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Inter, che partenza. Guarin mediano: esperimento riuscito. La squadra cala alla distanza e Gasp tenta la beffa

di Luca Pessina

L’Inter nel lunch match della diciottesima giornata affrontava il Genoa a San Siro con i nuovi Podolski e Shaqiri. Ne esce una vittoria per 3-1, anche sofferte con un buon primo tempo, ma la solita ripresa troppo soft

Mancini vara il suo 4-2-3-1. Handanovic è tra i pali, con difesa sperimentale (viste le squalifiche di Ranocchia e Juan) composta da Campagnaro, Andreolli, Vidic e D’Ambrosio. In mezzo Guarin e Medel sono i mediani che fanno da frangiflutti davanti alla difesa, una posizione abbastanza nuova, almeno in nerazzurro, per il colombiano. Palacio agisce da trequartista dietro a Icardi, Podolski e Hernanes sono le ali. 

Gasperini ritorna a San Siro con il 3-4-3 non rinunciatario. Davanti a Perin ci sono De Maio, Izzo e Burdisso. Gli esterni sono Antonelli ed Edenilson, con in mezzo Bertolacci e Rincon. Davanti Lestienne e Iagio Falque sono gli esterni offensivi chiamati a innescare Matri punta di peso. 

La gara inizia con un’Inter arrembante, abile a pressare gli avversari e ripartire. Icardi ha subito una buona occasione innescato da Guarin. Podolski e Palacio sono attivi e svariano nel reparto, meno un impreciso Hernanes. Gasp prova ad alzare il pressing dei suoi, che vanno vicino al vantaggio proprio attaccando il Profeta. L’Inter però continua a macinare gioco, agendo soprattutto dal lato sinistro con D’Ambrosio e Podolski, così il vantaggio arriva con Palacio (seguito spesso a uomo da De Maio per il campo), dopo una girata al volo di Icardi. Il Genoa prova a reagire, ma resta ordinato in fase di non possesso. I nerazzurri continuano nel buon palleggio, ma senza trovare lo spunto per l’ultimo passaggio. Podolski è bravo nell’innescare Palacio, con Perin che si supera. In generale è tutto l’out mancino, con l’aiuto del Trenza a farsi preferire. Finale di tempo che vede un Guarin scatenato in mezzo al campo e vicino al raddoppio (che coronerebbe una gara finora ottima). Il raddoppio alla fine arriva su azione di corner con Icardi. Un 2-0 che va addirittura stretto alla squadra di Manacini, che riesce ancora a rendersi pericolosa col fraseggio dei suoi 4 uomini offensivi, con gli inserimenti del Guaro che spaccano letteralmente a metà il Genoa. 

La ripresa vede gli stessi 22 uomini in campo. Gasperini cambia Matri per Kucka, con Lestienne che passa "falso nueve" e il nuovo entrato che si posizione a sinistra nel 3-4-3 ora atipico. I nerazzurri sono più molli e concedono occasioni da palle perse banali (Handa rischia più di una volta). I liguri alzano il baricentro e si rendono pericolosii da calcio da fermo anche con una traversa dello stesso Lestienne. La squadra di Gasperini preme, sfondando soprattutto a sinistra con un D’Ambrosio in evidente difficoltà nei secondi 45', ma anche la mediana e gli attaccanti non aiutano proficuamente i compagni nel recupero palla. Mancini allora cambia e toglie Palacio, inserendo Kuzmanovic, Guarin passa dietro le punte e l’ex Stoccarda si posiziona mediano nel 4-2-3-1 che resta invariato. La squadra di casa continua a sembrare sulle gambe e con poche idee. Il Mancio opta allora per Obi al posto di Hernanes, passando al 4-4-2 con Podolski e Icardi da punte. L’Inter ci prova soprattutto in ripartenza, sfruttando gli spazi che lascia il Genoa. Gasperini tenta il tutto per tutto col cambio Fetfatzidis-Rincon. Sono i Grifoni ora ad accorciare, meritando, sempre da corner con un batti-ribatti che favorisce Izzo. Ultimo cambio, per problemi fisici, in casa interista vede Medel lasciare spazio a Khrin per gli ultimi minuti. Proprio nel momento peggiore è Vidic a togliere le castagne dal fuoco, con la rete del 3-1 di testa, la sua specialità. 

L'Inter parte bene, benissimo. Pressing e gioco come non si vedeva da tempo. Si vede la mano del Mancio e che sono arrivati i profili giusti per fare il suo gioco. Potevano essere di più i gol. Guarin convince in mediana e la difesa, sperimentale, non pare essere troppo in affanno. Bene il lavoro di D'Ambrosio, Campagnaro troppo timido invece in fase offensiva. La ripresa è l'opposto, con la squadra troppo bassa e arrendevole. il gioco, senza i 4 là davanti latita e non poco. Gasp ci prova provando a offendere su esterni e ripartenze. I suoi rimangono ordinati e in partita, prima che Vidic la chiuda nel momento miliore dei Grifoni. Tre punti fondamentali per tornare a rosicchiare punti verso il terzo posto. 
 


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