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Manchester City-Inter - Partita accorta e con tanti errori da ambo le parti, ma che sfortuna...

di Domenico Fabbricini

Il Manchester City si aggiudica per 1-0 la finale di Champions League contro l'Inter, ma chi si aspettava un predominio tattico e territoriale della squadra di Guardiola è rimasto deluso: la partita è stata in equilibrio praticamente sempre, anzi dopo il gol di Rodri l'Inter ha avuto subito l'occasione di pareggiare ma la traversa prima e lo sfortunato rimpallo di Lukaku poi hanno negato la gioia a Dimarco. Nel finale Lukaku di testa spara su Ederson. Un City particolarmente attento, specie nel primo tempo, che ha preferito osservare e stanare l'avversario piuttosto che aggredirlo subito, e sfruttare l'episodio che è arrivato. Giocando quasi "all'italiana", il City si è chiuso dopo il gol di Rodri, e deve ringraziare la fortuna se i nerazzurri non hanno trovato il pari. 

Rivediamo allora gli spunti tattici del match.

Per questa finale Pep Guardiola presenta quello che in partenza è un 3-2-4-1 con Ederson tra i pali, Akanji braccetto di destra, Akè di sinistra, Ruben Dias centrale; Stones e Rodri mediani con Bernardo Silva e Grealish esterni alti, De Bruyne e Gundogan dietro Haaland punta avanzata. Risponde Simone Inzaghi con il classico 3-5-2: Bastoni, Acerbi e Darmian davanti a Onana; Dimarco e Dumfries esterni di centrocampo con Calhanoglu, Brozovic e Barella in mezzo; Dzeko-Martinez davanti.

PRIMO TEMPO
Nel City in fase di costruzione Rodri si abbassa spesso davanti la difesa a tre per impostare l’azione; Gundogan, Stones e De Bruyne compongono quasi un centrocampo a tre; altissimi Grealish e Bernardo Silva al fianco di Haaland, infatti è proprio Silva dopo 5 minuti ad andare vicinissimo al gol. In fase di difesa Rodri diventa il secondo centrale affianco a Dias con la squadra che si trasforma in un 4-3-3.

Inter con il canonico copione, con Dumfries e Dimarco che in fase di possesso diventano stantuffi a tutta fascia e in fase di difesa arretrano a comporre una difesa a cinque. Darmian che ha come sempre facoltà di sganciarsi e andare a proporsi nella retroguardia avversaria con Dumfries che va a coprirlo.

Dopo il suddetto tiro di Bernardo Silva che va a un soffio dall’incrocio, l’Inter prende bene le distanze anzi si fa quasi preferire nei primi 20 minuti, concedendo poco al City e tentando anche di costruire qualche azione pericolosa. Quando l’Inter è in possesso palla in City non va in pressing, ma resta in attesa lasciando gestire il pallone ai nerazzurri. Il City comincia a scuotersi dopo il 28’, quando comincia ad accelerare e a presentarsi con maggiore frequenza dalle parti di Onana, ma con tiri comunque gestibili dal portiere. L’Inter invece comincia a sbagliare qualche appoggio di troppo, favorendo oltremodo la transizione offensiva degli inglesi.

Al 35’ De Bruyne deve uscire per infortunio, al suo posto Foden, tatticamente non cambia niente. Si chiude sullo 0-0 un primo tempo all’insegna della prudenza da ambo le parti, anche se le uniche fiammate portano la firma di Bernardo Silva e Haaland.

SECONDO TEMPO
Nella ripresa l’Inter continua a mantenere ritmi bassi e a far girare palla dietro, ma questo porta talvolta a qualche errore di disimpegno che favorisce il Manchester, come quando Bastoni serve involontariamente Silva che fortunatamente non ne approfitta, o ricorrendo alle maniere forti per fermare le avanzate inglesi, concedendo pericolosi calci di punizione.

Al 55’ Dzeko deve dare forfait per una noia muscolare, arriva il momento di Lukaku. Al 58’ è invece Akanji che con una leggerezza incredibile lascia scorrere la palla per Ederson che però resta tra i pali, ne approfitta Lautaro che ruba palla ma è troppo defilato e spara sul portiere. Davvero tanti gli errori sia da una parte che dall’altra, sintomo probabilmente che la tensione della partita si avverte eccome nelle gambe e nella testa.

Al 68’ il gol del City: bella intuizione di Akanji che approfitta dello scivolone di Dimarco e serve Bernardo Silva nel corridoio, dribbling e palla dentro che Acerbi devia fuori area, dove nessuno si avvede dell’arrivo di Rodri che di prima infila tra palo e portiere. Poco dopo l’Inter potrebbe subito pareggiare con Dimarco che si avventa per primo su una palla vagante e di testa scavalca Ederson, ma lo ferma la traversa, riprende Dimarco ancora di testa, ma sulla linea trova la sfortunata opposizione di Lukaku. Al 75' cambia Inzaghii: Gosens per Bastoni e Bellanova per Dumfries. Dimarco scala in difesa al posto di Dimarco e Gosens va sull'out di sinistra; Bellanova ricalca le orme di Dumfries. 

Ora il City capisce che quello delle imbucate può essere il copione giusto e prova a ripetere l'azione del gol: prima Foden si autolancia ma Onana gli dice di no; poco dopo è la difesa dell'Inter a chiudere bene su un altro tentativo di passaggio in profondità. Altri due cambi per Inzaghi: Mkhitaryan entra per Calhanoglu, D'Ambrosio per Darmian. Non cambia nulla tatticamente. All'88' ancora di testa Inter vicinissima al gol. Gosens da sinistra trova la testa di Lukaku che però spara addosso a Ederson. Il finale dell'Inter è ovviamente palla lunga a cercare la sponda di Lukaku, il City controlla e gioca col cronometro. Il forcing finale con anche Onana in attacco non produce gli effetti sperati: finisce 1-0. 

Vince il City una partita in cui l'Inter non ha assolutamente demeritato, anzi...


Intrattenimento ed entusiasmo nella fan zone nerazzurra
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