L'Inter vince, ma soffre troppo la chiave tattica di Giampaolo: il 4-3-1-2 regala maggior tranquillità
Dopo il passo falso nell’ultimo turno prima della sosta natalizia contro la Lazio, l’Inter torna in campo al ‘Castellani’ di Empoli contro i toscani di Marco Giampaolo. Per riprendere la propria marcia in testa alla classifica, Roberto Mancini sceglie di abbandonare il 4-4-2 delle scorse uscite per passare a un più coperto 4-3-3. Davanti a Samir Handanovic, da destra verso sinistra, si dispongono Danilo D’Ambrosio, Joao Miranda, Jeison Murillo, Yuto Nagatomo; mediana composta da Marcelo Brozovic, Gary Medel e Geoffrey Kondogbia; in attacco, ai lati di Mauro Icardi, riferimento centrale, agiscono Adem Ljajic e Ivan Perisic. Empoli che scende in campo, invece, con il 4-3-1-2, con Maccarone e Pucciarelli di punta e Saponara alle loro spalle.
PRIMO TEMPO - Avvio difficile quello dei nerazzurri, imbrigliati dall’ottima lettura tattica della squadra di Giampaolo. La linea alta della difesa toscana aiuta il gran pressing dei tre di centrocampo in fase di non possesso e permette alla squadra di essere sempre stretta e raccolta. L’Inter fa fatica a gestire il pallone, pur cercando sempre la giocata palla a terra a partire da Handanovic. La prima occasione del match è per l’Empoli, che sfrutta un errore di Ljajic per innescare un contropiede molto pericoloso che vede Murillo costretto al fallo su Maccarone al limite dell’area: errore tecnico del colombiano, che anziché temporeggiare sul capitano toscano cerca l’anticipo e va fuori tempo. Con il passare dei minuti il predominio della squadra di Giampaolo non si spegne. I toscani spingono soprattutto sulla corsia sinistra della difesa nerazzurra, con Nagatomo in difficoltà sulle iniziative di Saponara e Maccarone. Bene, invece, sull’altra fascia D’Ambrosio in copertura su Mario Rui, che dimostra di essere un ottimo terzino soprattutto in fase di spinta.
Le difficoltà dell’Inter, come detto, nascono soprattutto nella gestione del pallone e neanche la grande dinamicità del centrocampo nerazzurro - con Kondogbia, Brozovic e Medel che intercambiano spesso la propria posizione - e l’inversione delle ali regala sbocchi alla manovra. Sul finire del primo tempo, il pressing dell’Empoli diminuisce, Paredes non detta più i tempi come nella prima mezz’ora, e l’Inter trova più spazi. Nel primo minuto di recupero i nerazzurri trovano addirittura il vantaggio, immeritato e insperato viste le difficoltà dei 45’ iniziali: l’azione la costruisce Perisic, partito largo a sinistra, che punta e supera Laurini in velocità, serve dentro un pallone delizioso per Icardi, servito poco e male fino a quel momento, che deve solo spingere in rete.
SECONDO TEMPO - Al rientro in campo i ritmi sono nuovamente accesissimi, ma la nuova disposizione tattica scelta da Mancini che passa al 4-3-1-2 con Ljajic alle spalle di Icardi e Perisic regala all’Inter un maggiore controllo dell’incontro. Il serbo, infatti, è bravo ad accorciare su Paredes in fase di non possesso e gli sbocchi centrali alle spalle dei difensori nerazzurri diminuiscono notevolmente. In fase di attacco, invece, Kondogbia - in posizione di mezz'ala destra - si alza quasi sulla linea di Ljajic, in un finto 4-2-3-1.
Giampaolo al 64’ prova a cambiare protagonisti per raddrizzare il match: dentro Livaja e Croce, fuori Maccarone e Buchel. L’innesto di Croce sul centrosinistra della squadra toscana crea qualche scompiglio a D’Ambrosio, costretto spesso a un 1 vs 2 contro il centrocampista e Mario Rui. Il primo cambio Roberto Mancini lo effettua invece all’80esimo, inserendo Fredy Guarin al posto di Kondogbia, che da qualche minuto non garantiva più la stessa copertura nella sua zona. L’Empoli spinge e i nerazzurri vacillano ma non soccombono: di pericoli veri alla porta di Handanovic ne arrivano pochissimi, ma il baricentro altissimo dei padroni di casa costringe l’Inter a racchiudersi tutta all’interno della propria trequarti. Sette minuti dopo l’ingresso di Guarin, il tecnico jesino inserisce Jovetic al posto di Icardi, mentre Giampaolo esaurisce i cambi sostituendo Paredes per Piu, passando a uno sbilanciatissimo 4-2-1-3.
Gli ultimi minuti di gara sono una sofferenza per la squadra nerazzurra, che non riesce quasi mai a gestire il pallone e a guadagnare secondi preziosi. L’ingresso di Juan Jesus al 90’ al posto di Ljajic, porta ad una nuova modifica allo schema di gioco dell’Inter, che passa al 3-5-1-1. Nonostante le difficoltà e un successo più sudato del previsto, al termine di 5’ di recupero, i nerazzurri possono festeggiare il ritorno in vetta alla classifica.