Angolo Tattico - La posizione di Sanchez, la difesa alta del Cagliari, l’intraprendenza di Luvumbo: le chiavi della sfida
L’Inter frena a San Siro contro un Cagliari ben messo in campo, che gioca con la difesa altissima e non ha paura ad aggredire i padroni di casa sui portatori palla della difesa e del centrocampo.
La squadra di Simone Inzaghi parte con un Calhanoglu ispirato che comanda le operazioni a centrocampo facendo filtrare palla per gli esterni o per i braccetti che si alzano e si allargano. Inoltre dialoga bene con Barella e Mikhtaryan con dai e vai in verticale o triangoli per essere poi pronto a cercare subito in verticale la punta che viene in contro. È Sanchez, uno dei migliori dell’Inter, che si stacca dalla difesa alta a 5 del Cagliari e cerca di posizionarsi come trequartista formando un rombo con gli altri tre centrocampisti. Il cileno “scappa” anche dalla fisicità dei centrali del Cagliari per evitare di essere anticipato. Dimarco lavora sempre bene con i piedi sulla linea ma riesce anche a aumentare il peso offensivo posizionandosi vicino a Thuram quando il 70 viene dietro a giocare palla. Il francese funge da terminale offensivo e allunga la squadra con tagli profondi soprattutto quando ha la palla Bastoni che, da dietro, cerca spesso il lancio in verticale a sorprendere la linea sarda.
Dall’altra parte Darmian è più compassato e la catena di destra con Bisseck e Barella crea meno di quella sinistra, anche se è la parte sinistra che soffre di più le ripartenze del Cagliari grazie all’intraprendenza di Luvumbo, che riceve spesso palla largo e prova a spaccare la cerniera di centrocampo interista puntando l’uomo e accentrandosi per crearsi occasioni pericolose. Ma nel primo tempo il solito moto perpetuo dell’Inter incanala la partita nei binari del dominio tecnico. Al 41’ minuto, in fase di possesso, la linea a 3 interista vede Bisseck centrale, Acerbi braccetto a sinistra e Miky a destra. Bastoni è andato a occupare l’esterno a sinistra al posto di Dimarco, che è salito a fare il trequartista accanto a Sanchez. Cambiano le posizioni, cambiano gli uomini, l’interscambio è continuo. Ma gli uomini di Ranieri si difendono bene e ordinati e tengono la linea difensiva alta, non seguendo a uomo ma presidiando le zone del campo con pressing ragionato e mandando spesso in fuorigioco i nerazzurri che entrano.
Nel secondo tempo l’Inter cala di concentrazione e fisicità e il Cagliari comincia a giocare nella metà campo avversaria sempre grazie a un Luvumbo eclettico e ispirato e Shomurodov che prende le misure ad Acerbi in attacco e comincia a lavorare palloni di sponda o proporsi per gli uno due. La difesa interista spesso si abbassa troppo, temendo le scorribande degli esterni avversari, schiacciandosi negli ultimi 20 metri e permettendo al Cagliari di giocare palloni pericolosi a ridosso dell’area di rigore. L’ingresso di Viola e Lapadula aumenta ancora il peso offensivo dei rosso blu, che rischiano alla fine di portare a casa i 3 punti con un’occasione clamorosa sprecata dallo stesso Viola allo scadere. Nell’Inter l’ingresso di Frattesi, Dumfries e Buchanan non dà la scossa necessaria e anzi i nerazzurri aumentano l’imprecisione nei passaggi decisivi degli ultimi 20 metri, esponendosi ai contropiedi del Cagliari. Ora testa al Derby.
Riccardo Despali