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Lazio-Inter - Il match degli eccessi: nerazzurri spregiudicati dopo il pari. Poi la beffa

di Daniele Alfieri
La sosta delle nazionali stravolge i piani di Simone Inzaghi nel ritorno da grande ex all'Olimpico contro la Lazio di Maurizio Sarri. Nel 3-5-2 dell'Inter, che prima della pausa aveva rimontato 1-2 il Sassuolo al Mapei Stadium, confermatissimo il muro di difesa con Skriniar, De Vrij e Bastoni davanti ad Handanovic tra i pali. Gagliardini prende il posto di Calhanoglu e forma la mediana con Barella e Brozovic, sulle fasce giocano Darmian a destra, preferito a Dumfries, e Dimarco a sinistra. In attacco fuori Lautaro, nel tandem con Dzeko 'sale' Perisic. Solito 4-3-3 per i biancocelesti, reduci dal pesante ko per 3-0 subito al Dall'Ara contro il Bologna: Acerbi squalificato viene sostituito in difesa da Patric, mentre a centrocampo la sorpresa è Basic che strappa una maglia a Luis Alberto. Immobile recupera e guida il tridente completato dalle ali Felipe Anderson e Pedro.

Ritmi altissimi e pressing forsennato nei primi minuti da parte di entrambe le squadre, la prima occasione dopo 60'' è per l'Inter: Perisic si allarga a sinistra mentre Barella e Gagliardini portano subito densità in mezzo all'area, sul cross del croato svetta Dzeko che, anticipando anche i compagni, manda alto sopra la traversa. Il tridente laziale si muove all'unisono e sullo strappo di Felipe Anderson colpisce di testa Pedro, ribatte Skriniar e sulla palla vagante al limite manca la copertura su Leiva che di prima spara in curva. Dall'altra parte la sventagliata da sinistra di Dimarco pesca sulla corsia opposta Darmian, la mediana laziale si fa saltare dal lancio mentre l'esterno, svelto nell'assist di testa, manda in area l'arrembante Barella, il quale viene steso da dietro da Hysaj: calcio di rigore ineccepibile, trasformato da Perisic che con il destro manda Reina da una parte e il pallone dall'altra.

Barella, polmone instancabile in fase offensiva, si fa bruciare invece al 25' da Basic che, leggendo in anticipo le intenzioni di Felipe Anderson, spina nel fianco sinistro della difesa nerazzurra, si catapulta in area sul pallone servito dal fondo dal brasiliano, calcia di prima a botta sicura ma il suo tiro deve fare i conti con Handanovic, ottimo nel piazzamento, meno nella respinta sbrogliata in angolo da Skriniar. La pericolosità dell'Inter nasce in virtù del ruolo svolto in fase offensiva dai suoi centrocampisti: se Brozovic ha compiti da perno e regista in mediana, Barella e Gagliardini possono affiancarsi in area a Dzeko, mentre Perisic arretra liberandosi delle maglie laziali, così dal siluro dalla trequarti del numero 44 deve compiere un miracolo Reina per mantenere il punteggio sullo 0-1. Ed è con i nerazzurri in vantaggio e sul palleggio a centrocampo della Lazio, neutralizzata nei suoi elementi offensivi dalle marcature impeccabili di Skriniar, De Vrij e Bastoni, che si chiude il primo tempo.

In apertura di ripresa è ancora sull'asse di destra Darmian-Barella che l'Inter sfiora fortunosamente il colpo del ko, con il cross a uscire del numero 23, nell'idea diretto a Dzeko, che diventa quasi un tiro attraversando l'area piccola alle spalle di Reina. I nerazzurri infatti pensano tutt'altro che a difendere il risultato e i giocatori portati in area durante gli attacchi sono sempre almeno quattro. Sarri chiede ai suoi di alzare il baricentro, ma il pressing e l'attenzione costante in fase di non possesso della squadra di Inzaghi non regala varchi. Le poche volte che la Lazio riesce a raggiungere la trequarti avversaria trova l'Inter ben schierata grazie allo scudo dei tre mediani che mantiene corta la distanza con la difesa passata a cinque. Il fallo di mano di Bastoni sul colpo di testa di Patric è l'episodio che svolta il match in favore dei padroni di casa: secondo calcio di rigore della partita e realizzazione fotocopia con quella di Perisic da parte di Immobile che di destro spiazza Handanovic.

Al 66' doppio cambio offensivo per Sarri che manda in campo Lazzari e Luis Alberto al posto di Hysay e Basic (l'italiano gioca a destra con Marusic spostato a sinistra), Inzaghi risponde con tre forze fresche: Dumfries, Vecino e Correa rilevano Bastoni, Gagliardini e Perisic, Dimarco arretra nel terzetto di difesa, a centrocampo Darmian passa a sinistra con l'olandese che si sistema sul binario di destra. A un quarto d'ora dalla fine altri cambi in sincrono per i due tecnici: Sarri si gioca la carta Zaccagni al posto di Pedro, Inzaghi inserisce Lautaro richiamando in panchina Dzeko. Incassato il colpo del pareggio, l'Inter ha ripreso in mano la gara ma nel tentativo di vincerla eccede nella sua tenuta ultra-offensiva. Addirittura Skriniar e Dimarco si alternano nel dare manforte alla manovra d'attacco, con Correa che agisce da satellite attorno prima a Dzeko, poi a Lautaro.

Atteggiamento che però non premia i nerazzurri, rimasti scoperti e puniti in contropiede all'81' da Felipe Anderson: dopo la respinta di Handanovic sul sinistro di Immobile, a cui Skriniar nell'uno contro uno in area concede lo spazio per calciare, manca la marcatura sul brasiliano da parte di Dimarco, incolpevole perché rimasto a terra a centrocampo dopo lo scontro con Leiva. All'86' altro slot di sostituzioni dopo il polverone in campo e le ammonizioni: nella Lazio entrano Cataldi e Akpa-Akpro al posto di Leiva e Felipe Anderson, nell'Inter Calhanoglu rileva lo stremato Barella. Nel tris biancoceleste siglato di testa da Milinkovic-Savic su calcio di punizione di Luis Alberto non si intendono De Vrij e Skriniar, mentre il Sergente sbuca in mezzo ai due e non lascia scampo ad Handanovic. Dopo sei minuti di recupero si chiude il match degli eccessi (dopo i sette ammoniti in partita arriverà anche il rosso per Luiz Felipe). La squadra di Inzaghi esagera nella risposta spregiudicata dopo il pari, subisce la beffa con Dimarco fuori causa ed esce sconfitta per 3-1 in rimonta contro una Lazio meno agguerrita ma più furba.
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