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Inter-Milan - Inter ad altissimo voltaggio nel segno del cinque. Un'analisi che inizia dalla fine

di Redazione FcInterNews.it

L’Inter manda un segnale di forza a tutta la Serie A. La manita rifilata al Milan è un capolavoro tecnico tattico di tutta l’orchestra nerazzurra, diretta da Simone Inzaghi. La fine di Inter-Milan è l’inizio dell'analisi tattica. Pressione feroce e recupero palla sui portatori rossoneri al minuto 93, Mkhitaryan è lanciato in contropiede, in area si precipitano come razzi 3 giocatori interisti. Passaggio millimetrico dell’armeno sulla corsa per Davide Frattesi che batte Mike Maignan. Game, set, match. Questa è l’Inter. Semplice, verticale, letale. Ad altissimo voltaggio. Punge come uno scorpione ogni volta che ha l’occasione. Avvelena la preda e uccide la partita e nel segno del 5, fa l’en plein. Cinque su cinque derby vinti nel 2023. 

PRIMO TEMPO

La partita inizia nel segno di due idee di gioco chiare. Densità nella propria metà campo e ampiezza sugli esterni nella costruzione per l’Inter, giro palla dal basso con i due terzini che si alzano e si accentrano e ricerca continua delle ali per il Milan. A una squadra riesce tutto, all’altra poco e niente. Il palleggio del Milan è lento e prevedibile. La differenza si vede anche nell’atteggiamento, quando Barella entra deciso su Theo Hernandez a pochi secondi dal fischio d’inizio. Leao e Pulisc non riescono mai ad essere innescati grazie al gran lavoro di raddoppio di Darmian-Dumfries e Bastoni-Dimarco, che non si distraggono mai e guardano a vista il portoghese e l’americano. Calabria e Theo provano a creare gioco a centrocampo, con Krunic che si abbassa tra i due centrali per iniziare la manovra. Ma il Milan è piatto e non pericoloso. L’Inter invece ci mette 5 minuti a trovare il gol grazie a una grande aggressività e verticalità. La sblocca Mkhitaryan. Poi ci pensa Thuram a raddoppiare con un Eurogol di destro dopo l’ennesimo contropiede vincente architettato da Lautaro. Il Toro si abbassa per attirare i centrali del Milan e aprire spazio a Denzel Dumfries che può cavalcare verso l’area avversaria e servire Tikus che si inventa un tiro che rimarrà nella storia dei derby. In fase di non possesso l’Inter si compatta nella propria tre quarti e non soffre mai. Rispetta il Milan e il suo giro palla e quando può aggredire e recuperare palla lo fa con tutti i suoi effettivi.

SECONDO TEMPO

Nel secondo tempo il Milan si risistema cambiando assetto di gioco e passando a un centrocampo con doppio play Krunuc-Loftus Cheek per liberare spazio sulla tre quarti a Tijjani Reijnders. Olivier Giroud comincia a staccarsi dalla marcatura di Acerbi e a fare buone sponde per le ali e i terzini che si buttano nello spazio. Il diluvio che si abbatte su San Siro sembra dare forza alla pressione milanista che alza i giri del motore a inizio ripresa. Il gol di Rafa Leao che si apre un varco in area superando Darmian è proprio come il temporale improvviso che sferza Milano. Ma poi la pioggia cala d’intensità, come la pressione rossonera. L’Inter non si disunisce e il triplo cambio provvidenziale di Inzaghi che mette dentro Frattesi, Arnautovic e Carlos Augusto serve a ridare fisicità e freschezza ai nerazzurri. Calhanoglu e compagni ricominciano a macinare chilometri e reggono benissimo l’emotività del gol subito. Con freddezza e lucidità riescono a trovare il gol del 3-1 grazie all’ennesima transizione veloce Lautaro-Mkhitaryan. La partita al 69’ è ufficialmente chiusa. Lo si vede dall’atteggiamento delle due squadre in campo. La sicurezza dei nerazzurri è totale. Il palleggio anche. La sufficienza nelle giocate del Milan si accentua. Arriva anche il quarto gol di Calhanoglu su rigore. Gli 'olè' del popolo nerazzurro e le luci degli smartphone fanno da cornice agli ultimi minuti di tripudio nerazzurro.

Riccardo Despali 


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