Inter a due facce, De Boer sbaglia le sostituzioni. Nel finale la squadra perde sia logica sia partita
Masochista sembra essere l'aggettivo che meglio si addice all'Inter di Frank de Boer; una squadra che non riesce a cancellare i propri difetti a tal punto da annullare tutto ciò che di buono fa vedere. Soliti errori e soliti difetti che fanno sì che il Cagliari lasci San Siro con i 3 punti, vincendo in rimonta 2 a 1 senza che nessuno possa gridare allo scandalo. Eppure l'Inter parte molto bene: De Boer conferma negli 11 iniziali gli uomini di Roma, arrettrando leggermente la posizione di Banega che non parte a ridosso di Icardi ma agisce da mezzala sinistra in un centrocampo a 3 di cui Medel è il vertice basso e Joao Mario la mezzala destra. Icardi è il punto di riferimento offensivo insieme a Perisic e Candreva, Ansaldi e Santon i terzini. Il Cagliari di Rastelli dal canto suo si presenta a Milano con un piano tattico ben preciso: difendersi con attenzione e sfruttare le ripartenze, conscio dell'instabilità difensiva dell'Inter. In questa chiave bisogna leggere la scelta di mettere, al fianco di Sau, non Marco Borriello, il miglior giocatore offensivo della squadra e lasciato in panchina, ma Federico Melchiorri, meno potente fisicamente ma più rapido e in grado di dare maggiore profondità alla squadra.
L'Inter però scende bene in campo, la palla gira rapidamente da una parte all'altra e questo mette in difficoltà i centrocampisti sardi, che faticano a scalare velocemente. Nel centrocampo interista, Medel è fisso in protezione della difesa, mentre Banega e Joao Mario hanno libertà di movimento, alternandosi nell'accompagnare la fase offensiva e smarcandosi con continuità tra le linee, facendo saltare le distanze difensive del Cagliari, e lasciando quindi Munari e Padoin spesso in inferiorità. Candreva e Perisic quindi riescono spesso a ricevere la palla per andare all'1 contro 1 con il terzino avversario, senza però mai essere precisi nel momento dell'ultimo passaggio. L'Inter è padrona del campo, il Cagliari si difende troppo basso e non riesce a ripartire, lasciando totalmente ai padroni di casa il controllo del gioco.
Dopo una buona occasione per Candreva, che sul solito cross di Perisic strozza troppo la conclusione da posizione favorevole, al 26° ecco che l'Inter ha la più grande occasione per portarsi in vantaggio: Perisic crossa dalla sinistra, dentro l'area di rigore il difensore Bruno Alves colpisce in maniera lieve il volto di Icardi, che cade a terra chiedendo il rigore. L'arbitro Valeri non si accorge di nulla, ma l'intervento del giudice di linea Rizzoli fa assegnare il penalty all'Inter. Sul dischetto va Icardi, fischiato dalla Curva Nord ma sostenuto da tutto il resto dello stadio; l'attaccante argentino però sente la pressione e allarga troppo la conclusione, che si perde sul fondo alla sinistra di Storari, che aveva comunque intuito. Finisce qui la partita di Icardi, che non si riprende più da quell'errore. Nonostante l'episodio negativo, l'Inter continua a macinare gioco senza mai creare pericoli concreti però, proprio come un pugile che continua a lavorare ai fianchi l'avversario senza però riuscire a sferzare il colpo decisivo. Si chiude così il primo tempo sullo 0-0.
La ripresa inizia con gli stessi effettivi in campo, anche se nei primi minuti Banega alza leggermente la propria posizione, giocando più vicino ad Icardi in un sistema di gioco che trasla dal 4-3-3 al 4-2-3-1. L'Inter però non è la stessa del primo tempo: le linee di passaggio sono meno efficaci e pian piano il Cagliari prende coraggio, alzando il proprio baricentro e mettendo in seria difficoltà il giro palla nerazzurro, molto meno lucido di quello della prima frazione. Al 54° gli ospiti creano la più grande occasione da gol, quando prima Di Gennaro e poi Sau chiamano agli straordinari Handanovic, sulla cui respinta Pisacane insacca in rete da posizione irregolare (gol giustamente annullato). Potrebbe essere l'episodio che dà ancora maggiore coraggio al Cagliari, ma sul ribaltamento di fronte è l'Inter a passare in vantaggio: Joao Mario allarga sulla sinistra per Perisic, che va via al diretto avversario e crossa rasoterra sull'altezza del dischetto del rigore per lo stesso portoghese, che calcia di prima intenzione centrando Storari. Il portiere ospite però respinge malamente il tiro e il primo ad approfittarne è ancora Joao Mario, che in scivolata anticipa tutti segnando il gol del vantaggio. Prima rete con la maglia dell'Inter per il numero 6.
Il Cagliari però non ci sta, l'Inter abbassa l'intensità di gioco iniziando a soffrire la pressione avversaria. Al 60° la partita è ad una svolta, i due allenatori lo capiscono e agiscono di conseguenza: Rastelli inserisce Borriello per Sau, volendo aumentare la propria pericolosità offensiva, mentre De Boer toglie uno stanco Banega per inserire Gnoukouri. Nella testa dell'allenatore olandese, questa mossa è finalizzata a mantenere con più sicurezza il possesso palla, addormentando la partita, ma succede l'esatto opposto. Gnoukouri va a prendere la posizione in campo di Joao Mario come primo costruttore di gioco al fianco di Medel, mentre il portoghese si alza come faceva Banega nel primo tempo; ma il giovane centrocampista della Costa d'Avorio fatica ad entrare in partita, subendo il ritmo dei centrocampisti avversari. Il Cagliari continua a spingere, l'Inter non riesce a ripartire e al 70° arriva il meritato pareggio degli ospiti con Melchiorri: Medel è in ritardo su Di Gennaro che cerca in area di rigore Borriello, Murillo tenta un anticipo avventuroso, lisciando il pallone e rimettendo in gioco Melchiorri (altrimenti in posizione irregolare), che dopo un controllo volante batte Handanovic.Uno a uno e tutto da rifare per l'Inter.
De Boer toglie un troppo impreciso Candreva per Eder, nella speranza di dare nuova linfa sulle corsie esterne. Il Cagliari però non arretra, continuando a premere l'Inter nella propria metà campo. De Boer prova ad uscire da questa situazione inserendo Jovetic al posto di Ansaldi, passando alla difesa a tre (Murillo, Miranda e Santon), con Joao Mario e Perisic sugli esterni e il tridente Icardi-Eder-Jovetic davanti. Dopo questo accorgimento l'Inter esce dal campo: saltano tutte le linee di passaggio, le distanze tra i reparti sono eccessive e invece di proporre di più si perdono anche le poche speranze di vittoria. I difensori nerazzurri sono sempre in parità numerica con gli attaccanti avversari, rischiando molto e annullando ogni sorta di marcatura preventiva. Al 40° infatti il Cagliari passa in vantaggio: Handanovic esce a vuoto su un calcio d'angolo, finendo anche a terra, il pallone va fuori dall'area di rigore e Melchiorri è il primo a raccoglierlo. L'attaccante prova un traversone che carambola su Murillo, creando una traiettoria che inganna Handanovic il quale, dopo una corsa per tornare in posizione, goffamente la butta nella propria porta. E' festa sarda e shock Inter. Negli ultimi minuti i padroni di casa non creano nessun pericolo, lasciando, vanamente, a spunti individuali e non di squadra la missione di ottenere il pareggio.
Una sconfitta che fa male all'Inter, perché arriva dopo un buon primo tempo ma anche dopo un secondo a tratti preoccupante: una squadra che manca ancora di personalità, tanto da non essere in grado di gestire il vantaggio in casa contro una squadra qualitativamente inferiore come il Cagliari. Gli errori nei cambi di De Boer sono stati gravi, perché a differenza di quanto successo a Pescara, quando vinse la partita inserendo 4 attaccanti, l'Inter stava soffrendo e necessitava di maggiore copertura e logica più che di Eder e Jovetic, che ormai hanno da un pezzo giocato male le loro carte in nerazzurro. Togliere Joao Mario dalla zona nevralgica del campo è stata la mossa che ha fatto definitivamente Saltare il banco, oltre agli ennesimi svarioni difensivi dei singoli, su tutti Murillo (ancora una volta) e Handanovic, a cui vanno riconosciute però almeno un paio di ottime parate. Un'Inter che non ha più tempo da perdere e che deve dare una svolta alla propria stagione prima che sia troppo tardi.
Matteo Serra