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Le scelte di De Boer innescano le transizioni giallorosse

di Ernesto D'Ambrosio

Gli eccessivi errori si traducono nell’ennesima sconfitta per l’Inter che, in scena all’Olimpico contro la Roma, capitola per 2-1. De Boer opta per un 4-2-3-1 con Ansaldi e Joao Mario reintegrati tra le fila dei titolari, opposti ad un 4-3-3 di Spalletti dal baricentro basso votato alle ripartenze.

Pronti via l’Inter subisce l’1-0 su una gestione della fase difensiva totalmente errata. Santon lascia 2 metri a Salah che gli permettono di scaricare su Peres, lasciato completamente solo da Perisic che non segue il taglio, e infine Murillo non attacca la palla sul primo palo permettendo l’inserimento di Dzeko che la spinge praticamente ad un metro dalla porta difesa da un incolpevole Handanovic.

L’Inter, eccetto contro l’Empoli, ha sempre subito gol nelle uscite ufficiali. Un dato da non sottovalutare se si guarda all’equilibrio di una squadra che nell’approccio alla gara difetta di quell’attenzione necessaria per imporre da subito il proprio ritmo trovando un equilibrio anche in base alle scelte avversarie.

Questa volta però, a differenza delle scorse gare, l’Inter non trova una scossa sul piano del gioco, ed è il solito Banega, straordinario interprete, a dare la scossa ad una squadra completamente in bambola anche dal punto di vista della cattiveria. Purtroppo il rosarino è costretto a fare i conti con un palo che ne strozza in gola l’urlo di gioia, ma tatticamente, l’azione viene innescata da un errore di Manolas e da una giocata a due con Icardi. Il resto della squadra non accompagna l’azione, si spacca in due, portando a fondo un centrocampo sfilacciato. Banega si è visto spesso costretto a svariare sul pressing mai coadiuvato, trovandosi spesso indeciso se attaccare Strootman, De Rossi, o aiutare Icardi ad attaccare il duo difensivo giallorosso; Joao Mario ha faticato a trovare il ritmo della corsa, complici anche i problemi al polpaccio forse non totalmente assorbiti; Medel ha dovuto sacrificarsi dovendo fare da tergicristallo nelle diagonali difensive, trovandosi spesso in mezzo tra Florenzi e De Rossi.

La squadra ha subito eccessivamente le transizioni della Roma e fa specie pensare che Spalletti aveva anche spiegato in conferenza che tipo di partita avrebbe voluto condurre. I giallorossi difendono bassi, rilanciano sugli esterni e, mettendo Dzeko tra il duo Miranda-Murillo, sulla sponda trovano il modo di attaccare gli spazi tramite le ali che spesso, specie con Salah, sono andati in transizione offensiva tramite sanguinosi uno contro uno. Il solo Handanovic ha impedito alla Roma di raddoppiare il vantaggio.

Le scelte di De Boer sono state francamente incomprensibili e per la lettura della gara, in quanto ha concesso alla Roma di giocare sulle transizioni innescate dal recupero, e per le scelte di uomini sotto ritmo quali Ansaldi e Joao Mario, entrambi in difficoltà fisica. Alcune volte bisogna anche capire l’avversario, le sue caratteristiche e limitarle per far prevalere le proprie. In marcatura su Salah sarebbe servito dal primo minuto Nagatomo, più abile nella gestione del dribbling nel breve anche per la struttura fisica, anziché Santon, totalmente in balìa degli eventi contro l’egiziano. Sarebbe bastato un centrocampista di copertura fin dal primo minuto in forma fisicamente, per ingolosire la Roma ad uscire dall’area e attaccare in transizione, e non uno Joao Mario claudicante. Purtroppo il tecnico olandese prende coscienza degli errori dopo un’ora di gioco.

L’Inter prova a portare il pressing alto, ad innescare un’uscita rapida, ma impatta contro il muro giallorosso, non certo irresistibile, specie sugli esterni, dove Perotti e Salah non ripiegavano per difendere su Candreva e Perisic, e il duo Peres-Jesus palesava limiti tecnici di posizionamento del corpo nell’uno contro uno (sempre piatti e mai laterali, un errore enorme non aver sfruttato a dovere un ‘regalo’ del genere). Per più di un tempo l’Inter ha subito le transizioni della Roma a causa di una disposizione eccessivamente spezzata, e nonostante ciò è riuscita a trovare occasioni da gol gestite malissimo dai singoli. Per alcuni tratti la squadra ha trovato una parvenza di ritmo, grazie a Medel che, da collante inesauribile, ha portato alto il baricentro difensivo in modo da far creare densità di gioco numerica, ma la squadra male ha interpretato i movimenti senza pala, schiacciandosi eccessivamente sulla trequarti, come attestano anche i cross spesso letti dai due centrali Fazio e Manolas, bravi a mettere Icardi nel mezzo in modo da tagliarlo fuori dal gioco nerazzurro. Solo quando la squadra ha guadagnato il fondo è riuscita ad essere realmente pericolosa.

De Boer capisce solo nel secondo tempo che la squadra non reggeva l’eccessiva spinta in transizione della Roma ed inserendo Nagatomo e Gnoukouri è riuscito a ristabilire un equilibrio smorzando sia la gestione in uscita lunga (grazie al pressing che ha rallentato i rilanci dei giallorossi) sia la spinta degli esterni che, seguiti anche dai laterali nerazzurri, hanno faticato a giocare sullo spazio in profondità dettato dal raddoppio. Non è un caso che l’Inter trovi il gol del momentaneo pareggio solo quando gli accoppiamenti risultano migliori e Medel ha un uomo che lo aiuta nella fase di chiusura. Certo, il gol è frutto di una giocata meravigliosa di Icardi versione assist-man simil Cantona e Banega nelle vesti di Irwin che riceve, stoppa e con calma serafica calcia sul primo palo, ma certamente l’equilibrio della squadra, molto più alta e più aggressiva sulle seconde palle, permette di arrivare alla conclusione anche su situazioni di possesso a ridosso dell’area.

Purtroppo la splendida prestazione dell’ex Siviglia viene resa inutile dal fallo di Jovetic prima e dalla doppia deviazione sfortunata di Icardi e Perisic poi. Manolas infatti trova il gol del definitivo 2-1 su una fortunosa situazione nata da un fallo totalmente inutile del montenegrino che, anziché dare pressione su Bruno Peres, decide di stenderlo. La reazione dei nerazzurri poi è timida, arrembante ma fumosa.

Subire sempre gol per primi, rincorrere continuamente il risultato, non è certo la via migliore per lanciarsi alla conquista di una posizione del podio in questo campionato. In Serie A vige il mantra ‘l’attacco vende i biglietti, la difesa vince le partite’ e De Boer deve capire quanto sia importante detronizzare i punti di forza dell’avversario ancor prima di impostare un gioco votato alla gestione della gara tramite il possesso. La Roma ha concesso molti spazi all’Inter che, a causa della mancanza di equilibrio tra i reparti, ha faticato a sfruttare. Ci sarà da lavorare alla ricerca di un punto che permetta alla squadra di esprimersi anche con la fiducia di non dover sempre rincorrere.


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