Eto'o a sinistra e Santon le mosse decisive
L'impressionante lista di infortunati soprattuto a centrocampo costringe Rafa Benitez a proprre Wesley Sneijder in posizione decisamente più arretrata, al fianco di Zanetti in mediana. L'olandese si è trovato così catapultato nel passato, a vestire panni che ormai aveva dismesso, quelli del distruttore e costruttore di gioco davanti alla difesa. Per il resto, undici iniziale nerazzurro piuttosto offensivo, con Coutinho che parte a destra, Pandev a sinistra e Milito ed Eto'o che si interscambiano la posizione centrale. E' soprattutto il Principe, però, ad andare a cercare la palla sulla trequarti. Il Brescia invece conferma la propria organizzazione, con Diamanti e Kone alle spalle di Caracciolo, al quale (sapientemente) viene affidato il peso dell'attacco.
Il gioco però non decolla e dopo il vantaggio del Brescia, che mantiene ordinatamente le posizioni iniziali, i nerazzurri cercano una reazione che però si palesa confusa e senza un'idea tattica soddisfacente alla base. In avanti Eto'o si sposta a sinistra perché partendo più largo riesce a trovare lo spunto e non finisce imbottigliato nella retroguardia bresciana. Allo stesso tempo Pandev viene dirottato sulla destra e Coutinho si accentra, cercando di dialogare con Sneijder che però fatica a entrare in ritmo, forse perché costretto a ineguire l'avversario a volte fino alla propria bandierina del corner. L'infortunio di Maicon non cambia assetto alla squadra, con Cordoba che ne prende il posto sulla fascia destra ma tende a salire meno del brasiliano, lasciando prima Coutinho poi Pandev senza sostegno contro Dallamano.
Nella ripresa un mancamento costringe Sneijder ad alzare bandiera bianca e Benitez lo sostituisce con Obi, che si posiziona al fianco di Zanetti. Con il trscorrere dei minuti Eto'o resta largo a sinistra ed è da lì che crea scompiglio nella metà campo del Brescia, con Chivu che cerca di assecondarlo ma non s'intende più di tanto con lui. Non è un caso se il camerunense tenda a cercare l'uno contro tutti sperando che qualche compagno gli detti l'assist decisivo. Pandev si accentra, ma si muove poco e in coppia con Milito si fa facilmante contenere dai centrali di Iachini. Il terzo k.o. della serata, quello di Samuel, costringe Benitez al terzo cambio: Santon prende il posto dell'argentino e si mette a destra, con Cordoba che scala in mezzo al fianco di Lucio. Una mossa obbligata che però dà i suoi frutti, perché il Bambino con i suoi spunti allarga il gioco e la squadra ne beneficia. Peccato prò che con Coutinho tenda a pestarsi i piedi.
Le contromosse di Iachini sono l'inserimento di Budel al posto di Cordoba e quello di Eder al posto di Kone. Tatticamente non cambia nulla, con il Brescia sempre più arroccato in difesa. Poi, l'infortunio di Diamanti nel finale è un assist alla cpertura del tecnico, che manda in campo il difensore Bega, costruendo così una sorta di 5-3-2 ancora più abbottonato. Tattica che, unita alla scarsa mobilità degli avanti nerazzurri, frutta un ottimo pareggio e limita a un casuale episodio (Milito spara alto da pochi passi) i rischi per le Rondinelle.
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