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Due blitz letali in 120 secondi, poi gestione totale

di Fabio Costantino

Nessuna novità particolare dal punto di vista tattico sia per Pescara sia per Inter. Stroppa e Stramaccioni, infatti, schierano rispettivamente i collaudati 4-3-3 e 4-3-2-1, ma è il tecnico romano a sorprendere lanciando dall’inizio le new entry Gargano (centrale nella mediana a tre) e Cassano, che parte dalla sinistra ma poi passa a destra, quando Strama lascia più spazio a Nagatomo nella sua corsia di competenza. Bene i padroni di casa in avvio, con ampio sfruttamento delle fasce dove Weiss e Caprari, a turno, mettono in crisi i dirimpettai. Cascione, partendo da dietro, ha compiti di inserimento negli ultimi 16 metri avversari dove Jonathas si fa notare solo per il lavoro di sponda.

Dall’altra parte il quadro è ben delineato: smaltiti i primi minuti di sofferenza e baricentro basso, l’Inter comincia a gestire il pallone attendendo le incursioni più redditizie, che arrivano due volte nell’arco di 120 secondi, e sono letali. Sneijder agisce tra la metà campo e il limite dell’area di rigore, Cassano un po’ più defilato ma nel complesso i nerazzurri attaccano da sinistra, dove Zanon è in palese difficoltà contro tutti. Sotto di due reti, il Pescara impiega qualche minuto per ricomporsi ma nel finale della prima frazione ricomincia a spingere e ad alzare un pressing fastidioso, che manda in tilt soprattutto uno spaesato Silvestre.

Nella ripresa l’Inter è padrona del campo: il controllo del gioco è totale, il Pescara in pratica non becca mai palla e rischia ancora di capitolare. L’ingresso di Quintero al posto dello stremato Nielsen cambia poco il leit motiv della serata, così come quello successivo di Coutinho per Cassano, sostituzione evidentemente concordata a tavolino. Gli altri cambi, visto l’andazzo del match (chiuso proprio da Coutinho), influiscono poco tatticamente e la partita fila via liscia in totale scioltezza per i nerazzurri, bravi a centellinare le forze e a far correre a vuoto gli abruzzesi.


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