Frosinone-Inter - Fluidità di manovra, posizioni che cambiano in continuazione: la lezione nerazzurra allo Stirpe
Grazie a un possesso palla veloce e fluido e a un’occupazione degli spazi scientifica, l’Inter esce da Frosinone con 3 punti che valgono tanto per il morale
Il Frosinone parte bene, determinato a mettere subito in apprensione la difesa dell’Inter. Distanze giuste, reparti compatti e pressione alta con la palla a un’Inter schierata e compassata. Brescianini è l’uomo che dal centrocampo si alza e va alla riconquista della palla aiutando nella pressione I 3 attaccanti. Cheddira si defila spesso sulla sinistra per ricevere e puntare l’uomo, dall’altra parte Soulé parte largo a destra ma si accentra spesso palla al piede per provare la conclusione o il filtrante, dialogando con Reinier che a sua volta si è accentrato per diminuire la distanza con il compagno e provare l’uno-due. Mazzitelli è l’equilibratore del centrocampo, gira palla e riesce ad alzarsi con velocità per dare una mano in attacco e rendersi pericoloso. L’Inter parte timida, quasi con lo stesso approccio di Reggio Emilia, ma commette meno sbavature in difesa e riesce a bloccare le azioni offensive del Frosinone. Per il primi 15 minuti non riesce mai a ripartire con qualità, complice il possesso palla prolungato e pericoloso dei ciociari.
Dopo il gol di Frattesi, nato dalla prima ripartenza veloce e ben orchestrata dai nerazzurri, la partita cambia. Asllani sale in cattedra con il possesso palla, alternando traccianti verticali al giro orizzontale o all’indietro per stanare gli attaccanti e i centrocampisti di Di Francesco. Barella si propone sul centro sinistra, la fascia che funziona meglio, riceve, scarica, si butta nello spazio. Dimarco lascia la fascia e si allunga tagliando alle spalle di Zortea e Lirola per andare a occupare la sua solita posizione da attaccante. Anche Arnautovic comincia a venire fuori e a lavorare bene di sponda, proponendo anche qualche pallone interessante. Lo stesso Frattesi sfrutta le sue doti da incursore andando sempre a riempire l’area avversaria senza palla. Thuram è l’uomo ispirato che gioca tra le linee e detta i tempi della manovra offensiva nerazzurra. Anche Darmian taglia il campo e può andare a occupare la fascia opposta, come fa lo stesso Bisseck. In quel caso Carlos scivola a destra a coprire. L’Inter sale di livello nella qualità di manovra e nella fluidità dei posizionamenti, che non sono mai statici o li stessi dell’azione prima. Dove c’è uno spazio libero, un giocatore interista lo va a occupare con o senza palla. Così l’Inter dilaga e il Frosinone, sempre piu chiuso in sé stesso e sulle gambe alza bandiera bianca.
Riccardo Despali