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Inter-Plzen - Il treno ottavi passa dal binario di sinistra, Jirka è sempre in ritardo. Lukaku ne fa una delle sue

di Daniele Alfieri

Battezzata alla vigilia come una "finalissima", Inter-Viktoria Plzen è la sfida da cui Inzaghi vuole i tre punti per guadagnare il passaggio matematico agli ottavi di Champions League. Il tecnico (squalificato e sostituito dal vice Farris) si affida al solito e collaudatissimo 3-5-2, con tre soli cambi rispetto alla formazione titolare scesa in campo al Franchi nel successo per 4-3 contro la Fiorentina: davanti a Onana tra i pali, difesa con Skriniar, Acerbi e Bastoni. A centrocampo torna Dumfries sulla destra con Dimarco confermato a sinistra, Barella, Calhanoglu e Mkhitaryan in cabina di regia. In attacco Dzeko a fianco di Lautaro, in panchina si rivede Lukaku. Gli ospiti, sempre sconfitti nelle quattro precedenti partite del girone ma rimasti in gioco per l'approdo in Europa League, si schierano sulla carta con il 3-4-2-1: Jirka e Vlkanova sulla trequarti, alle spalle dell'unica punta Bassey.

Ritmi compassati nei primi minuti con la formazione del tecnico Bilek chiusa nella propria metà campo. Al 7' l'Inter accelera con Dzeko che si abbassa e apre subito a destra per lo scatto di Barella, il 23 prova a premiare la sovrapposizione di Dumfries ma il pallone è troppo lungo e l'olandese non riesce a tenerlo in campo. I nerazzurri commettono errori di imprecisione e perdono diversi palloni anche nella propria trequarti, mentre il Viktoria guadagna metri e pure un corner approfittando di un'Inter che, almeno inizialmente, dimostra di avvertire la pressione di un match cruciale per il superamento del turno. Al 20' la squadra di Inzaghi comanda il possesso, ma non riesce a sfondare contro un avversario che difende con undici uomini dietro la linea della palla. Dopo aver provato a destra, l'Inter insiste sul binario di sinistra, con Dimarco che si inserisce in area liberandosi della marcatura di Jirka, ma sia il suo mancino che il colpo di testa nell'azione successiva di Mkhitaryan trovano le ottime risposte del portiere Stanek. Dzeko e Lautaro si ritrovano spesso ingabbiati fra le maglie della difesa avversaria, ma abbassandosi a turno o attaccando la profondità centralmente liberano gli spazi per le offensive dei compagni. Così al 35', quando il match viene stappato grazie all'intesa sulla sinistra fra Dimarco e Bastoni, ancora Jirka, costretto al ruolo di difensore aggiunto, si perde il numero 95 nerazzurro che va al cross, Dzeko appostato nell'area piccola non può arrivare, ma dietro di lui c'è Mkhitaryan che lasciato solissimo colpisce di testa da fermo mettendo la firma sull'1-0 e sul secondo gol di fila dopo quello siglato a Firenze. Sette minuti dopo, il Viktoria che ha alzato il proprio baricentro viene colto di sorpresa dalla sventagliata di Barella per Dimarco, in ritardo anche stavolta Jirka mentre l'esterno nerazzurro va al cross basso per Dzeko che è scattato in anticipo sui marcatori e da lì non può sbagliare: all'intervallo è 2-0 Inter.

Alla ripresa subito doppio cambio per Bilek: escono i deludenti Jirka e Bassey, dentro i grandi esclusi Holik e Chory. Poi al 51' infortunio per Tijani che costringe Bilek a mandare in campo anche Jemelka. Viktoria più propositivo sulla spinta delle sue sostituzioni ma mai pericoloso dalle parti di Onana, così l'Inter, passata la foga iniziale della squadra ospite, riguadagna il pallino del gioco: al 55' la fitta ragnatela di passaggi porta al tiro da fuori Mkhitaryan, il cui destro si stampa sul palo esterno. Due minuti dopo, azione molto simile a quella del raddoppio, stavolta il lancio lungo è di Calhanoglu con Dimarco che scatta sulla linea del fuorigioco e mette al centro di prima per Lautaro, il Toro va di destro ma Stanek gli nega il gol del tris. In fase di possesso l'Inter attacca su una linea con quattro attaccanti, il Viktoria continua a difendere a cinque con lo schermo degli altri cinque compagni nella propria metà campo. Al 66' salgono in cattedra i due attaccanti nerazzurri: Barella sulla trequarti scucchiaia per il movimento in profondità di Lautaro, l'argentino ha tempo di stoppare, controllare e servire Dzeko, che di prima con il mancino inbuca all'angolino alla destra di Stanek, con l'assistenza della retroguardia dei cechi rimasta immobile a guardare. Al 70' Bilech gioca la carta Ndiaye al posto di Kalvach, nell'Inter un doppio cambio e poi uno singolo a 15' dal termine: fuori tra gli applausi Calhanoglu con Dzeko e infine Dimarco, in campo Asllani, Correa e Gosens. Mentre l'Inter in campo gestisce il triplo vantaggio in modalità risparmio energetico (e ci prova in contropiede con il destro di Dumfries respinto in corner da Stanek), all'81' arriva finalmente il momento di Lukaku che subentra insieme a Gagliardini, richiamati in panchina Lautaro e Mkhitaryian. Nel Viktoria l'ultima mossa è Pilar al posto di Vlkanova. Passano sei minuti ed è subito Big Rom: il belga protegge palla di fisico contro Jemelka, tutti gli occhi dei difensori sono sul 90 nerazzurro mentre chiama l'uno-due a Correa e si infila tra le maglie della retroguardia avversaria, quindi sull'assist con i giri contati del Tucu chiude la pratica fulminando con il mancino Stanek. Lukaku non si ferma al gol, perché in ripartenza vuole ricambiare il favore a Correa, che però sul filtrante del compagno si fa neutralizzare il destro dal portiere avversario. Dopo i tre minuti di recupero concessi dall'arbitro Ekberg si chiude con un 4-0: l'Inter guadagna il pass per gli ottavi di Champions con un turno d'anticipo, dopo una partita le cui uniche insidie sarebbero potute arrivare dalla pressione. Possesso palla al 60% in favore della squadra di Inzaghi e 21 conclusioni contro le 5 tentate dalla formazione ceca: stappato il match con Mkhitaryan, la strada per il prosieguo del cammino europeo dei nerazzurri si è messa in discesa. Con la ciliegina sulla torta, il ritorno in campo con sigillo sul poker di Big Rom.


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