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Inter-Lecce - Gli esterni nerazzurri che pestano la linea, il lavoro di raccordo di Taremi, il poco peso dei salentini davanti

di Redazione FcInterNews.it

L’Inter torna con lo scudetto sul petto davanti al suo pubblico e con il minimo sforzo batte un Lecce troppo arrendevole e inconsistente dalla metà campo in avanti.

Si affrontano il 3-5-2 di Inzaghi e il 4-2-3-1 di Gotti, che mette il doppio play per creare densità in mezzo e andare a prendere le mezzali nerazzurre in uno contro uno per poi provare a ripartire con la velocità di Banda sull’esterno, isolandolo contro Pavard e Darmian. Ma dal traffico centrale l’Inter esce bene sviluppando gioco sulle fasce, coi due esterni Damian e Dimarco che pestano la linea laterali e si proiettano molto in fase offensiva abbassando la linea a 4 leccese e conseguentemente tutta la squadra. Darmian ha gamba e mette in difficoltà sulla destra Gallo, che non può fare la fase di spinta perché costretto indietro dall’intraprendenza del 36 nerazzurro. Anche Dimarco dall’altra parte dialoga molto con Mikhitaryan e Taremi pestando la linea e tenendosi sempre molto alto e largo, rinunciando a tagli centrali. Il 99  nuovo acquisto interista fa il lavoro che di solito è assegnato al Toro, quello di collante tra i reparti con uno-due veloci e passaggi puliti e precisi di sponda o sugli esterni, ad allargare le maglie giallorosse. 

Il centrocampo nerazzurro non è ancora in palla come nella passata stagione ma dopo un inizio compassato prende il comando delle operazioni con i soliti Calhanoglu e Barella che alzano il raggio d’azione di minuto in minuto, capendo che il Lecce non li va a prendere alti ma aspetta compatto nella propria trequarti. Thuram davanti funge da riferimento offensivo e allunga la squadra, costringendo Baschirotto e Gaspar a continui raddoppi e corse all’indietro. Il Lecce tranne qualche incursione di Banda è poca roba. Krstovic davanti ha poco peso offensivo e non riesce quasi mai a tenere palla e far salire la squadra. Anche Rafia che gli agisce alle spalle è inconsistente e continuamente surclassato da Calhanoglu. L’Inter gestisce e a tratti con fatica riesce a portarsi a ridosso dell’area presidiata da Falcone, ma non corre grossi pericoli. La partita si incanala sui binari giusti e viene portata a termine con discreto ritmo ma minimo sforzo da Bastoni e compagni. Ora sotto con l’Atalanta.

Riccardo Despali


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