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La ricerca della 'zolla', il killer senza km, il 'modulo-progetto' e una domanda: l'analisi tattica del match

di Francesco Fontana

Nonostante le tante supposizioni e le varie ipotesi della vigilia, Roberto Mancini va sul sicuro e per l'anticipo serale di Palermo sceglie un 11 collaudato optando per un 4-3-3 con (almeno sulla carta) Ivan Perisic e Stevan Jovetic ai lati di Mauro Icardi. In mezzo al campo, invece, turno di riposo per Felipe Melo, con Gary Medel che torna nel ruolo di 'schermo difensivo' e i rientranti dal 1' Geoffrey Kondogbia e Fredy Guarin schierati ai fianchi del cileno. In difesa quasi tutto confermato, con l'unica novità rappresentata da Yuto Nagatomo al posto di Davide Santon, deludente contro la Juventus.

ALLA RICERCA DELLA 'ZOLLA' - Parte proprio dal numero 7 francese l'analisi di FcInterNews, che nella trasferta del 'Renzo 'Barbera' constata ancora quelle difficoltà che ne hanno frenato l'inserimento e l'impatto in questa nuova avventura nerazzurra. Nell'intervista esclusiva che i lettori potranno leggere nella giornata di domani, l'ex centrocampista nerazzurro Olivier Dacourt esprime un concetto apparentemente scontato, ma che può rappresentare il vero obiettivo tecnico-tattico del Kondo francese, che vuole diventare un top player del ruolo: "Quando uno è forte può giocare in qualsiasi posizione". Vero, verissimo. Ma forse non è ancora il momento di allargare questa definizione per l'ex Monaco. La sensazione - la speranza è che possa presto trasformarsi solamente in un dubbio del passato - è che il classe '93 non sia ancora adatto per essere schierato come mezzala a sinistra in un centrocampo 'a tre', mentre al contrario può dare il meglio di sé in un 4-2-3-1 schierato in coppia con il 'distruttore' del caso (Medel o Felipe Melo, evidentemente). Appuntamento nel ruolo di serata tra qualche settimana, quando giocoforza il 22enne di Nemours si sarà calato meglio nella parte, sperando che possa essere finalmente il grande valore aggiunto di un'Inter che, oggi, lo sta ancora aspettando.

IL 'MODULO-PROGETTO' - Qualora ci fosse ancora bisogno di ribadirlo, il 4-2-3-1 resta l'obiettivo tattico, il vero traguardo finale del Mancio. La squadra, profondamente rinnovata proprio sul finire del mercato, tanto da vanificare (o quasi) il lavoro svolto in estate in tempo di pre-season, sta cercando di assimilare le idee del coach per arrivare il prima possibile a poter essere schierata con il doppio mediano, i due esterni e un 10 (JoJo) alle spalle della punta centrale (volendo, un 4-4-2 in fase di non possesso). La gara contro il Palermo ha detto che, in questo senso, un passo in avanti è stato fatto: fuori Kondogbia, dentro Jonathan Ludovic Biabiany, a livello di caratteristiche l'ideale per utilizzare questo modulo. E con il francese di Parigi è arrivato puntuale il gol del momentaneo 1-0, siglato dal 'collega' di reparto, ovvero Perisic. Ci vuole tempo per questo assetto, tanto affascinante quanto complicato, ma con gli interpreti ideali potrebbe realmente essere il valore aggiunto in favore dell'allenatore jesino. A questo punto la domanda sorge spontanea: a gennaio la società andrà con decisione sul mercato alla ricerca di un nuovo esterno d'attacco? Forse sì, perché Adem Ljajic non offre totali garanzie di copertura, mentre il Guaro è ancora troppo 'anarchico' per poter essere schierato in questo ruolo. Molto dipenderà, quindi, proprio da Biabia, dal cui recupero fisico dipenderà questo - al momento solo ipotetico - nuovo intervento sul mercato.

'KILLER D'AREA'... SENZA CHILOMETRI - Sperando sia solamente una sensazione (magari sbagliata), sembra che il 'contachilometri' di Icardi da qualche settimana non registri più l'impennata importante. Vero, il marchio di fabbrica della casa recita "one touch, one goal", perché l'argentino è l'emblema della punta che non si vede, ma che alla prima palla riesce a far male, però i movimenti pro-squadra cominciano a essere pochi. Il movimento a venire incontro, ad allargare per aprire gli spazi agli accorrenti del caso, vuoi Guarin, Jovetic o Perisic prima, vuoi Biabiany poi, o il cosiddetto contromovimento: tutte armi a palla lontana che un attaccante centrale dovrebbe sempre, o quasi, garantire ma che nel caso dell'ex Doria si stanno vedendo poco in questo periodo. E il cambio con Ljajic al 33' del secondo tempo è già di per sé una notizia. Per tornare alla vittoria, quindi, serviranno quei movimenti oggi lontani, ancor prima dei gol.


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Domenica 15 dicembre