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Inter-Liverpool - 15 minuti: i nerazzurri aumentano i ritmi nella ripresa, Klopp rimette in partita i Reds con tre cambi

di Daniele Alfieri

Dopo derby, Roma in Coppa Italia e Napoli al Maradona il tour de force dell'Inter prosegue in Champions League, nella sfida dal fascino d'altri tempi contro il Liverpool, match d'andata degli ottavi. Reds che si presentano a San Siro dopo aver battuto domenica il Burnley 0-1 in trasferta. Inzaghi ritrova Bastoni in difesa, ma deve rinunciare allo squalificato Barella: nel consueto 3-5-2 dei nerazzurri, davanti ad Handanovic ci sono anche i soliti Skriniar e De Vrij. A centrocampo spazio sulle fasce a Dumfries e Perisic, in mezzo gioca Vidal con Brozovic e Calhanoglu a completare il reparto. Confermato il tandem d'attacco Dzeko-Lautaro, con Sanchez pronto a subentrare a partita in corso. Klopp si affida al 4-3-3: in difesa al fianco di Van Dijk c'è Konaté e non Matic, in mediana fiducia al classe 2003 Elliot insieme a Fabinho e Thiago. Davanti il tridente formato da Salah, Diogo Jota e Mané, solo panchina invece per Firmino.

Nonostante la caratura dell'avversario, l'Inter sceglie di adottare la solita filosofia di gioco offensiva con il pressing portato fino al portiere Alisson e il baricentro alto. Rischia però all'inizio con la costruzione dal basso, con i tentativi di manovra interrotti più di una volta dalla pressione dei Reds e le ripartenze rapide disinnescate in corner o con i primi falli tattici sulla trequarti. Se da una parte a Salah e compagni manca comunque la giocata decisiva, dall'altra i nerazzurri ci provano con gli assalti di Dumfries e Perisic sulle corsie e gli inserimenti centrali delle mezzali. Dal cross dalla sinistra del croato, sbuca in area Calhanoglu ma il turco è sfortunatissimo centrando in piena la traversa. Alla mezzora il pallino del gioco è in mano agli inglesi, l'Inter riesce a proteggere l'area di Handanovic con attenzione e personalità anche grazie all'ottimo lavoro in fase di copertura dei tre mediani. Lo scudo con Vidal, Brozovic e Calhanoglu agevola il lavoro della difesa mantenendo corta la distanza fra i reparti e coprendo ogni linea di passaggio, Dumfries e Perisic agiscono in raddoppio e tengono a bada le minacce dalle ali. In fase di costruzione, Brozovic come sempre scende fino all'area per ricevere il possesso, mentre Skriniar avanza a destra fornendo un appoggio laterale e Dumfries sale largo in attacco.

Alla ripresa dentro Firmino nell'attacco dei Reds al posto di Diogo Jota, impalpabile nel primo tempo e bocciato da Klopp. È però l'Inter che, aumentando ritmi e pressione per togliere spazi e tempi di gioco agli avversari, sembra aver anche allargato il ventaglio di soluzioni in fase offensiva: i cambi di gioco da Dumfries a Perisic e le scorribande dei due esterni nerazzurri mandano in affanno Robertson e Alexander-Arnold, mentre Skriniar, De Vrij e Bastoni non concedono tregua al tridente degli inglesi, giocando d'anticipo e tenendo alta la linea difensiva. In mezzo Vidal si propone come arma alternativa a Dzeko e Lautaro in area. Il Liverpool è in palese difficoltà e Klopp prova a correggersi con altri tre cambi: entrano nello stesso slot Luis Diaz, Henderson (capitano) e Naby Keita, fuori Mané, Fabinho ed Elliott. L'ingresso dell'attaccante colombiano rivitalizza la manovra offensiva dei Reds, mentre i due centrocampisti mettono ordine e sostanza in mezzo al campo, per una squadra che adesso gestisce meglio il possesso e può proiettarsi anche in avanti. Nell'Inter al 70' Inzaghi si gioca la carta Alexis Sanchez al posto di Lautaro. A 15' dalla fine il Liverpool, finora mai realmente pericoloso, stravolge le sorti dell'incontro con l'inzuccata di Firmino sul corner a rientrare dal mancino di Robertson: il 9 brasiliano beffa la retroguardia nerazzurra anticipando Bastoni con il taglio rapido verso il primo palo, in controtempo anche Handanovic che si tuffa ma non arriva sul colpo di testa diretto all'angolino alla sua destra.

L'Inter, che subisce ovviamente il contraccolpo psicologico, abbassa ulteriormente la soglia dell'attenzione e all'83' è Salah a punire con scaltrezza la difesa di Inzaghi, sugli sviluppi di un calcio di punizione dalla trequarti: a fare la differenza la fisicità e la rapidità che fruttano nel finale ai Reds, in questo caso con la sponda aerea di Van Dijk (stacco imperioso contro Dumfries) per la giocata in anticipo dell'egiziano, che di prima col mancino sfrutta anche la sfortunata deviazione di Brozovic, nell'occasione in lieve ritardo, spiazzando così Handanovic. Nei titoli di coda entrano Milner per Thiago, Darmian, Ranocchia, Gagliardini e Dimarco rispettivamente per Dumfries, De Vrij, Vidal e Bastoni. Ma ormai non c'è più tempo e il destino dell'incontro è già segnato, probabilmente insieme a quello della qualificazione ai quarti. L'Inter, che ha avuto l'occasione più clamorosa con la traversa colpita da Calhanoglu nel primo tempo e che fino al vantaggio ospite avrebbe meritato ai punti, ha tirato 9 volte verso Alisson senza mai centrare la porta, il Liverpool ha effettuato 12 tentativi a rete di cui 2 nello specchio ed entrambi andati a bersaglio. Chance, come evidenziato, nate da opportunità casuali e su calci da fermo, che mandano al tappeto un'Inter poco reattiva e soprattutto ingenua nelle due occasioni.

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