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Le punte aprono a un gioco verticale e profondo. Aggressione e costruzione domano i tedeschi

di Christopher Nasso

Dopo la positiva prova contro il Sassuolo, l’Inter è attesa dalla trasferta europea sul campo del Borussia Moenchengladbach, per tenere vive le ultime speranze qualificazione. Antonio Conte conferma il 3-5-2, ritrovando Brozovic al posto dello squalificato Vidal, con il croato vertice basso e Barella-Gagliardini mezzali. Darmian e Young ‘quinti’, Lautaro e Lukaku in attacco. Sponda tedesca, il tecnico Rose si affida al consueto 4-2-3-1: Lazaro compone con Stindl e Thuram il terzetto offensivo alle spalle di Plea. Kramer-Neuhaus in mediana, Ginter-Jantschke al centro della difesa.

PRIMO TEMPO - Inizio match a ritmi sostenuti, con l’Inter determinata nell’affacciarsi velocemente dalle parti della difesa tedesca. Il palleggio del Borussia è spesso interrotto in zona centrale, e i nerazzurri sviluppano trame fluide e verticali, alla ricerca dei due attaccanti, prima di ‘guardare’ in profondità. I ‘quinti’ rimangono inizialmente bassi sulle ali avversarie, con Barella e Gagliardini a scalare sui terzini. Una pressione, quella ospite, aggressiva nei pressi del centrocampo, con il primo step della manovra tedesca, dove un mediano (Nehaus o Kramer) si abbassa sulla linea dei difensori, ostacolato nelle linee di passaggio, con la compagine nerazzurra brava a muoversi - stretta e densa - in direzione della palla. Difensori e centrocampisti - una volta in possesso - accompagnano l’azione, accorciando la squadra in avanti, e rimanendo alti per l’immediata riconquista. Così nasce il gol del vantaggio, con tutta l’Inter nella metà campo offensiva, brava a sfruttare la ‘palla coperta’, recuperare la sfera e sviluppare occasioni pericolose. Gagliardini, momentaneamente sul centro-destra, sfrutta la sponda di Lukaku e serve sulla corsa Darmian, per la conclusione valida lo 0-1. Altre situazioni simili, rimanendo compatti e disimpegnandosi in transizioni positive orientate a coinvolgere attaccanti, centrocampisti a sostegno ed esterni, avvicinano gli uomini di Conte più volte al raddoppio. Il Borussia, affacciato o meno nella metà campo avversaria, soffre in mediana, dove Brozovic, Barella e Gaglia scalano con i tempi giusti nelle marcature, chiudendo le linee di passaggio e creando densità e superiorità nei pressi della palla (Kramer e Neuhaus giostrano lontani da Stindl e compagni offensivi). Le soluzioni nerazzurre nascono anche su costruzione dal basso, con entrambe le squadre disposte in campo in una sorta di 4-4-2. Brozo affianca De Vrij (sulla pressione di Stindl e Plea), Skriniar e Bastoni si allargano, alle spalle di Darmian e Young. E lavorando prima in ampiezza, per poi appoggiarsi su Lautaro e Lukaku, bravi a venire incontro, gli ospiti vanno oltre il pressing tedesco. Costruendo maggiormente sulla catena mancina, prima di attaccare sulla corsia opposta. Meno puntualità nelle uscite in pressione, meno qualità nella gestione della sfera spalle alla porta e nello stretto, lasciano spazio a un’ultima parte di prima frazione caratterizzata dagli attacchi tedeschi. Trascinati dalle iniziative di Thuram sulla sinistra, con l’Inter più bassa e meno aggressiva. Il pareggio, a un passo dall’intervallo, arriva grazie al tocco di Stindl (molto vicino a Plea, da seconda punta) per il cross di Lazaro dalla destra, e il colpo di testa vincente del 14 francese.

SECONDO TEMPO - In difficoltà nella fase finale dei primi 45’, e raggiunti sull’1-1 a pochi istanti dal rientro negli spogliatoi, i nerazzurri riprendono a sviluppare con continuità il proprio gioco sin dai primi istanti della ripresa. Mostrando personalità, determinazione e coraggio, sia nella costruzione dal basso che nelle transizioni una volta recuperata palla. Brozo al fianco di De Vrij, coinvolgendo soprattutto Bastoni sulla sinistra, porta l’Inter ad eludere il pressing alto dei padroni di casa, prima di appoggiarsi sul lavoro spalle alla porta di Lukaku e Lautaro, o di muovere velocemente la sfera per l’attacco del lato debole, andando oltre la densità in zona palla dei tedeschi. Nella fase di non possesso, i nerazzurri si preoccupano di chiudere le linee di passaggio, alzando l’intensità della pressione a ridosso della metà campo - con la squadra raccolta in pochi metri - o una volta arretrato il giro palla avversario dalle parti di Sommer (sempre con i difensori pronti ad accorciare). Barella, alzandosi sul centro-destra, affianca Lukaku (centrale) e Lautaro (centro-sinistra) nell’opposizione alla costruzione a 3 dei padroni di casa, con Neuhaus ad abbassarsi sulla linea di Ginter e Zakaria. Il numero 8 svizzero, subentrato a inizio secondo tempo a Jantschke per contrastare la fisicità di Lukaku, non trova le contromisure per limitare il centravanti belga. E gli uomini di Conte (dentro Hakimi per Darmian), recuperando la sfera con Brozo e Gaglia in zona centrale, ritornano in vantaggio, trovando in profondità la giocata vincente del proprio numero 9. Con il Borussia ancor più aggressivo e intento a riaffacciarsi pericolosamente dalle parti di Handanovic, affidandosi allo svariare continuo dalla trequarti in su dei giocatori offensivi, gli ospiti trovano terreno a proprio favore per creare diverse situazioni da gol. Accettando la pressione avversaria, spesso eludendola con il lavoro a venire incontro degli attaccanti. Sanchez, appena subentrato a Lautaro (Rose inserisce Embolo per Stindl), protegge palla vicino al centrocampo, aprendo spazi alle sue spalle, attaccati con successo da Hakimi, servito sulla corsa, e Lukaku, puntuale nello sfruttare l’assist dell’esterno marocchino e firmare il 3-1. L’attaccante cileno, in una situazione simile, perde il possesso, con i padroni di casa bravi ad approfittarne, accorciando immediatamente le distanze con Plea. I tedeschi provano l’assalto finale (dentro Wolf per Wendt, con Lazaro terzino sinistro), i nerazzurri provano a resistere e far male in ripartenza. Il Var annulla il pareggio tedesco, mentre l’Inter va a centimetri dal 4-2. Conquistando, al fischio finale, una vittoria importantissima, per la buonissima prestazione e per continuare a giocarsi chances europee.

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