuro e preferisce Nagatomo a Dalbert sulla corsia di sinistra. Per il resto la formazione che scende in campo dal primo minuto è la stessa che ha vinto a Crotone, con la sola staffetta tra Vecino e Gagliardini al fianco di Borja Valero in mediana. Icardi con il nuovo look è al centro dell'attacco con Perisic e Candreva sulla fasce. Donadoni invece si affida al solito 4-3-3, con Donsah e Poli che agiscono da mezzali e davanti la fisicità di Petkovic, che sfrutta l'infortunio di Destro e le difficoltà fisiche di Palacio per strappare una maglia da titolare. Verdi e Di Francesco le frecce da lanciare sugli esterni. 

PRIMO TEMPO - Il Bologna scende in campo con l'intento di seguire lo stesso copione del primo tempo giocato contro il Napoli, ovvero tentare di colmare con il ritmo elevato e un grande pressing il gap tecnico con l'avversario. La squadra di Donadoni ci riesce fin da subito, anche se è l'Inter a rendersi pericolosa alla prima azione di gioco grazie a Candreva che scappa via sulla destra e serve Joao Mario, che abbastanza goffamente liscia il pallone. Il Bologna recepisce il messaggio e iniza allora a giocare: la squadra di Donadoni crea molta intensità in mezzo al campo, con Donsah e Poli che si alzano per disturbare Vecino e Gagliardini, mentre Pulgar ha il compito di agire da ombra su Joao Mario. Verdi e Di Francesco poi fanno capire di essere subito in grande serata, mostrando grande velocità, sia nello stresso che a campo aperto. L'Inter forse sorpresa subisce questo atteggiamento, cercando di trovare certezze nel proprio possesso palla, che non ha però la lucidità delle ultime partite. Borja Valero e Vecino provano a farsi vedere e a fornire un appoggio ai compagni, ma soffrono la marcatura a uomo e spesso sono costretti a scaricare la palla sui difensori. Perisic e Candreva a turno vengono al centro del campo, ma l'intensità è molta e nonostante le loro qualità tecniche, anche loro vanno in difficoltà. Verdi e Di Francesco sfruttano alla grande la fisicità di Petkovic, che da solo riesce a tenere a bada Skriniar e Miranda, aprendo continuamente spazi per i compagni. Buona prova dell'ex Trapani, che fa quello che in casa Inter dovrebbe fare invece Icardi, fantasma per gran parte della partita. La difficoltà dell'Inter viene palesata dal tentativo di suicidio della squadra quando Handanovic rischia un passaggio per Vecino, che si fa anticipare dall'avversario. Petkovic serve Verdi che da dentro l'area tira fuori di un millimetro. Alla mezz'ora il Bologna passa in vantaggio meritatamente con Verdi, che sfrutta il cattivo posizionamento dei nerazzurri: l'esterno entra nel campo, D'Ambrosio non lo segue per non perdere la posizione. Verdi così è libero di girarsi e puntare la porta: sbaglia Skriniar, che non di rende conto di essere in una situazione di 3 contro 1, decidendo quindi di indietreggiare. Questo permette a Verdi di toccare la palla tre volte prima di calciare in porta e portare avanti i suoi. Errore della difesa, che valuta male la situazione e si fa sorprendere. Sul finale del primo tempo l'Inter riesce per la prima volta a farsi vedere concretamente in attacco: finalmente Borja Valero accelera la manovra e trova Perisic, che prova ad innescare Icardi: la palla è lunga, ma è un segnale. 

SECONDO TEMPO - Nell'intervallo gli allenatori non fanno cambi. Il pallino adesso passa nei piedi dell'Inter, che inizia ad alzare il ritmo, approfittando anche del calo fisiologico del Bologna, che si vede costretta ad abbassare il proprio baricentro, conscia di non poter sostenere lo stesso pressing della prima frazione di gioco. La squadra di Donadoni però continua a pungere in contropiede, soprattutto con Verdi, a tratti imprendibile. Spalletti allora toglie Joao Mario, distratto, lento ed evanescente ed inserisce Eder. L'italo-brasiliano a dire il vero non fa niente di eccezionale, ma fornire una presenza offensiva di gran lunga più valida del portoghese. L'Inter inizia a collezionare molti cross, spesso però imprecisi o respinti dalla difesa avversaria. In alcuni casi l'Inter potrebbe provare una giocata diversa, verticalizzando con palle lunghe anche sopra la linea difensiva, ma invece la squadra di Spalletti continua con il proprio fraseggio corto in mezzo al campo. Capiamoci, cercare il gioco è sempre una buona soluzione, ma in una partita come questa, dove gli avversari semplicemente vanno di più, una palla lunga, magari per la corsa di Perisic, poteva essere una soluzione per creare qualche fastidio in più alla difesa emiliana, che invece tutto sommato riesce sempre a controllare ogni tentativo offensivo. Perisic si accentra, ma Nagatomo non ferisce. Di là D'Ambrosio ha più spinta, ma Candreva resta largo e spesso i due si pestano i piedi. Spalletti in conferenza stampa ha parlato di come la squadra dovrà migliorare in questo aspetto: col Bologna è stato un limite. L'Inter pareggia grazie ad un rigore fortunoso, perché l'ex M'Baye non ha nessuna intenzione di fare fallo, anche se, a suo malgrado, è proprio quello che fa. Un 1-1 che per come è arrivato è importante, permette all'Inter di restare imbattuta, ma non può che avere un sapore amaro. Amaro perché dopo Crotone sono venuti fuori i limiti di una squadra che non sa ancora alzare il ritmo quando pressata, deve dare più qualità, nei singoli e nel collettivo, per fronteggiare ogni situazione di gioco. Spalletti lo sa bene e si metterà all'opera, ma la crescita deve essere dei giocatori. 


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Domenica 15 dicembre