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Inter-Verona - L'intraprendenza di Suslov, i cambi gioco di Barella e molto altro nel lunch match del Meazza

di Redazione FcInterNews.it

Una partita complicata, da Pazza Inter nel finale. Momenti altalenanti nei 100 minuti di gara, prima in balia del palleggio di qualità del Verona. Poi mattatrice e fragile. Alla fine arrembante. È successo di tutto nel 2-1 di San Siro.

Il Verona parte bene. L’Inter parte sottotono. Gli uomini di Baroni fanno girare bene la palla sulla trequarti da destra a sinistra. La posizione di Suslov che svaria su tutto il fronte e balla dietro i tre centrocampisti interisti con intraprendenza, rende difficile l’uscita alta della difesa nerazzurra, che è incerta se accorciare o scappare dietro quando il Verona ha palla. Djuric come unica punta gioca bene di sponda e tiene basso Acerbi, permettendo a Ngonge e Mboula di partire larghi senza palla per poi buttarsi negli spazi a riceverla. E poi cercare l’imbucata in mezzo o la conclusione.

L’Inter non riesce a uscire dalla propria tre quarti per i primi otto minuti. I quinti Dumfries e Carlos Augusto iniziano troppo bassi e schiacciati e non allungano la squadra, anche grazie alla pressione dei 3 trequartisti gialloblù. L’inerzia cambia quando Lautaro e Thuram cominciano ad abbassarsi e legare il gioco con qualità e a due tocchi. E Barella riesce a staccarsi dalla marcatura dei due play Folorunsho e Duda e a giocare uno-due con gli attaccanti e a cambiare gioco con lanci millimetrici per Dumfries e soprattutto Carlos Augusto, che alza il suo raggio d’azione e non resta più schiacciato insieme a Bastoni per controllare le scorribande di Ngonge. Lo stesso 95, timido in avvio, talvolta si scambia posizione con il brasiliano e gioca largo a sinistra. A destra Dumfries nell’arco dei suoi buoni 60 minuti cresce di condizione e corsa, costringendo Doig a tenerlo continuamente e a Mboula o Folorunsho a raddoppiare. Calhanoglu gioca basso e non è sempre preciso a impostare. In fase di non possesso l’Inter però perde spesso le marcature dei centrocampisti del Verona che si riescono a buttare negli spazi con costanza e determinazione. I nerazzurri non sono compatti come al solito.

L’entrata di Henry e Lazovic rende l’azione offensiva veronese ancor più avvolgente. Magnani e compagni creano occasioni pericolose, oltre al gol meritato. Dall’altra parte l’entrata di Arnautovic e l’uscita di Thuram toglie velocità e certezze alla manovra nerazzurra. Grazie ad un arrembaggio finale e agli ultimi 10 minuti di fuoco dove succede di tutto, Inzaghi riesce a portare a casa 3 punti fondamentali. Il girone d’andata è concluso, l’Inter può guardare tutti dall’alto. 

Riccardo Despali


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