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Buona la prima mister. L'Inter è cattiva e determinata

di Alberto Casavecchia

Appare scontato decantare le lodi del tecnico che subentra all’altro appena esonerato, restituisce entusiasmo e fiducia nei mezzi della squadra e porta subito a casa tre punti, con impresso su il sigillo delle sue decisioni. A rischio di essere ripetitivi e banali, Claudio Ranieri ha fatto tutto ciò. Certo i problemi non sono magicamente svaniti, ma si vedono dei passi in avanti. Si è rimessa, sotto i piedi dei nerazzurri, una base solida di certezze sulle quali ricostruire il futuro. Buona la prova nel primo, con una pressione costante che ha tenuto bassi i chiusi felsinei di Bisoli, autoritaria nel secondo quando, dopo il pareggio di Diamanti e una breve fase di sofferenza, l’Inter ha spinto e portato a casa i tre punti con autorità.

Ranieri schiera la squadra con il conosciuto e collaudato rombo. Due punte, Giampaolo Pazzini e Diego Forlán, supportate da Philippe Coutinho che gioca sulla trequarti a loro sostegno, col compito difensivo di coprire la fascia destra in fase di non possesso palla, formando un 4-4-2 con in mezzo la coppia argentina Cambiasso-Zanetti. Il reparto viene completato da Joel Obi, che si fa notare molto bene in fase di spinta sulla sinistra. Chivu rimane più indietro rispetto a Nagatomo, che sulla destra prova a spingere e appoggiare al meglio la manovra offensiva nerazzurra. La squadra ha tenuto alta la pressione nei primi minuti, mettendo sotto un Bologna chiuso a riccio, pronto a serrare gli spazi. Diego Forlán ha preso la squadra in mano, andando a combinare con Coutinho e con Esteban Cambiasso, apparso un giocatore diverso rispetto a quello impacciato e in debito d’ossigeno che si è visto solo tre giorni fa. Da una loro combinazione, l’Inter trova il vantaggio. In difesa la squadra regge bene, molto più coperta e meno distratta rispetto al passato. La difesa a quattro, a parte l’errore nella linea del fuorigioco che ha lanciato Di Vaio solo davanti a Julio Cesar, è sembrata meno in difficoltà rispetto a quella a tre che Gasperini proponeva.

Nella ripresa, il tecnico romano, forse troppo frettolosamente, cambia schema, passando a un prudente 4-4-2, dopo il cambio Jonathan-Coutinho, con l’ex Cruzeiro che si piazza davanti a Nagatomo, e quello Muntari-Obi. L’Inter, però, tira i remi in barca e il Bologna guadagna metri e raggiunge il pareggio, più per colpa di Tagliavento che vede un rigore inesistente, che per meriti reali. Julio Cesar, a parte un tiro piazzato di Ramirez, non ha effettuato parate. Sul pareggio i padroni di casa hanno preso coraggio, con Bisoli che inseriva Acquafresca per Di Vaio, ma Ranieri ha calato l’asso Milito (al posto di Forlán), in coppia con Pazzini, sfruttando le qualità di uomini d’area di rigore dei due e cercando di sfruttare le fasce e gli inserimenti centrali. Da una di queste azioni nasce il rigore del gol 2-1 di Milito, grazie una bella combinazione con il Pazzo.

L’Inter sembra essere rinata. Certo ci sono ancora delle cose da sistemare, ma la tenuta atletica sembra migliorata salvo i giri a vuoto nella prima parte della ripresa. La squadra corre meglio e corre meno, a dimostrazione che le voragini viste nel 3-4-3 di Gasperini sono solo un brutto ricordo.


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