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Mancini prova pure la difesa a tre, ma l'Inter paga di nuovo errori grossolani nelle letture individuali

di Alessandro Cavasinni

Amarissimo il pomeriggio del Meazza, che resta a secco di vittorie nerazzurre: dopo i ko con Lazio e Sassuolo, ecco anche il pareggio-beffa con il Carpi. Punti persi sempre oltre il 90'. E Roberto Mancini stavolta è davvero imbufalito coi suoi per gli errori grossolani.

Il tecnico dell'Inter manda i suoi in campo con una sorta di 4-2-3-1, che diventa un 4-4-2 in fase di non possesso. Difesa rivoluzionata con Montoya, Murillo, Juan Jesus e Telles; Melo-Brozovic in mediana; in attacco, Perisic a destra, Ljajic a sinistra e Palacio qualche metro dietro Icardi.

L'inizio è frizzante e i nerazzurri fanno male soprattutto a sinistra, con Telles che si sovrappone con grande continuità sulla fascia, creando superiorità numerica. Manca la precisione nei cross del brasiliano, di Perisic e di Ljajic. Ma il Carpi soffre. Dietro i problemi nascono per le letture personali sbagliate a turno di Murillo e Juan Jesus, coppia tutt'altro che affiatata e affidabile. I padroni di casa trovano il vantaggio nel finale di frazione in contropiede, in conseguenza a un angolo degli avversari. Palacio insacca, poi Perisic spreca l'immediata chance del raddoppio. E si va negli spogliatoi.

L'Inter torna in campo senza Telles e con Miranda: si passa al 3-5-2. L'ex Atletico Madrid si piazza in mezzo a Murillo e Juan Jesus, mentre in mezzo al campo è Melo a giostrare centralmente, con Brozovic centro-destra e Ljajic sul centro-sinistra. Il serbo parte da interno per poi convergere fungendo da trequartista. In attacco, ovviamente, Palacio-Icardi. Lo schema è 'a specchio' col 3-5-2 di Castori. Il Mancio punta a vincere anche fisicamente i duelli.

L'Inter spinge, ma non trova il raddoppio sciupando troppo davanti a Belec (che fa almeno due miracoli). Il Carpi prende coraggio e Mancini si accorge che qualcosa non va sulla catena di destra. Montoya soffre e allora al 76' dentro Nagatomo per l'ex Barcellona. Si torna al 4-2-3-1 (o 4-4-2 a seconda del possesso palla), con il giapponese terzino destro e Juan Jesus terzino sinistro. I padroni di casa tornano padroni del campo, anche perché Pasciuti si fa espellere per un'entrataccia ai danni di Miranda. All'84' entra Jovetic per un esausto Palacio: non cambia nulla a livello tattico. La speranza è chiudere i conti, ma Icardi latita e spreca, come in precedenza avevano fatto Melo e Palacio. E allora, in pieno recupero, arriva la beffa. Nagatomo che esce in maniera improvvida invece di temporeggiare e lascia un buco a destra. Lì ci si infila Bianco che serve Lasagna sul taglio, Juan Jesus è in ritardo e Handanovic è battuto.

Insomma, l'Inter paga ancora per errori individuali e accade di nuovo nei minuti di recupero come con Lazio e Sassuolo. Difficile dare colpe specifiche a Mancini, che tatticamente le ha provate quasi tutti per portare a casa i tre punti.


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