Inter-Atalanta - L'Inter passa alla maniera bergamasca: Borja lucido, Santon scommessa vinta
Dopo la sosta delle nazionali torna il campionato e l'Inter scende in campo contro l'Atalanta. Spalletti conferma per dieci undicesimi la formazione titolare vista nelle ultime giornate, con il solo cambio di Santon al posto di Nagatomo nel ruolo di terzino sinistro. Per il resto gli uomini sono sempre quelli: Borja Valero trequartista, Gagliardini e Vecino mediani con Candreva e Perisic alle spalle di Icardi. L'Ataltanta di Gasperini invece arriva a San Siro con qualche cambio in più, anche in vista della partita di Europa League di giovedì: fuori Petagna e dentro Ilicic e Gomez, lasciando quindi l'attacco senza una punta di peso. A centrocampo Kurtic gioca al posto dello squalificato Freuler, mentre Palomino sostituisce Caldara, formando con Toloi e Masiello la classica linea a 3 dietro.
PRIMO TEMPO - Giocare contro l'Atalanta non è mai semplice perché la squadra di Gasperini, bisogna riconoscerlo, applica un sistema difensivo unico in Italia: marcatura a uomo a tutto campo, anche a costo di andare ampiamente fuori dalla zona di competenza classica per ogni ruolo. Infatti i due esterni, Hateboer e Castagne non hanno timore nell'alzare la loro pressione fino dalle parti di Santon e D'Ambrosio. La novità però più interessante riguarda l'uomo addetto alla marcatura di Borja Valero: non uno dei due centrocampisti, che invece vanno a prendere Vecino e Gagliardini, ma a turno uno tra Masiello e Toloi, con Palomino a fare a sportellate con Icardi. Una tattica difensiva forse inaspettata, ma che l'Inter è brava a leggere e gestire. L'Atalanta parte bene, dando come al solito grande intensità alla partita ma l'Inter non si fa sorprendere, conscia che per battere questa squadra è necessario andare allo stesso ritmo. Spalletti non cambia gli interpreti in difesa, ma spesso modifica il modo di approcciarsi alla gara: se contro la Sampdoria aveva chiesto ai due terzini di rimanere molto stretti per bloccare ogni imbucata centrale, adesso spinge Santon e D'Ambrosio soprattutto ad andare molto alti, anche a costo di lasciare in uno contro uno Skriniar e Miranda. Insomma, occhio per occhio dente per dente. Borja Valero preso da un difensore centrale può diventare scomodo se la palla circola lentamente, ma al tempo stesso può permettere all'Inter di trovare spazi importanti una volta servito lo spagnolo con i tempi giusti: è quello che succede a metà primo tempo, quando una grande giocata di Borja lancia Icardi a tu per tu con Berisha dopo aver vinto il corpo a corpo con Palomino. Forse stanco, l'argentino poi calcia male e poco preciso. Anche l'Atalanta si rende pericolosa grazie a Ilicic, che spesso si isola in uno contro uno cercando la giocata individuale per mandare negli spazi i compagni: non ci riesce quasi mai, ma nell'unico duello vinto mette Hateboer davanti ad Handanovic, che è bravo a rispondere presente. Come spesso accade, l'Inter è molto più costante dalla parte di Candreva, che nella solita partita di corsa e strappi riesce a pescare due volte Icardi, che la prima volta sbuccia male il pallone di testa mentre nella seconda chiede un rigore per una strattonata di Toloi. Attento Santon (6 minuti in campo fino a ieri), scelto da Spalletti proprio per meglio fronteggiare l'importante fisicità dell'Atalanta: fa una buona partita, attento e ordinato dietro, anche se praticamente nullo in fase offensiva. La regia è nei piedi di Gagliardini, che muove bene il pallone anche se ogni 5/6 giocate sbaglia: deve migliorare questa statistiche per diventare una certezza. Borja Valero spesso si abbassa per liberarsi dalla marcatura, con Candreva e Perisic che a turno occupano la sua posizione. A reti bianche si chiude il primo tempo.
SECONDO TEMPO - Nella ripresa Spalletti abbassa Borja Valero, passando ad un 4-3-3 dove Vecino e Borja Valero agiscono da mezz'ali. Questo toglie alcuni punti di riferimento all'Atalanta, che con più fatica riesce a scalare nelle marcature. Al 51', in una partita bloccata, serve la giocata del singolo per cambiarne il copione: Icardi, dopo una punizione di Candreva, scappa via a Cristante e trova l'appuntamento con il pallone per l'1-0. Icardi apre la partita e la chiude 9 minuti dopo, arrivando ancora una volta in perfetto orario sul cross di D'Ambrosio, molto bravo ad intercettare un brutto pallone di Palomino prima e crossare di sinistro poi. Un 2-0 che mette la parola fine alla partita quando manca ancora mezz'ora prima del 90': Gasperini inizia a pensare a giovedì e toglie, in ordine, Gomez, Ilicic e Toloi. Entra Petagna, che rispetto ai compagni dà una maggiore fisicità all'attacco, creando qualche fastidio a Miranda e Skriniar, che comunque restano sempre concentrati e non sbagliano praticamente niente. Spalletti inserisce Brozovic per Candreva, chiedendo al croato di giocare largo a destra: Brozovic entra "alla Brozovic", svogliato sbaglia tutti i palloni che tocca. Perisic inizia ad alzare i giri del motore, spaziando da destra a sinistra nel tentativo di trovare il gol, ma va al tiro solo una volta nei minuti finali. Borja Valero lascia al posto a Joao Mario, che ha 8 minuti per spaccare il mondo ma nell'atteggiamento del suo corpo si legge ancora una volta una sorta di rassegnazione per i pochi minuti concessi. Nel finale Spalletti regala la standing ovation ad Icardi, buttando in campo Eder. Senza patemi alcuni l'Inter porta a casa tre punti importanti, che permettono di tornare davanti alla Juve e restare ancorati al Napoli. Importante spunto di Spalletti nel post partita: serviranno altro 4-5 titolari per permettere a chi ha giocato sempre fino a questo momento sì di rifiatare ma anche di trovare nuovi stimoli non essendo più sicuri del posto. La sensazione è che l'Inter continui a crescere e che il vero lavoro dell'ex allenatore della Roma sia appena all'inizio.