Inter-Lazio - Inter, il possesso ha solo sbocchi laterali. Lazio bene nelle ripartenze
Un altro scontro diretto, al rientro dalla pausa per le nazionali, attende l’Inter di Luciano Spalletti. In palio punti fondamentali in chiave qualificazione alla prossima Champions League. Nei nerazzurri, Miranda prende il posto dell’infortunato De Vrij al fianco di Skriniar, con D’Ambrosio-Asamoah sulle corsie laterali. Vecino-Brozovic-Borja Valero il terzetto di centrocampo, Keita il punto di riferimento avanzato. Classico 3-5-2 per Simone Inzaghi: Luiz Felipe e Bastos insieme ad Acerbi in difesa, Romulo e Lulic i ‘quinti’, Correa alle spalle di Ciro Immobile.
PRIMO TEMPO - Molto positivo l’approccio alla gara dell’Inter. Caratterizzato dall’alternarsi di una fase di apparente attesa, utile a non dare profondità alle verticalizzazioni avversarie, e una di pressing, in aggressione sul giro palla in arretramento degli uomini di Inzaghi. Nel primo caso, Keita scala su Lucas Leiva, Brozovic su Correa, mentre Vecino e Borja duellano con le mezzali opposte. Nel secondo caso, ad alzarsi al fianco di Keita e Politano, in pressione sui tre centrali difensivi biancocelesti, è Borja Valero, con Perisic su Romulo e Asamoah su Milinkovic. I padroni di casa recuperano palla, costruiscono per vie laterali e si avvicinano più volte alla porta difesa da Strakosha. Ma è la Lazio, al 13’, a passare in vantaggio sullo sviluppo di una ripartenza micidiale, architettata da Luis Alberto, in allargamento sulla sinistra, e conclusa da Milinkovic-Savic in inserimento sul secondo palo, e netto vincitore nel duello fisico con Brozovic. Gli ospiti aumentano ulteriormente l’attenzione in fase di non possesso, guidati da Lucas Leiva. Il regista brasiliano, con Savic e Luis Alberto a chiudere sui terzini nerazzurri, scala sulla mezzala nerazzurra in zona palla, lasciando pochi spazi e soluzioni alla compassata manovra degli uomini di Spalletti. Senza sbocchi tra le linee, sono le iniziative individuali di Politano e Perisic le armi più utilizzate dall’Inter per l’immediata reazione. Inzaghi, poco prima della mezz’ora di gioco, è costretto al primo cambio: fuori per infortunio Correa, il tecnico biancoceleste sceglie Caicedo. Meno qualità nelle ripartenze favorisce la tenuta difensiva dei padroni di casa, comunque in difficoltà nelle rincorse e nei duelli fisici in mezzo al campo. Nella metà capo offensiva, è la crescita di Keita, in continuo movimento nel tentativo di attirare fuori la difesa avversaria, a creare qualche spazio negli ultimi metri. Il lavoro dell’attaccante senegalese, unito all’avanzamento di Borja e Vecino in fase di possesso, costringe Luiz Felipe e Bastos a limitare le uscite e i raddoppi su Perisic e Politano. E i ‘quinti’ ospiti, preoccupati anche dalla spinta dei terzini, faticano nel confronto con le ali nerazzurre. Accenni di crescita della squadra di Spalletti, che arriva all’intervallo comunque sotto di un goal.
SECONDO TEMPO - Al rientro dagli spogliatoi, l’Inter aumenta la pressione, abbassando ulteriormente il baricentro biancoceleste e provando a capitalizzare l’enorme quantità di possesso palla. Politano entra maggiormente nel vivo del gioco, svariando lungo tutto il fronte offensivo, nel tentativo di creare superiorità numerica in zona palla. La Lazio attende e fa densità per vie centrali, lasciando ai padroni di casa la soluzione, spesso facilmente leggibile da Strakosha, dei cross dagli esterni. Più rare, ma non meno pericolose, le ripartenze degli uomini di Inzaghi, disegnate dalla tecnica di Luis Alberto (sul quale esce D’Ambrosio) e pronte a sfruttare tanto la fisicità di Milinkovic-Savic e Caicedo quanto la velocità di Immobile. I ragazzi di Spalletti, proiettati in avanti, non sempre riescono ad interrompere sul nascere le trame di gioco ospiti, e Handanovic è nuovamente decisivo. L’ingresso di Parolo per Luis Alberto (il numero 16 si posiziona sul centro-destra, Milinkovic si sposta sul centro-sinistra) garantisce ancor più copertura alla squadra di Simone Inzaghi, per un ultimo quarto di gara interamente a tinte nerazzurre. Con Borja al fianco di Brozovic a gestire un possesso palla inizialmente privo di ostacoli, Vecino si avvicina a Keita. Asamoah, invece, percorre con qualità e costanza l’intero out mancino, arrivando più volte nei pressi dell’area di rigore. Sul terzino ghanese esce in prima battuta la mezzala di riferimento, mentre Romulo aspetta nella propria trequarti in zona Perisic, a sostegno di Luiz Felipe. Lucas Leiva continua nello spostamento orizzontale utile a bloccare gli inserimenti tra le linee, e la manovra dei padroni di casa perde fluidità negli ultimi 16 metri. Nainggolan per Borja Valero la prima mossa di Spalletti, qualche minuto prima dell’ingresso di Candreva per D’Ambrosio. Aumenta la determinazione offensiva, così come la spinta sugli esterni e la nascita di numerosi traversoni indirizzati all’interno dell’area di rigore, dominata dal terzetto difensivo laziale, e ben protetta dalle uscite di Strakosha. Dentro Joao Mario per Keita (con Vecino, Perisic e Politano i riferimenti più avanzati), i nerazzurri non riescono a farsi realmente pericolosi e il match, che vede anche il cambio Durmisi-Lulic, procede senza grandi emozioni fino al fischio finale. La Beneamata riprende il proprio cammino, dopo il derby e la pausa per le nazionali, con una sconfitta pesante (che rilancia prepotentemente la Lazio in zona Champions), al termine di 90’ comunque non così negativi, ma privi di incisività e qualità tecnica negli ultimi metri.