Inter-Frosinone - Partita dinamica, assetti dinamici, 3 punti d'oro. Come regalarsi una dolce sosta Nazionali
Una partita gagliarda, dinamica e giocata a viso aperto da entrambe le squadre. Alla fine però è sempre l’Inter a portare a casa i 3 punti. Il Frosinone parte ordinato, determinato e senza timore di tenere la linea difensiva alta e imporre il proprio giro palla. Nei primi venti minuti è la squadra di Di Francesco a giocare con personalità e aggredire alto, mettendo in difficoltà un’Inter troppo bassa e lenta a ripartire, anche per i troppi tocchi fatti dai singoli con la palla tra i piedi. Barrenechea si alza in pressione alta su Acerbi e Calhanoglu in fase di non possesso mentre quando il Frosinone è in impostazione lui e Mazzitelli si abbassano a turno sulla linea difensiva per farla girare e cercare anche tracce verticali per i tre attaccanti, risultando dinamici e tecnicamente impeccabili. Reinier stringe molto spesso e gioca da trequartista per lasciare libero lo spazio sulla sinistra a Oyono che sale e mette in difficoltà Dumfries. Soulé ci mette un po’ a entrare in partita. Tocca tanti palloni soprattutto quando Dimarco sale e lascia sguarnita la zona del campo dove si va a posizionare il gioiellino di proprietà della Juventus pronto a ricevere palla dopo la riconquista. Cuni fa il riferimento davanti, lottando su ogni pallone, ma non riuscendo a far salire la squadra o essere pericoloso. In fase difensiva il 3-4-2-1 disegnato dall’allenatore si trasforma in un ordinato e compatto 5-3-2. Con l’infortunio di Mazzitelli e l’ingresso in campo di Brescianini il Frosinone perde un po’ le distanze tra difesa e centrocampo, e pecca in dinamicità, concedendo spazio sulla trequarti per le giocate interiste. I nerazzurri dal 25esimo minuto cominciano a giocare a un tocco velocizzando la manovra soprattutto con i soliti 3 di centrocampo e Dimarco, prendendo il pallino del gioco ma sbagliando sempre l’ultimo passaggio per essere veramente pericoloso in area. Ci vuole un gol senza senso del 32 da casa sua, che nessuna analisi tattica può spiegare, per stappare una partita incanalata nei binari che facevano gioco al Frosinone.
Nel secondo tempo l’Inter, galvanizzata dall’eurogol, entra con un piglio diverso, determinata a chiudere la partita. Comincia a salire la prestazione offensiva specialmente di Bastoni e Thuram. Il primo si stacca dalla linea, accompagna di più l’azione e ogni tanto prende una posizione centrale alla “Stones” nel City per impostare. Il secondo lega il gioco con tocchi illuminanti e di qualità, creando anche superiorità numerica attirando molti giocatori avversari nella sua zona. Dopo il rigore segnato l’Inter si chiude dietro, pronta a giocare in contropiede con a turno Dimarco, Barella o Mkhitaryan che accompagnano gli attaccanti nella ripartenza. Il Frosinone non rinuncia a giocare e alza il proprio baricentro. Soulé comincia a diventare pericoloso sulla destra puntando in continuazione Dimarco e Bastoni. L’ingresso di Kaio Jorge e Cheddira infonde vitalità al Frosinone che rischia di accorciare le distanze in un paio di occasioni da dentro l’area. Ma la partita si chiude con il cleen sheet di Sommer e una dolce sosta Nazionali alle porte, prima della partita più attesa.
Riccardo Despali