Difesa horror, Handa-Ranocchia-Juan Jesus: che regali. Il Profeta ci prova, il doppio palo specchio dell’Inter
L’Inter è di scena al ‘Marassi’ contro il Genoa per la penultima giornata della Serie A 2014/15. I nerazzurri sono alla ricerca di una vittoria per continuare a sognare nella qualificazione in Europa League, mentre i rossoblù sperano di superare i cugini per agganciare il sesto posto che, licenza Uefa a parte, vorrebbe dire piazzamento europeo.
Roberto Mancini schiera il classico 4-3-1-2 davanti ad Handanovic. Linea difensiva a quattro con D’Ambrosio, Ranocchia, Juan Jesus e Nagatomo. Confermato il centrocampo visto contro la Juventus, con Medel davanti la difesa, Brozovic a destra e Kovacic a sinistra. Hernanes ritrova il suo posto tra gli undici titolari alle spalle di Icardi e Palacio.
Consueto 3-4-3 per Gian Piero Gasperini. Perin in porta; Roncaglia, Burdisso e De Maio in difesa; Roncon ed Edenilson sono gli esterni di centrocampo. Bertolacci e Kucka in mediana. Tridente offensivo formato da Pavoletti punta centrale, con Lestienne a sinistra e Iago Falque a destra.
L’inizio di gara è di marca rossoblù, con Lestienne che gira di testa un ottimo cross di Rincon ma non trova la via della rete solo grazie ad un poderoso Handanovic. Il Genoa sviluppa molto bene il proprio gioco soprattutto sugli esterni, con Rincon ed Edenilson che scambiano spesso fascia per trovare la soluzione più adatta. I più pericolosi per il Grifone, però, risultano i tre uomini offensivi, con il belga e Iago Falque molto bravi ad infilarsi alle spalle di un ottimo Pavoletti, molto bravo ad agire da boa. La difesa dell’Inter è in difficoltà sugli attacchi dei liguri. Si nota l’assenza di Vidic al centro della retroguardia nerazzurra, distratta e generosa nel regalare al Genoa grandissimi spazi per le percussioni dei suoi attaccanti. Anche D'Ambrosio e Nagatomo, che solitamente si propongono spesso in avanti, rimangono piuttosto bloccati dietro. Diligente la partita dell'italiano, molto meno quella del giapponese, che ad un'inesistente gara offensiva accompagna anche una pessima fase difensiva. In avanti solita gara di Palacio, molto bravo ad aprire gli spazi e ad allargare la difesa gialloblù. Anche Hernanes gioca insolitamente largo a destra, con l'intento di portare nella sua zona De Maio e lasciare Icardi solo nell'uno contro uno con Burdisso.
Nonostante un avvio non brillantissimo, il pressing alto del centrocampo disposto da Mancini ed i numerosi buchi lasciati da un Genoa con pochi uomini difensivi permettono all’Inter di essere comunque pericolosa dalle parti di Mattia Perin, tanto da trovare in uno strappo di Hernanes la rete del vantaggio firmata Icardi. L’uno a zero dura poco però, perché un errore di tutta la retroguardia dell’Inter con la complicità di Medel favorisce Pavoletti, implacabile a freddare Handanovic per l'1-1. Nella circostanza Ranocchia opera una marcatura larghissima nei confronti dell’ex Sassuolo, con Juan Jesus in ritardo a causa del movimento di Iago Falque sulla sinistra, lasciato colpevolmente solo da Nagatomo .
La squadra del Mancio prova a reagire e nuovamente in contropiede Palacio realizza la rete del 2-1. La chiave del vantaggio nerazzurro è a centrocampo: Brozovic-Medel-Kovacic sono infatti in superiorità contro la coppia Kucka-Bertolacci ed i numerosi errori del duo rossoblù favoriscono le ripartenze dell’Inter. Icardi, poi, realizza per due volte la rete del doppio vantaggio, ma l’assistente le annulla entrambe per fuorigioco.
Sul finale di tempo, proprio quando l’offensiva del Genoa sembrava venire meno, ecco che un errore in complicità tra Handanovic e Ranocchia regala il 2-2 ai rossoblù, con Lestienne lesto ad appoggiare in rete a porta vuota.
Non cambia il copione del secondo tempo. Entrambe le squadre sono poco attente tatticamente e a giovarne è lo spettacolo. I grandi spazi favoriscono il gioco degli attaccanti, sia quelli rossoblù che quelli nerazzurri. Handanovic è ancora bravo in un paio di interventi su Kucka e Pavoletti, ma è Hernanes ad accendersi in questa seconda frazione. Partendo da sinistra, con Palacio largo sulla destra, il brasiliano supera sempre il diretto avversario creando numerosi pericoli a Perin. Solo il palo gli nega la gioia del gol, così come sulla ribattuta a botta sicura di Brozovic è la traversa a condannare la squadra di Roberto Mancini.
A 15’ dal termine, il tecnico jesino tenta il tutto per tutto. Fuori Palacio (per crampi) e Brozovic, per Shaqiri e Bonazzoli. Inter che passa ad un 4-2-3-1 con Bonazzoli, Shaqiri ed Hernanes che agiscono alle spalle di Icardi. Primi cambi anche per Gasperini che sostituisce gli esterni offensivi: fuori Lestienne e Iago Falque, al loro posto Laxalt e Izzo.
Sull'asse Bonazzoli-Shaqiri nasce una nuova occasione per l'Inter, ma sul colpo di testa a botta sicura di Icardi la fortuna volta nuovamente le spalle ai nerazzurri, con il pallone che termina sul fondo per pochi centimetri. E’ allora Kucka, a 3’ dal termine, a fissare il punteggio sul 3-2 con un colpo di testa sugli sviluppi di un calcio di punizione. Gli ingressi di Puscas per D’Ambrosio e Tambè per Edenilson hanno valore solo per i tabellini.
Lo specchio della stagione dei nerazzurri è il doppio legno colpito intorno alla mezz’ora del secondo tempo da Hernanes e Brozovic. Il senso di ‘incompiutezza’ insito in ogni tifoso nerazzurro si materializza proprio in quell’azione. Con l’arrivo di Roberto Mancini in panchina di miglioramenti se ne sono visti parecchi: gioco e gol, tranne che in qualche gara, non sono mai mancati, mentre non è mai arrivato quello ‘scatto mentale’ che permettesse ai nerazzurri di svoltare. A questo vanno aggiunti i limiti difensivi. Inutile nascondersi parlando esclusivamente di problemi di testa. Gli errori, talvolta orrori, di posizione della difesa, ed in particolare del duo Ranocchia-Juan Jesus, hanno spesso compromesso quanto di buono prodotto dalla metà campo in avanti. Anche in questa serata, due dei tre gol del Genoa sono stati veri e propri regali della retroguardia nerazzurra. Se davvero si vorrà fare il salto di qualità e tornare a lottare per il titolo, allora, gli investimenti maggiori probabilmente dovranno essere fatti proprio nel settore difensivo.