Inter sconfitta ma da Scudetto. Mancini sbaglia scelte, Guarin ci mette del suo. Icardi impari da Ljajic
Il ‘Monday night’ della quattordicesima giornata mette di fronte le prime due della classe. Al ‘San Paolo’ va in scena Napoli-Inter, una gara che può dire molto sulle ambizioni della squadra di Maurizio Sarri e sulla reale forza dei nerazzurri. Ancora una volta sorprendono le scelte di Roberto Mancini che dispone l’Inter in un 4-3-3 molto simile a quello visto contro la Roma. Davanti a Samir Handanovic, da destra verso sinistra, agiscono Danilo D’Ambrosio, Joao Miranda, Jeison Murillo e Yuto Nagatomo; Fredy Guarin, Gary Medel e Marcelo Brozovic compongono la linea di centrocampo dei nerazzurri; Ivan Perisic e Adem Ljajic le ali scelte dal tecnico marchigiano per dare manforte a Mauro Icardi, unico riferimento offensivo. Conferme per Sarri che schiera il classico 4-3-3 con Callejon-Higuain-Insigne in attacco.
PRONTI, PARTENZA, HIGUAIN - Neanche il tempo di accomodarsi che il Napoli è già in vantaggio. Errore in disimpegno di Murillo che serve Callejon, difettoso il controllo dello spagnolo che favorisce però l’inserimento di Higuain, lestissimo a girarsi e a scaraventare alle spalle di Handanovic un tiro imprendibile per il vantaggio azzurro.
INTER BASSA, AZZURRI A TUTTO CAMPO - Gli uomini di Sarri giocano sulle ali dell’entusiasmo, caricati dalla rete in avvio, e amministrano con semplicità il pallone, mostrando a tratti un calcio veloce e frizzante. Baricentro dell’Inter troppo basso. Miranda e Murillo difendono quasi all’altezza della propria area di rigore, D’Ambrosio e Nagatomo giocano intimoriti dalla presenza di Insigne e Callejon sulle loro corsie. I nerazzurri vanno in difficoltà soprattutto tra le linee: Brozovic, Medel e Guarin escono a turno su Jorginho lasciando scoperta la mediana per le infilate di Allan e Hamsik, oltre all’accentramento, a turno, di uno dei due esterni offensivi. In fase di non possesso, invece, il pressing di Hamsik e compagni risulta a tratti infernale. L’Inter riesce raramente a gestire il pallone e si affida molto spesso ai lanci lunghi verso Icardi.
ICARDI, MA DOVE SEI? - Le sporadiche iniziative dell’Inter nascono soprattutto dalla verve di Ljajic, che si accende a tratti, Perisic, la cui mira però non aiuta, e Brozovic, l’unico a dare tranquillità alla manovra della squadra nerazzurra. Di Mauro Icardi, preferito a Stevan Jovetic, neanche l’ombra. Mai propositivo, l’argentino rimane schiacciato nella morsa dei due centrali azzurri, facendo poco movimento e mostrandosi svogliato e disattento.
GUARIN TESTARDO, FA IL GIOCO DEL NAPOLI - Il più in difficoltà della mediana dell’Inter è senza dubbio il centrocampista colombiano. A eccezione di un tiro da buona posizione, terminato di pochi centimetri oltre la traversa di Reina, l’ex Porto tiene troppo palla rallentando il gioco dell’Inter e andando in difficoltà contro il pressing del centrocampo del Napoli. Proprio da un errore del colombiano nasce, nel finale di primo tempo, un contropiede di Allan che termina con un intervento in scivolata di Nagatomo: doppio giallo e rosso per il giapponese, con l’Inter che rimane in dieci uomini.
INTER CON IL 4-4-1, ENTRA TELLES - Nel secondo tempo l’Inter scende in campo con un 4-4-1-1: Alex Telles, subentrato a Icardi, prende posto sulla corsia di sinistra nella posizione che era di Nagatomo; Perisic si abbassa sulla linea dei centrocampisti, a sinistra, mentre Brozovic si allarga sulla corsia opposta; Ljajic unica punta. Il Napoli, però, amministra bene il vantaggio e gioca costantemente nella metà campo nerazzurra, con gli uomini di Mancini che fanno fatica a ripartire.
HIGUAIN RADDOPPIA, MA POI E’ SOLO INTER - il tecnico marchigiano prova a giocarsela inserendo Biabiany al posto di Guarin, ma neanche un minuto più tardi un’imbucata centrale di Higuain regala il raddoppio al Napoli. Poi è solo Inter. I nerazzurri si spingono in avanti alla ricerca di un gol speranza che arriva al 67’ con Adem Ljajic bravo a trafiggere Reina dopo un’ottima azione personale. Brozovic e Medel non sembrano soffrire l’inferiorità numerica a centrocampo, Perisic è una spina nel fianco per la difesa del Napoli e il serbo interpreta alla perfezione il ruolo di ‘falso nueve’.
SARRI SI COPRE - Il tecnico del Napoli vede i suoi in difficoltà e inserisce El Kaddouri al posto di Insigne, non al meglio. Poco più tardi è il turno di David Lopez che va a sostituire Hamsik, per un centrocampo molto più difensivo. Mancini risponde con Jovetic per Perisic, per un’Inter a trazione anteriore.
DOPPIO PALO, LA FORTUNA SALVA IL NAPOLI - Negli ultimi minuti di gara è un vero e proprio arrembaggio quello dei nerazzurri. Biabiany e Jovetic sugli esterni mettono in crisi Ghoulam e Hysaj. Neanche con l’ingresso di Maggio per Callejon, Sarri riesce a contenere le offensive del montenegrino. Nel forcing finale anche Murillo e Miranda si comportano da attaccanti aggiunti, e solo il palo può negare a Jovetic e al centrale brasiliano la gioia del gol e di un pareggio che, per quanto visto, sarebbe stato più che meritato.
MANCINI SBAGLIA SCELTE, MA QUESTA INTER E’ DA SCUDETTO - Si potrà discutere per giorni delle scelte di Mancini. D’Ambrosio e Nagatomo sugli esterni sono sembrati fin da subito un po’ timidi, senza però subire più di tanto la verve di Insigne e Callejon. I veri errori del tecnico marchigiano nascono dalla metà campo in avanti, con Guarin e Icardi impalpabili per tutto l’arco della loro gara. Con l’ingresso di Biabiany e Telles i nerazzurri hanno dimostrato di essere vivi, acquistando anche in velocità e imprevedibilità. Due errori della retroguardia - un disimpegno e un errore di lettura - hanno regalato al Napoli e a Higuain le reti del successo, subendo però poco altro. L'Inter vista nel secondo tempo ha dimostrato di essere per larghi tratti, e in inferiorità numerica, superiore alla squadra più accreditata per vincere il titolo. Il 2-1 rimarrà sui tabellini, ma dal 'San Paolo' esce fuori un'Inter consapevole di poter lottare per lo Scudetto.