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La ricetta è semplice: stretti si corre meglio

di Alessandro Cavasinni

Se c'è un merito di Claudio Ranieri è quello di aver restituito all'Inter una logica tattica che si addice maggiormente alle caratteristiche individuali della rosa. La linea mediana adesso non deve più sobbarcarsi metri e metri di campo, ma può rifiatare restando più aderente agli altri reparti. In questo, Thiago Motta diventa fondamentale.

Un discorso chiaro e semplice: se le linee sono strette, si corre meno e meglio. Ed è proprio la qualità della corsa dei centrocampisti a dettare la vittoria contro il Lille. Se la difesa ha sofferto poco o nulla e se Castellazzi non ha dovuto compiere più di una parata (punizione di Hazard), questo lo si deve proprio a tale filosofia che permette all'Inter di non allungarsi.

Rudi Garcia prova a sorpendere in avvio, accantonando il 4-3-3 per una sorta di 4-2-4: con Balmont, un mediano, ai box, il sostituto è Jelen, un attaccante. Il polacco affianca Sow, con Hazard e Cole esterni. Ranieri non fa una grinza e con la linea Stankovic-Motta-Cambiasso fa superiorà numerica contro Pedretti-Mavuba. Ne deriva che anche uno Sneijder fuori forma riesce talvolta a suggerire palle importanti. Meglio farà Alvarez nella ripresa: l'argentino si candida per una pmaglia da titolare in quel del Marassi.

Il tentativo di rischiare poco e innescare immediatamente le ripartenze fulminee di Zarate e Milito è evidente, e già al 2' il Principe coglie una traversa. Il canovaccio resta immutato, di fatto, per tutti i 90 minuti: Lille nebuloso e Inter attenta e cinica. Ranieri ha la ricetta giusta: la condizione è quella che è, quindi massima concentrazione nei concetti difensivi e razionalizzare le palle-gol. In Europa, finora, sono tre vittorie su tre. Adesso anche in Italia bisognerà 'fare legna'.


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