.

I cambi nella ripresa non producono molto

di Alberto Casavecchia

Una buona Lazio supera l’Inter. Si potrebbe sintetizzare così la serata di venerdì che, con grande probabilità, cancella i sogni di rimonta nerazzurri, che stanno per abdicare dal loro quadriennale trono senza neanche lottare. Una squadra spenta cade sotto i colpi i Biava, Zarate e Hernanes, sotto i colpi di una Lazio organizzatissima e pronta a punire i nerazzurri ai fianchi, dove lasciavano inesorabili buchi nei quali i prima citati Zarate e Hernanes affondavano i denti con la loro velocità, favorendo gli inserimenti da dietro dei centrocampisti, con Mauri più volte impreciso sottoporta, per fortuna nerazzurra. L'impiego di Muntari non ha inciso, soprattutto perché schierato in una posizione defilata. Con l’entrata di Motta il centrocampo nerazzurro ha mosso qualche passettino sul finire di primo tempo, ma all’inizio della ripresa ha palesato le difficoltà.

Il raddoppio biancoceleste arriva in contropiede con Zarate che si sblocca contro l’Inter sfruttando l’inesperienza di Natalino. Benitez mette dentro Alibec per Muntari, ma da lì in poi c’è solo un monologo laziale. La squadra di Reja si limita a gestire il pallone e cercare i contropiede, ma almeno per una volta la sorte aiuta i nerazzurri e Goran Pandev si sblocca segnando il 2-1. La Lazio a questo punto si abbassa pericolosamente dando occasione all’Inter di risalire, ma senza grande convinzione, creando mischie su palle inattive. Reja gestisce bene i cambi, con Ledesma che prende il posto di Zarate, coprendo il centrocampo  mettendo dentro un metronomo che sapesse gestire la palla, e con Rocchi per Floccari, per dare più spinta e profondità alla squadra. Benitez tenta la carta della disperazione con Santon per Natalino, ma cambia poco e l’Inter, dopo aver incassato il 3-1 di Hernanes, chiude con la traversa di Sneijder su azione personale una partita scialba.

Serve una scossa: gli infortuni sono sì un alibi ma la squadra in campo non reagisce. Non c’è una replica psicologica e i nerazzurri  in campo vagano senza meta alla ricerca disperata di quello che vorrebbero accadesse. Bisogna che ci si ritrovi al più presto, il Mondiale per club incombe.


Altre notizie