I terzini spingono di nuovo. Con il 4-3-3 ritrovati equilibrio e solidità, ma quel 3-5-2 finale è da brividi
Dopo la debacle di domenica scorsa contro il Milan, Roberto Mancini per la gara del ‘Meazza’ con il Chievo Verona rinuncia al 4-2-4 visto nelle ultime uscite e torna al centrocampo a 3 per ritrovare la solidità difensiva perduta dopo l’ottimo girone d’andata.
Subito baricentro alto per i padroni di casa che schiacciano i clivensi nella propria metà campo. Marcelo Brozovic, Gary Medel e Geoffrey Kondogbia provano a dare un ritmo veloce alla manovra, favoriti anche dalla grande ampiezza garantita dai due esterni di difesa, Yuto Nagatomo e Alex Telles, in costante propensione offensiva. Focus particolare lo merita la disposizione dell’attacco nerazzurro: Eder parte molto largo a sinistra, mentre Rodrigo Palacio gioca vicino a Mauro Icardi, lasciando il fianco sinistro della difesa gialloblu sgombro per le incursioni del terzino giapponese. Proprio questo è uno dei tormentoni tattici del match, con il laterale libero di attaccare lo spazio davanti a sé ed il Trenza a portar via la marcatura di Gobbi.
Dopo un primo tempo di totale dominio dell’Inter, con almeno 3 palle gol capitate sui piedi di Icardi e compagni - tutte nate dall’out destro -, Rolando Maran corre ai ripari e passa dal 4-3-1-2 iniziale ad un 4-4-2, con Rigoni e Birsa sulle corsie laterali del centrocampo gialloblu, completato da Pinzi e Radovanovic. Il cambio tattico adottato dal tecnico clivense non sortisce però gli effetti sperati, con Brozovic e Kondogbia che salgono ulteriormente di tono e fanno valere la loro prestanza e la superiorità numerica in mezzo al campo.
Le difficoltà dei nerazzurri nascono nell’ultimo quarto d’ora, quando Mancini per difendere il vantaggio - nato sull’unica azione non costruita della gara - inserisce Juan Jesus per Palacio e passa alla difesa a tre. Le intenzioni del tecnico jesino non rispecchiano però i risultati del campo: il Chievo torna al rombo con M'Poku alle spalle di Inglese e Pellissier e si affaccia con sempre più regolarità dalle parti di Samir Handanovic, inoperoso per tutta la durata della gara. Miranda e compagni riescono, con qualche difficoltà, ad allontanare i pericoli creati dai clivensi e a ritrovare un clean sheets che mancava ormai dal 6 gennaio.