La posizione di Laurienté, le intuizioni di Asllani, le giuste distanze dei reparti del Sassuolo: le chiavi della partita
L’Inter campione d’Italia si presenta a Reggio Emilia con 5 cambi rispetto all’ultima partita in casa con il Torino. Gli uomini di Inzaghi partono male, troppo schiacciati, non compatti e leggeri nei contrasti. Il giro palla non è fluido, a centrocampo Frattesi, Mhkitaryan e Asllani non riescono a dettare i giusti tempi, le fasce con Carlos Augusto e Dumfries sono aride di iniziative e davanti Lautaro e Sanchez fanno molta fatica a tenere palla. Il merito è anche di un Sassuolo ordinato e ben messo in campo da Ballardini, che si difende a 5 senza affanno e abbassa in fase di non possesso anche le due punte Pinamonti e Laurienté, quest’ultimo in un ruolo abbastanza inedito, per mettersi a specchio con l’Inter e controllare uomo su uomo senza un pressing esagerato. A centrocampo Lipani da play comanda i due interni Henrique e Thorstvedt nel pressing e nella riconquista, per poi avviare azioni precise e veloci cercando gli esterni Doig e Toljan che si alzano molto per offrire palloni interessanti per i due attaccanti neroverdi. La posizione e l’elettricità di Laurientè mette sicuramente sotto pressione e in difficoltà la difesa interista, che prova ad accorciare sul 45 con dei raddoppi, lasciando scoperte zone di campo in cui Pinamonti può potenzialmente provare l’uno contro uno.
L’Inter comincia a scrollarsi di dosso la sbornia post vittoria scudetto quando Asllani decide di prendere in mano il centrocampo. Con personalità il 21 riceve palla basso per farla girare di prima e poi si alza a riceverla sulla tre quarti e, sempre di prima e con i tempi perfetti, imbucare per l’esterno o la punta che taglia nello spazio. Anche Dumfries, nonostante la leggerezza nel gol subito e un gol mangiato, comincia a stressare la linea a 5 del Sassuolo molto più di Carlos Augusto dall’altra parte, che non riesce mai a puntare o essere incisivo in zona d’attacco. Anche Sanchez con il suo solito lavoro di raccordo tra centrocampo e attacco è uno dei nerazzurri più positivi. L’Inter ci prova grazie soprattutto alle intuizioni di Asllani e l’intraprendenza di Sanchez, ma sbatte sempre contro una difesa ben organizzata e con le distanze giuste tra gli uomini. Così nel secondo tempo entrano Buchanan e Cuadrado sugli esterni, per provare a saltare l’uomo e creare superiorità numerica davanti. Buchanan riesce quasi sempre ad andare via al proprio uomo con gamba, senza però riuscire mai a mettere un cross decisivo o un assist interessante. Nel secondo tempo le distanze tra i reparti dell’Inter si allungano e disordinatamente la squadra Campione d’Italia si riversa nella metà campo avversaria. Il Sassuolo però non si disunisce e con compattezza difende i timidi tentativi nerazzurri per poi ripartire con Laurienté e Pinamonti che lavorano bene spalle alla porta, prendendo anche falli preziosi per far rifiatare la squadra. Alla fine Ballardini porta a casa tre punti fondamentali in chiave salvezza. Inzaghi, invece, quello che doveva portare a casa l’ha già portato.
Riccardo Despali