.

Monza-Inter - Brianzoli aggressivi a tutto campo, nerazzurri troppo rinunciatari e bassi nel secondo tempo

di Domenico Fabbricini

Pari amaro dell’Inter a Monza, i nerazzurri due volte in vantaggio si fanno rimontare altrettante volte, anche se il gol del definitivo 2-2 arriva solo a tempo scaduto, quando pur soffrendo e difendendo l’Inter sembrava potesse portare a casa la vittoria.

Inter in campo con il classico 3-5-2, con la sola novità, rispetto al Napoli, di Lautaro titolare al posto di Lukaku; Onana tra i pali, difesa con Acerbi, Skriniar e Bastoni; i quinti sono Dimarco e Darmian, al centro Mkhitaryan, Calhanoglu e Barella; Lautaro appunto al fianco di Dzeko. Risponde il Monza con il 3-4-2-1: Di Gregorio tra i pali; Pablo Marì, Marlon e Izzo in difesa; Carlos Augusto e Birindelli larghi con Machin e Pessina a centrocampo; Ciurria e Mota Carvalho a supporto di Petagna.

Primi minuti più di marca Monza che Inter, i nerazzurri lasciano l’iniziativa ai padroni di casa restando più cauti in attesa, e quando recuperano palla vengono subito pressati alti dal Monza. Ma al primo affondo l’Inter passa: minuto 10, Bastoni avanza sulla sinistra, cambio di gioco sul secondo palo verso Darmian che in estirada mette dentro il gol del vantaggio. Passa un minuto e il Monza pareggia: bell’inserimento sull’out di destra tra le linee di Ciurria che non viene seguito da nessuno, Pessina lo vedo e lo serve sulla corsa, sinistro a giro che si infila sul palo più lontano dove Onana non può arrivare. Molto mobile in avanti Lautaro, che spesso arretra anche sulla trequarti a prendere palla, resta terminale offensivo Dzeko, ma i raddoppi di marcatura sono asfissianti da parte dei difensori brianzoli. Ci vuole quindi un errore della difesa del Monza al 23’ per mandare in gol proprio Lautaro: Marì in possesso palla si fa rubare la sfera ingenuamente dal Toro in area di rigore, diagonale immediato a sorprendere Di Gregorio e nuovo vantaggio. Nella parte finale del primo tempo l’Inter comincia a giocare maggiormente in velocità e di prima, l’unico modo per evitare di cadere nella pressione avversaria, portando più di un pericolo alla porta di Di Gregorio. Tra i più pericolosi del primo tempo Mota Carvalho, che con la sua velocità e i suoi dribbling mette spesso in difficoltà la difesa dell’Inter sulla sua destra (specialmente Darmian).

Nella ripresa entra subito Caldirola per Marlon, non cambia nulla a livello tattico, Palladino spiegherà poi il cambio come scelta tecnica, avendo bisogna di un mancino sulla sinistra. Al 10’ della ripresa Inzaghi richiama uno spento Dzeko per mandare in campo Lukaku; entra anche Asllani per Calhanoglu. Ancora palleggio brianzolo nei primi 15 minuti del secondo tempo, con l’Inter tutta chiusa nel tentativo di non concedere imbucate letali al gioco biancorosso. Altro ruolo su ruolo al 18’ con Gagliardini per Barella. Cambia anche il Monza: Gytkjaer per Petagna, poco servito e poco pericoloso, e Ranocchia per Machin a centrocampo. Monza che cerca spesso l’imbucata dentro improvvisa, che sia inserimento del centrocampista su sponda della punta o dell’attaccante di turno su lancio del centrocampo, sempre attento Onana nelle uscite o la difesa a spazzare, ma l’iniziativa resta in mano al Monza e l’Inter si limita a difendere e attendere. Palladino prova a dare ulteriore spinta e inserisce Colpani per Birindelli: Colpani va a dare supporto agli attaccanti con Ciurria che si allarga a centrocampo nel ruolo che era di Birindelli. A dieci dalla fine Inzaghi prova a cambiare gli esterni inserendo Gosens per Dimarco e Dumfries per Darmian per provare ad avere nuova linfa in quella zona. Ci sarebbe anche il gol del 3-1 con Gagliardini ma l’arbitro vede un fallo in attacco che però non c’è: i difensori si ostacolano tra loro ingannando l’arbitro. La pressione del Monza si affievolisce dopo 40 minuti di pressione e l’Inter ne approfitta con un’azione persona di Bastoni che entra in area, perde palla, la prende Lautaro che con un tiro a giro colpisce il palo esterno: è la prima azione pericolosa dell’Inter della ripresa, frutto di un’iniziativa personale, possibile strada per scardinare la difesa avversaria.

A due minuti dalla fine Palladino, conscio del fatto che la sua squadra ha condotto per tutto il secondo tempo, tenta il tutto per tutto con Caprari per Izzo: 4-2-3-1 con Ciurria e Carlos Augusto terzini; Pessina e Ranocchia a centrocampo; Colpani, Mota Carvalho e Caprari a supporto di Gytkjaer. Il cambio porta i suoi frutti perché il gol (che era nell’aria) arriva in pieno recupero con Caldirola, bravo di testa a deviare in rete un preciso cross di Ciurria che ruba palla a Mkhitaryan a centrocampo e dà l’avvio all’ennesimo contropiede. E nel finale in affanno Onana salva addirittura due volte i suoi dalla capitolazione. Ma l’Inter ha giocato un secondo tempo troppo rinunciatario, lanciando il gioco praticamente tutto in mano ai brianzoli.


Altre notizie