Bologna-Inter - Il giropalla non smuove. Ninja-gol: Pippo esagera
Non è dato sapere se nelle intenzioni di Luciano Spalletti ci fossa la volontà di tornare al 4-2-3-1 anche prima di venire a conoscenza del problema muscolare a Mauro Icardi, fatto sta che per la trasferta del Dall'Ara il tecnico di Certaldo cambia assetto tattico, rinunciando al 3-4-2-1 già visto contro il Torino e favorito anche per la partita di Bologna. Con il capitano ai box e Lautaro Martinez non in buone condizioni, Spalletti rispolvera il concetto di falso nueve affidando il ruolo a Keita Baldé e testandone dal primo minuto la riconosciuta duttilità. Alle sue spalle l'esordio di Radja Nainggolan, in mezzo, con Roberto Gagliardini al fianco di Marcelo Brozovic, maggiore copertura. Non cambia assetto invece Filippo Inzaghi, che conferma la difesa a tre e punta in attacco sui centimetri di Diego Falcinelli e Federico Santander. In mediana la corsa e i muscoli di Andrea Poli, Erick Pulgar e Blerim Dzemaili.
PRIMO TEMPO - Avvio promettente dell'Inter che spinge tanto a destra anche con Keita, anche se sulla carta il senegalese dovrebbe presidiare l'area di rigore. I nerazzurri alzano molto il pressing costringendo i rossoblu a rinvii affannosi dalla propria area di rigore. Una volta smorzata la pressione degli avversari, la squadra di Inzaghi prende le misure e rallenta i ritmi, alzando invece il livello di aggressività anche sui portatori di palla nerazzurri. Dal canto suo, l'Inter fatica a trovare spazi perché il Bologna dietro è ben organizzato. Spetta ai centrali salire con il pallone liberandosene appena trovano un compagno tra le righe o lanciando in avanti alla ricerca della testa di Ivan Perisic. Dopo un quarto d'ora, Spalletti cambia le posizioni dei suoi offensivi: Matteo Politano va a sinistra, Keita a destra e Perisic si muove centralmente. Esperimento che si presta a ulteriori variazioni perché i tre cambiano spesso posizione. Nainggolan si muove molto fra centrocampo e limite dell'area, ed è Gagliardini il centrocampista incaricato di inserirsi. La squadra di casa spinge soprattutto a sinistra, dove Mitchell Dijks attacca spesso Danilo D'Ambrosio, e punta molto sui lanci lunghi per la testa di Falcinelli e Santander, incaricati di cercare i compagni per dare continuità alla manovra e guadagnare metri. Nel finale del primo tempo, con l'Inter che ormai ha una chiara supremazia nel possesso palla, Keita si rende molto pericoloso spostato a sinistra.
SECONDO TEMPO - Nella ripresa non cambia il copione del finale di primo tempo e sono gli ospiti ad avere il pallino del gioco, con il Bologna che si limita ad attendere e a cercare di salire appena l'Inter sbaglia. La manovra della squadra di Spalletti a tratti è avvolgente, ma non si riescono a trovare varchi per la verticalizzazione vincente. In tal senso pesa l'assenza di Icardi in area: i palloni messi dentro non trovano nessuno pronto a gestirli con pericolosità. Dopo neanche 20 minuti le due squadre iniziano a manifestare una certa stanchezza e concedono qualche metro in più. In particolare è il Bologna che prova ad approfittare degli spazi che l'Inter inevitabilmente, alzando il baricentro e faticando a rientrare velocemente, lascia. La rete di Nainggolan al 66' è un toccasana per gli ospiti, che possono iniziare a respirare gestendo il pallone con rapidi tocchi anche a breve distanza. La contromossa di Inzaghi è l'ingresso di Riccardo Orsolini al posto di Sebastian De Maio, che cambia assetto tattico alla sua squadra: 4-3-3, con il nuovo entrato che va a giocare da esterno destro offensivo. Poco dopo il tecnico felsineo rimpolpa il reparto offensivo con Orji Okwonkwo al posto di Poli, mentre l'ingresso di Mattia Destro per Falcinelli è per dare freschezza là davanti. La replica di Spalletti è il passaggio al 4-3-3 con Matias Vecino che sostituisce Nainggolan e va a rinforzare la mediana (pur muovendosi leggermente più avanti, come testimonia lo zampino nelle reti due e tre) e con Antonio Candreva che prende il posto di Keita Baldé. I tre davanti scambiano posizione e non danno riferimenti alla difesa rossoblu, nasce così la rete del raddoppio dell'esterno romano. La terza rete di Perisic mette ogni ipotesi di equilibrio finale in ghiaccio e nasce dall'eccessivo sbilanciamento del Bologna che non può permettersi quattro giocatori offensivi senza pagare dazio dietro. In tal senso l'Inter è cinica all'inverosimile, perché non perde mai le giuste distanze e sfrutta gli spazi che le vengono concessi.
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